…E siamo a quota 5000!
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Un traguardo cosmico dopo trent’anni di telescopi spaziali
È il 1995 e dall’Osservatorio di Ginevra viene annunciata l’ufficializzazione della scoperta del primo pianeta extrasolare di massa paragonabile a quella di Giove: si tratta di 51 Pegasi b collocato nella costellazione del Pegaso.
Oggi siamo giunti a oltre 5000!
Il “contachilometri planetario”, così definito dai tecnici NASA, si è arricchito ulteriolmente il 21 marzo con l’ultimo lotto di 65 esopianeti aggiunto all’archivio dell’agenzia spaziale americana. L’archivio registra le scoperte di esopianeti che appaiono in articoli scientifici sottoposti a revisione paritaria e che sono state confermate utilizzando più metodi di rilevamento o tecniche analitiche.
Chi più ne ha più ne metta
Gli oltre 5.000 pianeti trovati finora includono piccoli mondi rocciosi come la Terra, giganti gassosi (molte volte più grandi di Giove!) e “hot Jupiters” (cosiddetti “Giovi caldi”) in orbite ravvicinate attorno alle loro stelle.
Ci sono “super-Terre” (mondi rocciosi più grandi del nostro dove sarebbe possibile trovare forme di vita), così come “mini-Nettuno“! Aggiungete a questo mix anche pianeti in orbita attorno a due stelle contemporaneamente e pianeti ostinatamente in orbita attorno ai resti collassati di stelle morte.
Scoperte non banali
«Non è solo un numero! Ognuno di loro è un nuovo mondo, un pianeta nuovo di zecca. Mi emoziono per tutti perché non sappiamo nulla di loro» afferma Jessie Christiansen, responsabile scientifico dell’archivio e ricercatrice presso l’Exoplanet Science Institute della NASA al Caltech di Pasadena.
La nostra galassia contiene potenzialmente centinaia di miliardi di tali pianeti. Il ritmo costante di scoperte degli ultimi trent’anni e l’arrivo di orbita di telescopi spaziali quali il Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS), lanciato nel 2018, e il più recente James Webb (JWST) promettono di incrementare questo numero in modo esponenziale.