“La nostra galassia è un meraviglioso crogiolo di stelle”, afferma Alejandra Recio-Blanco dell’Observatoire de la Côte d’Azur in Francia, membro della collaborazione Gaia. 

COMUNICATO STAMPA

Le stelle e il loro comportamento bizzarro sono al centro del nuovo studio di Gaia, una missione dell’ESA con l’obiettivo di mappare la nostra galassia per studiarne la formazione e la sua evoluzione nel tempo, rivelando nuovi dettagli su composizione e velocità radiale con la quale si avvicinano o allontano da noi.
Nella ricerca è presente il più vasto catalogo mai compilato di stelle binarie, migliaia di oggetti del Sistema Solare e milioni di galassie e quasar esterne alla nostra Via Lattea.

Terremoti Stellari

Una delle scoperte più sorprendenti emerse dai nuovi dati è la capacità di Gaia di rilevare terremoti stellari: piccoli movimenti sulla superficie di una stella che ne modificano la forma.
Queste vibrazioni, simili a tsunami su vasta scala, sono oscillazioni non radiali che smentiscono la teoria attuale secondo cui queste stelle non dovrebbero subire terremoti. In precedenza, infatti, Gaia aveva già rilevato movimenti radiali che espandono e comprimono le stelle ciclicamente, mantenendo tuttavia la loro forma sferica.

Terremoti stellari in azione.
Credit: ESA/Gaia/DPAC, CC BY-SA 3.0 IGO

DNA stellare

Molte misurazioni effettuate da Gaia si basano sullo studio della spettroscopia della stella. Lo spettro stellare è la carta d’identità in grado di fornirci informazioni indispensabili quali composizione, temperatura e moto. Il satellite sta al momento tracciando la più estesa mappa chimica della nostra galassia, dagli oggetti più vicini a noi fino a galassie più piccole che la circondano.
Con Gaia siamo in grado di notare che alcune stelle sono composte da materiale primordiale mentre altre, come il nostro Sole, sono composte da materia arricchita da precedenti generazioni di stelle.
“Questa diversità è estremamente importante, perché ci racconta la storia della formazione della nostra galassia. Rivela i processi di migrazione all’interno della nostra galassia e di accrescimento da galassie esterne. Dimostra inoltre chiaramente che il nostro Sole e  di conseguenza noi,  apparteniamo a un sistema in continua evoluzione, formatosi grazie all’assemblaggio di stelle e gas di diversa origine” (Alejandra Recio-Blanco).

Composizione chimica della Via Lattea.
Credit: ESA/Gaia/DPAC; CC BY-SA 3.0 IGO, CC BY-SA 3.0 IGO

 

Stelle binarie, asteroidi, quasar e altro ancora

Altri documenti pubblicati oggi testimoniano la portata e il potenziale delle scoperte di Gaia. Un nuovo catalogo di stelle binarie presenta la massa e l’evoluzione di oltre 800 mila sistemi binari, mentre una nuova indagine sugli asteroidi, che comprende 156 mila corpi rocciosi, analizza più a fondo l’origine del nostro Sistema solare. Gaia sta anche rivelando informazioni su 10 milioni di stelle variabili, su misteriose macromolecole presenti nel gas tra le stelle, nonché su quasar e galassie lontane.

“A differenza di altre missioni mirate a oggetti specifici, Gaia è una missione di ricerca. Ciò significa che Gaia, pur scandagliando più volte l’intero cielo con miliardi di stelle, è destinata a fare scoperte che ad altre missioni più specializzate sfuggirebbero. Questo è uno dei suoi punti di forza e non vediamo l’ora che la comunità astronomica analizzi i nuovi dati per scoprire sulla nostra galassia e sui suoi dintorni ancora più di quanto avremmo potuto immaginare”, afferma Timo Prusti, scienziato di progetto per Gaia presso l’ESA.

PRESS RELEASE:
Gaia sees strange stars in most detailed Milky Way survey to date

Per approfondire: The Gaia Mission