La sonda DART in procinto di schiantarsi su Didymos B in una ricostruzione artistica. Credits: NASA/JHUAPL - Processing: M. di Lorenzo

Il mese scorso molti si rattristarono per la decisione della NASA che, a causa del mancato supporto finanziario da parte del Congresso americano, fu costretta a chiudere definitivamente il progetto Asteroid Redirect Mission (ARM) dopo anni di studi e di revisioni.

La sonda ARM nell'atto di arpionare il masso da riportare a Terra, in una ricostruzione artistica. - Credit: NASA

La missione ARM venne proposta nel 2013 e prevedeva, inizialmente, la cattura di un piccolo asteroide NEO (qualche metro di diametro); una volta deviato dalla sua traiettoria, sarebbe stato trasferito in orbita lunare e un equipaggio umano, partito da Terra con un razzo Orion, lo avrebbe studiato con calma. Successivamente, per ridurre i rischi, si ripiegò sull’idea di una missione “sample return” con l’atterraggio su un asteroide più grande e il prelievo dalla sua superficie di un masso di dimensioni contenute, da riportare a Terra. Uno dei potenziali obiettivi, tra l’altro, era proprio Bennu, il NEO verso il quale è diretta la missione Osiris-Rex.

La missione DART, al contrario, è più semplice e si propone di colpire un piccolo asteroide per studiarne gli effetti dinamici. La tecnica di impatto cinetico si basa sul lieve cambiamento di velocità di un asteroide pericoloso, tramite un impatto effettuato in largo anticipo per modificare l’orbita dell’asteroide quanto basta ad evitare la catastrofe. Anche in questo caso è previsto un motore a propulsione elettrica.

L’obiettivo di DART è un asteroide che avrà un approccio distante con la Terra nell’ottobre del 2022 e poi ancora nel 2024. L’asteroide è chiamato Didymos (gemelli in greco) perché è un sistema binario: Didymos A, circa 780 metri di diametro, e il piccolo Didymos B, di circa 160 metri, che è l’obiettivo di DART. Il sistema Didymos è stato studiato a partire dal 2003; l’oggetto primario è un asteroide di tipo S roccioso, mentre la composizione del suo piccolo compagno è sconosciuta.

«Un asteroide binario è il perfetto laboratorio naturale per questo test», ha detto Tom Statler, scienziato del programma per DART presso la NASA, «Il fatto che Didymos B sia in orbita intorno a Didymos A rende più facile vedere i risultati dell’impatto e ci assicura che l’esperimento non cambi l’orbita della coppia intorno al sole». Qui di seguito un video con una simulazione dell’impatto:

Dopo il lancio, DART si dirigerà autonomamente sul bersaglio e lo colpirà a una velocità circa nove volte maggiore di un proiettile (6 chilometri al secondo). Gli osservatori terrestri dovrebbero essere in grado di vedere l’impatto e la conseguente variazione nell’orbita di Didymos B, consentendo agli scienziati di determinare meglio le potenzialità dell’impatto cinetico come strategia di mitigazione del rischio di impatto da asteroidi.

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«DART è un passo fondamentale per dimostrare che possiamo proteggere il nostro pianeta da un impatto futuro», ha dichiarato Andy Cheng del Laboratorio Applied Physics di Johns Hopkins. «Poiché non conosciamo molto circa la struttura interna o la composizione degli asteroidi, dobbiamo eseguire questo esperimento su uno vero».

Riferimenti:

http://www.skyandtelescope.com/astronomy-news/nasa-closes-out-asteroid-redirect-mission

https://www.nasa.gov/feature/nasa-s-first-asteroid-deflection-mission-enters-next-design-phase


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