La collina di Arcetri, a Firenze, sarà protagonista questa settimana di un evento straordinario: per la prima volta il pianoforte di Einstein verrà suonato in pubblico all’Osservatorio astrofisico dell’INAF. E intorno al pianoforte verrà ripercorsa, giovedì 23 giugno alle ore 21, presso il Teatro del Cielo, un’affascinante storia legata a questo strumento musicale. Il pianoforte a coda, costruito dalla Julius Blüthner Pianofortefabrik a Lipsia nel 1899, fu acquistato di seconda mano da Albert Einstein nel 1931 per la sorella minore Maria, detta Maja, che dal 1922 abitava nei dintorni di Firenze. Maja lo suonava insieme a suo fratello, violinista, e a quattro mani con il giovane amico Hans-Joachim Staude, pittore e appassionato pianista, che abitava non lontano da Arcetri.
Nel 1939 Maja si vide costretta a lasciare l’Italia in seguito alle leggi razziali, raggiungendo il fratello a Princeton. Il pianoforte fu affidato quindi da Maja all’amico Staude e da lui è passato in eredità ai figli Jacopo, astrofisico ad Heidelberg, e Angela, moglie di Tiziano Terzani, che l’hanno conservato nella loro casa di Firenze fino ad oggi. La famiglia Staude ha adesso deciso di lasciarlo in comodato all’Osservatorio di Arcetri, dove rimarrà per molti anni.
Ma intorno al pianoforte si lega un’altra vicenda, che verrà ricordata nella serata del 23 giugno, e riguarda la figura di Robert Einstein, cugino di primo grado di Albert e Maja, anche lui approdato a Firenze a metà degli anni ’30, e protagonista di un eccidio nazista perpetuato nei confronti delle figlie e della moglie a San Donato, vicino a Rignano sull’Arno. Questo episodio è stato descritto nel libro Il Cielo cade da una testimone, Lorenza Mazzetti, che sarà presente ad Arcetri in occasione della serata dedicata al pianoforte di Einstein.
Francesco Palla, astronomo ed ex direttore dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri, scomparso prematuramente lo scorso gennaio, aveva scoperto, studiato e comunicato con passione la storia del pianoforte di Einstein e aveva cominciato poco prima della sua morte, all’insaputa dei più, ad adoperarsi affinché il pianoforte potesse essere ospitato all’interno della Biblioteca dell’Osservatorio. Le sue parole, che qui ricordiamo, esprimono bene la sintesi di passione scientifica, curiosità intellettuale e amore per il paesaggio che avevano ispirato la sua vita e che trovavano nelle vicende delle famiglie Einstein e Staude una perfetta fusione.
“L’elemento naturale che aveva richiamato a Firenze questi quattro personaggi era l’impareggiabile bellezza delle sue colline che permetteva lunghe e solitarie passeggiate a poca distanza dallo storico centro. Il pianoforte di Einstein, giunto fino a noi, è l’unico testimone diretto di una vicenda poco nota che coinvolse gli Einstein e Hans-Joachim Staude in un intreccio dai risvolti umani, artistici e scientifici.”
La serata del 23 giugno è dedicata a Francesco Palla e si chiuderà con un concerto per pianoforte a quattro mani. Qui il programma e informazioni per la prenotazione (obbligatoria).
Per saperne di più:
- Leggi su Coelum Astronomia di giugno 2016 l’articolo di Francesco Palla (con introduzione di Sabrina Masiero) sul pianoforte di Einstein
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