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Siamo nel 2021 ed è l’alba su Marte.
L’orbiter NASA Mars Odyssey scatta delle immagini utilizzando la banda di luce visibile (quella percepita dall’occhio umano) per osservare il ghiaccio mattutino spettrale, bianco-azzurro, illuminato dal Sole nascente. Ma è solo usando la telecamera termosensibile dell’orbiter che il gelo appare più ampiamente, anche in aree in cui non era visibile, suscitando enorme sorpresa tra gli scienziati.
IL GHIACCIO INVISIBILE
Come è possibile che parte del ghiaccio sia invisibile ad occhio nudo? E perché su alcuni pendii compaiono valanghe di polvere?
Il ghiaccio osservato dall’orbiter è quello che si forma durante la notte ed è composto principalmente da anidride carbonica (essenzialmente ghiaccio secco) che spesso appare come brina sul Pianeta Rosso piuttosto che sotto forma di ghiaccio. Ma perché era visibile in alcuni luoghi e non in altri?
In un articolo pubblicato il mese scorso sul Journal of Geophysical Research: Planets, gli scienziati hanno proposto una risposta sorprendente che potrebbe anche spiegare come le valanghe di polvere, che stanno rimodellando il pianeta, si inneschino dopo l’alba.
DAL GHIACCIO AL VAPORE
«L’orbita mattutina dell’orbiter Odyssey produce immagini davvero spettacolari», ha affermato Sylvain Piqueux del Jet Propulsion Laboratory della NASA, che ha guidato l’articolo. «Possiamo vedere le lunghe ombre dell’alba mentre si estendono sulla superficie del pianeta».
Poiché Marte ha così poca atmosfera (solo l’1% della densità di quella terrestre), il Sole riscalda rapidamente il gelo che si accumula durante la notte. Invece di sciogliersi, il ghiaccio secco si vaporizza nell’atmosfera in pochi minuti.
Lucas Lange del JPL, collega di Piqueux, ha notato per la prima volta la firma del ghiaccio a basse temperature in molti punti in cui non poteva essere visto in superficie. Queste “firme” hanno uno spessore di solamente poche decine di micron e si trovano nel sottosuolo: in pratica, meno della larghezza di un capello umano “sotto” la superficie!
«Il nostro primo pensiero era che il ghiaccio potesse essere sepolto lì», ha detto Lange. «Il ghiaccio secco è abbondante vicino ai poli di Marte, ma stavamo osservando più vicino all’equatore del pianeta, dove generalmente è troppo caldo per la formazione di ghiaccio secco».
LE CONCLUSIONI
Nel loro articolo, gli autori propongono di stare osservando del “ghiaccio sporco” ovvero ghiaccio secco misto a granelli di polvere fini che lo oscurano alla luce visibile, ma non nelle immagini a infrarossi.
Gli scienziati sono giunti a sospettare anche che questo “ghiaccio sporco” possa anche spiegare alcune delle strisce scure che possono estendersi per più di 1.000 metri lungo i pendii marziani.
Queste striature derivavano, essenzialmente, da valanghe di polvere che lentamente rimodellano i fianchi delle montagne in tutto il pianeta.
Gli scienziati pensano che queste valanghe di polvere assomiglino a un fiume di polvere che avvolge il suolo e rilascia una scia di materiale soffice dietro. Poiché la polvere viaggia in discesa per diverse ore, espone strisce di materiale più scuro al di sotto.
Per approfondire su questi “fiumi di polvere”, l’articolo NASA: Recurring Martian Streaks: Flowing Sand, Not Water?
Altre info qui:
Science at Sunrise: Solving the Mystery of Frost Hiding on Mars