Affascinato dal sistema solare in formazione attorno a questa giovane stella fin dalla sua scoperta nel 1984, Olsen ha tentato per un paio di anni di catturarne un’immagine col suo riflettore da 10” accoppiato ad un CCD, applicando una tecnica suggerita in un articolo tecnico pubblicato nel 1993, ‘Observation of the central part of the beta Pictoris disk with an anti-blooming CCD’ (Lecavelier des etangs, A., Perrin, G., Ferlet, R., Vidal-Madjar, A., Colas, F., et al., 1993, A&A, 274, 877).

Il principale problema quando si affrontano riprese del genere è costituito dalla luce emanata dall’astro centrale, che offusca completamente l’emissione molto più debole degli oggetti del disco circumstellare. In pratica si tratta di attendere le condizioni di osservabilità più favorevoli per riprendere sia Beta Pictoris sia l’immagine di una stella simile nelle sue vicinanze, elaborando poi l’immagine del sistema Pictoris in modo di sottrarre l’immagine della seconda stella applicando un software compensativo delle differenze di magnitudo e angolazione.

Un procedimento articolato (descritto dall’Autore stesso in un articolo in pubblicazione nel prossimo numero di Coelum!), ma alla portata degli astrofili, che ha consentito a Olsen di ottenere un risultato davvero ottimo ed i complimenti nostri e di tutti gli appassionati di astronomia, inaugurando un settore di ricerca potenzialmente prezioso per collaborazioni con ambiti professionali.

Per i dettagli tecnici si può consultare il sito di Olsen.