A guardarla distrattamente sembrerebbe una copia meno butterata della nostra Luna. Non ha i continenti di Titano, non sono visibili gli sbuffi dei geyser di Encelado, non è bicolore, rossiccia e bianca, come Giapeto. A prima vista, Dione potrebbe sembrare una delle meno curiose tra le tante lune di Saturno. Eppure le immagini della sonda Cassini Huygens ci mostrano un mondo in parte segnato da dirupi di ghiaccio e con una superficie dalla doppia natura, frutto di una storia geologica ancora tutta da capire.
Il ritratto di oggi è uno dei più recenti realizzati dalla missione Cassini-Huygens con la Narrow Angle Camera il 23 Dicembre scorso, quando la sonda si trovava a poco meno di 250.000 Km dalla luna. L’immagine è nel visibile e la sua risoluzione è di 1,5 Km per ogni pixel (si consiglia di vedere l’immagine nel formato ad alta risoluzione). Nell’inquadratura, il polo nord della luna si trova in alto e ruotato di 39 gradi a sinistra e l’immagine è centrata in modo da evidenziare uno dei fenomeni più peculiari di Dione (55 gradi di latitudine e 85 gradi di longitudine ovest).
A catturare l’attenzione sono le fratture sottili e brillanti che percorrono gran parte della superficie della luna (vedi la parte illuminata verso la destra del disco). La loro misteriosa esistenza era già stata rivelata dalle prime immagini delle camere delle missioni Voyager nel 1980. Oggi si pensa che queste fratture luminose siano delle strutture geologicamente giovani, delle rupi scoscese che tagliano come enormi canyon la superficie di Dione, esponendo alla luce il materiale ghiacciato e luminoso della crosta. In molti punti, questi diurpi si sovrappongono ai pochi e piccoli crateri presenti, rivelando dunque una loro formazione più recente (vedi più in basso o a questo link una immagine più dettagliata di queste strutture che ricoprono la superficie di Dione).
Una seconda caratteristica della luna, meno evidente da questo ritratto, è il fatto che Dione sia un corpo celeste dalla doppia anima. Nella parte poco illuminata e poco visibile del disco, si indovina infatti una diversa superficie della luna, coperta di crateri in numero e di dimensioni ben superiori a quelli visibili nella parte illuminata dell’immagine.
Per essere spiegata, questa caratteristica necessita di un minimo di conoscenza della dinamica del satellite di Saturno. Dione ruota in modo sincrono intorno a Saturo presentando al pianeta sempre la stessa faccia, e la sua superficie mostra una chiara distinzione tra i due emisferi: quello anteriore (nella direzione del moto) e quello posteriore (nella direzione contraria). Se l’emisfero anteriore, come abbiamo visto, è coperto da una rete di brillanti e sottili striature su sfondo scuro e da crateri di dimensioni limitate, al contrario l’emisfero posteriore è ricoperto da crateri di dimensioni ben più grandi (si contano crateri più grandi di 100 Km, assenti sull’altro emisfero).
Una differenza, questa, in netta opposizione con quanto predetto dalla teoria che, in modo intuitivo, propenderebbe per una craterizzazione piu evidente della faccia nella direzione del moto e che, per essere spiegata, prevede forti sconvolgimenti nel passato di questa misteriosa luna di Saturno.