L'immagine è la rielaborazione di Serge Meunier tramite filtri RGB e infrarosso del ritratto preso dalla Wide Field and Planetary Camera 2 di Hubble, rilasciata nel 2015. Crediti: ESA/Hubble & NASA; Acknowledgement: Serge Meunier

Due spirali che si stagliano armoniose sullo sfondo scuro del cielo e che racchiudono una coppia di gemme splendenti. Hubble, sempre in pieno fervore “creativo” dopo oltre 26 anni di attività, ha realizzato un altro ‘ritratto d’autore’.

Il soggetto che ha posato per la Wide Field and Planetary Camera 2 dello storico telescopio NASA-ESA è PK 329-02.2, una nebulosa planetaria che si trova nel Regolo, costellazione visibile nell’emisfero celeste meridionale. Nota anche come Menzel 2, dal nome dall’astronomo statunitense Donald Menzel che la scopri nel 1922, PK 329-02.2 circonda due stelle che costituiscono un sistema binario.

Nebulosa planetaria è una denominazione che ora è considerata impropria e che è stata coniata dagli astronomi del XVIII e del XIX secolo. Con la strumentazione dell’epoca, infatti, queste strutture somigliavano ai dischi di pianeti distanti come Urano e Nettuno, ma, in realtà, non hanno nulla a che fare con i pianeti.

Tornando alla creazione “artistica” di Hubble, la venustas che permea di serenità l’immagine non deve trarre in inganno, perché, in effetti, il telescopio ha inquadrato un astro su cui sta per scendere il sipario.

Quando stelle come il Sole si avvicinano al loro ultimo atto, lasciano andare i loro strati gassosi più esterni che, allontanandosi, creano strutture dall’aspetto complesso, ma spesso caratterizzate da simmetrie aggraziate. Ed è proprio quello che, secondo gli astronomi, sta accadendo a PK 329-02.2, il cui materiale deriva dall’astro che nel ‘cuore’ della nebulosa si trova in alto a destra; nel 1999, infatti, gli studiosi hanno appurato che proprio questo oggetto è la stella centrale della struttura.

I due astri nel nucleo di PK 329-02.2 continueranno a costituire il loro sistema binario ancora per milioni di anni, mentre lanebulosa, con i suoi bracci a spirale, si allontanerà dalle due stelle e alla fine, in un processo che comunque durerà migliaia di anni, svanirà gradualmente nelle profondità dell’Universo.

Il ritratto definitivo di PK 329-02.2 è stato realizzato utilizzando vari filtri, tra cui quello infrarosso.


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