24 maggio p.v.
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Congresso dedicato al progetto implementativo CAESAR (Comprehensive Space Weather Studies for the ASPIS Prototype Realization)
AUDITORIUM dell’AGENZIA SPAZIALE ITALIANA (ASI)
Via del Politecnico snc – ROMA
(Roma) Il 24 maggio p.v. la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ospita, nell’ambito del programma ASPIS (ASI Space Weather InfraStructure), il congresso dedicato al progetto implementativo CAESAR (Comprehensive Space Weather Studies for the ASPIS Prototype Realization), che si avvia alla chiusura.
“La giornata di lavori del 24 maggio, ospitata dalla sede dell’ASI, è un’occasione importante per presentare i risultati del progetto CAESAR, che si avvia alla chiusura. Frutto della collaborazione di circa cento scienziati – spiega Monica Laurenza, Primo ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), coordinatrice del progetto CAESAR – che si occupano di meteorologia spaziale, il progetto ha effettuato studi scientifici molto promettenti per capire le cause e gli effetti sulla salute dell’uomo e sulla società dei fenomeni che avvengono dal Sole alla Terra, fino agli ambienti planetari, in conseguenza delle eruzioni solari. Soprattutto il progetto ha realizzato il prototipo della prima banca dati di meteorologia spaziale di cui si dota l’ASI. Grazie a CAESAR dunque, nel nostro Paese nasce il prototipo di una infrastruttura di rilevanza strategica e ad uso di tutta la comunità scientifica dello Space Weather.”
CAESAR è stato selezionato e supportato da ASI e INAF nell’ambito dell’accordo attuativo ASI-INAF per “Attività di studio per la comunità scientifica dello Space Weather per il popolamento del centro dati scientifico ASPIS.
“CAESAR è il prototipo dell’infrastruttura dati di ASI per lo Space Weather, ASPIS, il cui obiettivo è diventare il nodo di aggregazione e sviluppo delle attività scientifiche legate alla Ricerca sullo Space Weather della comunità scientifica Italiana” spiega Giuseppe Sindoni, capo Progetto di ASPIS per ASI. “La Scienza supportata da ASPIS ha l’obiettivo di permettere alla comunità scientifica nazionale di cogliere le opportunità di partecipazione che si apriranno in ambito EU e internazionale, sia nell’ ambito della modellistica e analisi dati, che in quello della strumentazione, fornendo supporto e strumenti per lo studio dell’ambiente lunare, cislunare o marziano, per valutare gli effetti sui payload e sugli astronauti, per lo studio delle magnetosfere e delle superfici planetarie”.
Gli scienziati coinvolti nel progetto appartengono a tre enti di ricerca (INAF, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), sette università italiane (Calabria, Catania, Genova, L’Aquila, Perugia, Roma Tor Vergata, Trento) ed alcuni istituti stranieri. Info più dettagliate sul sito: https://caesar.iaps.inaf.it/
Tra gli obiettivi del progetto la volontà di ampliare la comprensione dell’origine e dell’evoluzione dei fenomeni e fornire dati, codici e modelli sia nuovi che consolidati. A ciò si aggiunge l’obiettivo di progettare, implementare e popolare con tali prodotti il prototipo ASPIS in un’infrastruttura flessibile e di facile utilizzo e, infine, aprire la strada a future capacità di previsione avanzate. Ultimo obiettivo: la garanzia di un’efficace diffusione e promozione per gli studi futuri.
Cosa si intende per Space Weather?
“La definizione europea è stata messa a punto nel 2006 da un gruppo di lavoro specifico di cui ho fatto parte nell’ambito dell’azione europea 724 della COST (Cooperation in Science and Technology), denominata “Developing the Scientific Basis for Monitoring, Modelling and Predicting Space Weather”. Questa definizione è stata poi adottata dall’Agenzia Spaziale Europea ESA, che la utilizza nei suoi documenti ufficiali.
Il termine Space Weather (Tempo meteorologico dello spazio) indica lo stato fisico e fenomenologico degli ambienti spaziali naturali. La disciplina associata (Meteorologia dello spazio) ha lo scopo, tramite l’osservazione, il monitoraggio, l’analisi e la modellistica, di comprendere e prevedere lo stato del Sole e degli ambienti interplanetari e planetari e le perturbazioni di origine solare e non solare che li interessano e di prevedere a lungo ed a breve termine i potenziali impatti sui sistemi biologici e tecnologici.” di MAURO MESSEROTTI, ASSOCIATO INAF CON INCARICO DI RICERCA, SENIOR ADVISOR FOR
SPACE WEATHER PRESSO LA DIREZIONE SCIENTIFICA DELL’INAF.