Un panorama marziano da togliere il fiato come ormai HiRISE, la camera ad alta risoluzione della NASA a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), ci ha abituati. Ma in questo panorama salta all’occhio un particolare in più, un piccolo grumolo luminoso e bluastro nella “Woodland Bay”.
L’immagine è stata ripresa il 31 maggio scorso, e quei punti luminosi altro non sono che il rover Curiosity, durante l’esplorazione della Woodland Bay, sovrastata nella parte superiore sinistra dalla Vera Rubin Ridge, dove il rover ha passato gran parte dell’anno. Nella parte superiore destra vediamo invece una chiazza scura di sabbia increspata.
La Woodland Bay si trova all’interno di un’ampia zona argillosa, indicata come “clay-bearing unit”, una nuova nuova tappa di un lungo cammino per il rover, che prevede di fargli attraversare e analizzare aree dalla diversa composizione, e probabilmente anche apparteneti a diversa ere.
La mappa che vedete qui sotto, che mostra le diverse aree divise per composizione, è stata costruita grazie ai dati del Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), raccolti non solo attraverso HiRISE ma anche dalle altre camere a bordo dell’orbiter – il Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars (CRISM) e la Context Camera (CTX) – e a quelli raccolti dalla High Resolution Stereo Camera (HRSC) a bordo della sonda europea Mars Express.
Ora che ormai è dimostrata, e data per assodata, la presenza di acqua liquida nel passato di Marte, lo scopo della missione è capire perché e come a un certo punto il clima marziano è cambiato facendolo diventare l’arido e sterile pianeta che abbiamo davanti oggi.
Ma quel che rende questa immagine particolarmente interessante, è la ripresa dell’ombra del rover e del riflesso del Sole sulle superfici del rover e delle sue appendici. Perché HiRISE possa riprendere questo riflesso, infatti, MRO e le superfici riflettenti del rover devono trovarsi in una precisa angolazione rispetto al Sole: i raggi solari si riflettono su una superficie lucida del rover e vengono deviati tutti nella stessa direzione in un fascio molto stretto e visibile solo da quella particolare angolazione, come quando si cerca di colpire qualcuno con il riflesso di uno specchietto.
In questa immagine i colori sono stati enfatizzati, e il riquadro che contiente Curiosity ingrandito, per mostrare come si vedano tre o quattro riflessi distinti, con uno più a nordovest degli altri.
Inizialmente si è pensato che quest’ultimo fosse il braccio alzato del rover, più distaccato dal corpo centrale delle altre parti, ma studiando bene i riflessi e conoscendo l’orientamente di Curiosity al momento dello scatto, con ogni probabilità si tratta invece della testa del sistema di puntamento remoto, quella che antropomorfizzando il rover si potrebbe indicare proprio come la sua testa, dove sono posizionati la mastcam oltre ad altri sistemi di rilevamento della posizione e di analisi del terreno, e che al momento della ripresa era puntata un po’ in avanti rispetto al resto del rover.
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50 ANNI FA
Lo Sbarco dell’Uomo sulla Luna
La Storia, le Persone, le Emozioni… e tutte le immagini più belle.
Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2019
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