Le immagini raccolte dalla NAC, la camera ad angolo stretto a bordo del Lunar Reconnaissance Orbiter, sono state utilizzate per osservare la superficie della Luna in diversi momenti, per poterne studiare i cambiamenti morfologici.
La ricerca, pubblicata su Nature, ha come obiettivo lo studio dei crateri da impatto provocati da comete o asteroidi che, schiantandosi sulla superficie, formano e alterano la regolite, uno strato di materiale sciolto e di granulometria eterogenea che ne copre uno di roccia compatta. Alcuni fattori, come la numerosità dei crateri e il loro incremento nel corso del tempo, rappresentano informazioni fondamentali per poter stabilire l’età delle rocce lunari.
Per poter datare con sufficiente precisione le rocce non campionate, è necessario costruire dei modelli basati sulla misura radiometrica dell’età dei campioni e sul conteggio dei crateri. In passato gli studi effettuati sul materiale lunare raccolto hanno dato le prime indicazioni sul loro tasso di formazione. Grazie alle recenti immagini realizzate da di LRO, che catturano la superficie in momenti differenti, è stato possibile risalire al tasso di formazione attuale dei crateri, studiare i getti provocati dall’impatto di oggetti e avere maggiori informazioni sul processo che interagisce con la regolite.
Grazie ai dati raccolti è stato possibile identificare 222 nuovi crateri da impatto e scoprire che il loro tasso di formazione con diametro di almeno 10 metri è superiore del 33% rispetto al modello adottato in precedenza. LRO ha poi osservato aree dotate di grande riflettanza, possibile prova di un processo legato al sollevamento delle polveri lunari. Il meccanismo innescato ha effetti anche sulla regolite: la turbolenza indotta sarebbe di 100 volte maggiore del previsto. Gli scienziati ritengono di poter usare le informazioni raccolte dalla sonda per migliorare la conoscenza dei tassi di impatto sulla Luna e per investigare sui processi che regolano il modellamento dei corpi celesti nel Sistema Solare.