Mancano meno di 700 chilometri al traguardo e la sonda Hayabusa-2 (che vuol dire falco pellegrino) della Japan Aerospace Exploration Agency (Jaxa) arriverà a destinazione. Parliamo di un obiettivo di tutto rispetto, l’asteroide 162173 Ryugu a 300 milioni di chilometri dalla Terra, da cui la sonda giapponese raccoglierà dei campioni da riportare sul nostro pianeta entro fine anno.
L’immagine di lato raffigura proprio Ryugu ed è stata scattata ieri dalla camera telescopica di navigazione ottica (Onc-T), lo stesso giorno (13 giugno) in cui – 8 anni fa – la sonda Hayabusa ritornò sulla Terra con i campioni dell’asteroide 25143 Itokawa. Questa foto in particolare è stata presa da una distanza di 920 chilometri dall’asteroide con un tempo di esposizione di circa 0,09 secondi. La risoluzione è ancora molto bassa e la forma dell’oggetto è ancora indistinta.
Ernesto Palomba, ricercatore presso l’Istituto di astrofisica e planetologia spaziali (Iaps) dell’Inaf e membro del team di scienziati italiani che lavoreranno ai dati raccolti dalla sonda, spiega: «Tutti gli strumenti sono in perfetto stato di salute pronti all’analisi dettagliata di questo piccolo corpo primitivo. Le ultime immagini arrivate a Terra al centro di controllo dell’Agenzia Spaziale Giapponese mostrano che l’asteroide sembra avere una forma ellissoidale o – come è stata battezzata dagli scienziati giapponesi – una “Dango” shape (il dango è un tradizionale dolce di riso giapponese). Nei prossimi giorni Hayabusa 2 completerà l’approccio e si metterà in orbita attorno a Ryugu. Tra luglio e agosto, gli scienziati effettueranno delle analisi dettagliate sia della struttura geomorfologica sia della composizione della superficie per selezionare dei siti di atterraggio del lander Mascot, che potrebbe avvenire già ai primi di ottobre».
La sonda Hayabusa2 è stata lanciata il 3 dicembre 2014 e l’arrivo è previsto per luglio. Gli obiettivi della missione sono: entrare in orbita attorno a Ryugu e analizzarne la superficie in remote sensing; effettuare misure in situ mediante 3 rover (i Minerva) e un lander; prelevare dei campioni della superficie e trasportarli sulla Terra per analizzarli su scala microscopica.
Ryugu (1999 JU3) è un asteroide di tipo C, di forma quasi sferica e dimensioni di circa 900 metri, con un periodo di rotazione di 7.6 ore. Lo studio dell’asteroide Ryugu permetterà di comprendere fasi ancora incerte della formazione ed evoluzione del Sistema Solare, processo avvenuto circa 4.6 miliardi di anni fa. Le analisi in remote sensing, in situ e microscopiche permetteranno di individuare i minerali che potevano comporre i planetesimi, da cui gli asteroidi si sono formati. Inoltre, le analisi mineralogiche in situ saranno utilizzate come riferimento per lo studio dei campioni trasportati sulla Terra, permettendo di notare eventuali alterazioni nelle proprietà chimico-fisiche che i campioni giunti a Terra potrebbero aver subito.
Palomba aggiunge: «Sono molto emozionato di vedere arrivare queste prime immagini da una missione che sto seguendo da quasi 4 anni. Vorrei avere subito modo di analizzare gli spettri per capire meglio chi abbiamo davanti. La selezione del Landing Site per Mascot richiederà almeno due mesi intensissimi, ma carichi di entusiasmo e di sinergia intellettuale. Dovremo lavorare fianco a fianco con i colleghi giapponesi, europei e americani alla Jaxa di Tokyo dove vedremo arrivare i dati praticamente in tempo reale».
L’Italia si occuperà della caratterizzazione mineralogica della superficie di Ryugu e per l’individuazione dei siti di atterraggio. I dati spettrali acquisiti da Nirs3 saranno analizzati e le caratteristiche spettrali di Ryugu saranno confrontate con quelle di minerali presenti nelle librerie spettrali, così da determinare la composizione mineralogica dell’asteroide.
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