La ricerca guidata da Spencer Hurt, studente universitario presso il Dipartimento di Scienze Astrofisiche e Planetarie della Colorado Boulder, è stata pubblicata questo mese su The Astronomical Journal.
Vega fa parte della costellazione della Lira ed è la quinta stella più luminosa del cielo notturno e la seconda più luminosa nell’emisfero celeste boreale. È abbastanza vicino astronomicamente parlando e può essere osservata anche al crepuscolo quando le altre stelle sono ancora soffocate dal bagliore del Sole. Ha ispirato storie di fantascienza e vita extraterrestre eppure fino ad oggi non si conosce un solo pianeta nel suo sistema. Ma la scoperta di Hurt e Samuel Quinn, astronomo dell’Harvard and Smithsonian Center for Astrophysics (CfA), co-autore dello studio, potrebbe cambiare le carte in tavola.
Tra i set di dati raccolti in un decennio di osservazioni dal Fred Lawrence Whipple Observatory in Arizona, il team ha identificato un segnale curioso, una leggera oscillazione nella velocità della stella.
Se il candidato venisse confermato, il pianeta alieno orbiterebbe così vicino a Vega che i suoi anni durerebbero meno di due giorni e mezzo terrestri (per un confronto, Mercurio impiega 88 giorni per girare intorno al Sole). Questo esopianeta, un gioviano o nettuniano caldo, potrebbe classificarsi al secondo posto tra i mondi più hot conosciuti, con temperature superficiali in media di 3000 gradi Celsius. «Sarebbe almeno della dimensione di Nettuno, potenzialmente grande quanto Giove e sarebbe più vicino a Vega di quanto Mercurio sia al Sole», ha detto Hurt. «Così vicino a Vega», ha aggiunto, «che il mondo candidato potrebbe gonfiarsi come un pallone e persino il ferro si scioglierebbe in gas nella sua atmosfera».
Tuttavia, anche se il potenziale esopianeta non sarebbe un buon posto per la vita, questa scoperta potrebbe aiutare a restringere la zona in cui potrebbero trovarsi altri mondi attorno a Vega. «Questo è un sistema enorme, molto più grande del nostro Sistema Solare», ha detto Hurt. «Potrebbero esserci altri pianeti in tutto il sistema. È solo questione di sapere se possiamo rilevarli».
Ad oggi, gli scienziati hanno scoperto più di 4.000 esopianeti oltre il sistema solare terrestre. Pochi, però, orbitano attorno a stelle luminose o vicine alla Terra come Vega.
«Sarebbe davvero eccitante trovare un pianeta intorno a Vega perché offrirebbe una possibilità di caratterizzazione senza precdenti», ha detto Quinn. C’è solo un problema: Vega è una stella bianca di sequenza principale piuttosto giovane, ciò che gli scienziati chiamano stella di tipo A. Questa classificazione indica oggetti che tendono ad essere più grandi, più giovani e che ruotano molto più velocemente del nostro Sole. Vega, ad esempio, ruota attorno al proprio asse una volta ogni 16 ore, molto più velocemente del Sole che ha un periodo di rotazione di circa 27 giorni terrestri. «Un ritmo così fulmineo», ha detto Quinn, «che può rendere difficile raccogliere dati precisi sul movimento della stella e, per estensione, sui pianeti in orbita attorno ad essa».
Ora, il pianeta candidato dovrà essere confermato (o smentito).
Hurt fa notare che, il modo più semplice, potrebbe essere quello di scansionare direttamente il sistema stellare per cercare la luce emessa dal pianeta caldo e luminoso.
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Premessa, la ricerca e lo studio degli esopianeti, ha in realtà lo scopo di rispondere alla domanda “siamo soli nell’universo?”
Evvabbe’ però ricordatevi che da Vega arrivavano i nemici di Goldrake, è un po’ pericoloso farsi notare, no?
Scherzi a parte il sapere di non essere soli sarebbe la scoperta più sensazionale della Storia dell’umanità. Ma allo stesso tempo ricordando che fine hanno fatto gli aborigeni, gli indiani d’America ed i tanti popoli trovati e conquistati dai popoli più progrediti tecnologicamente forse sarebbe meglio stare belli nascosti. Del resto in natura è chiaro che il sapersi nascondere, il mimetizzarsi è una strategia vincente sia per le prede che per i predatori.
Non viaggerei così lontano con l’immaginazione. La Scienza fa scienza, cerca di capire meglio il mondo che sta attorno a noi. Difficile trovare civiltà evolute così vicine che in qualche modo non si siano palesate… a meno di credere a visite aliene, ad oggi senza nessuna vera prova concreta, ma sono decenni che inviamo segnali nell’universo (progetto SETI), avessero voluto invaderci l’avrebbero già fatto o lo starebbero già facendo 😀
Quello che cerchiamo sono mondi con possibilità di vita, quello che ci aspettiamo per lo più microbica o molto primitiva. Non abbiamo ancora la possibilità di viaggiare oltre il nostro sistema solare, figuriamoci arrivare anche solo nel più vicino sistema stellare, e sarebbe una gran fortuna trovare proprio lì qualcuno con cui comunicare.
Qui si studia la nascita del nostro sistema solare, cercando di studiare sistemi simili ai nostri, magari in procinto di nascere, per vedere come saremmo potuti nascere noi, o dove potrebbe portare l’evoluzione del nostro sistema. Si esplora per la necessità di esplorare e conoscere insita nell’essere umano, per migliorare tecnologie che ci aiutino a risolvere anche problemi più terreni.
Tutto molto pratico e basato sui fatti.
Poi, se mai troveremo un civiltà con cui comunicare, entreranno in campo altre discipline, sociologia. comunicazione, filosofia, storia, politica… e chi lo dice che debba andare come in Goldrake e non come in Star Trek? 😉
Brava Paola! Un commento che condivido in pieno……