“Un successo frutto dell’eccellenza espressa dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e dall’Agenzia Spaziale Italiana con il prezioso sostegno del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica e della Regione Sardegna”. Sono queste le parole contenute nel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente dell’INAF Giovanni Bignami in occasione dell’inaugurazione del super telescopio SRT, avvenuta il 30 settembre scorso, in località Pranu Sanguini, nel comune di San Basilio, in provincia di Cagliari.
Alla cerimonia hanno preso parte oltre al sottosegretario del MIUR, Marco Rossi Doria, anche il Presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci e in rappresentanza di ASI, il Chief scientist Enrico Flamini.
Ideato per applicazioni di radioastronomia, geodinamica e scienze spaziali, il Sardinia Radio Telescope (SRT) vanta numeri da record: è dotato di uno specchio primario di 64 metri, con diverse posizioni focali e una copertura di frequenza da 0,3 a 100 GHz.
L’impianto è stato finanziato principalmente dal MIUR, dall’ASI e dalla Regione Sardegna e sarà utilizzato sia per studiare le sorgenti radio dell’Universo sia per operare come stazione ricevente di Terra per le sonde interplanetarie. Il progetto SRT si inquadra in un ampio programma di sviluppo scientifico, tecnologico e di alta formazione in Sardegna e si configura come una facility internazionale di altissimo profilo.
Il difficile e spettacolare assemblaggio dello strumento è stato completato in loco nel 2011. Dopo il collaudo meccanico, il radiotelescopio ha visto la prima luce l’8 agosto del 2012, quando è stato puntato in direzione della radiosorgente Hydra A e successivamente verso una magnetar situata nel centro della Via Lattea, di cui ha registrato il segnale in alta qualità. Nei prossimi anni, con SRT, i ricercatori si aspettano di effettuare importanti scoperte sulla natura e l’origine dell’universo.
L’ASI, che fornisce gli equipaggiamenti di telecomunicazioni da integrare nel sistema e potrà utilizzare il 20% del tempo antenna per propri scopi, ha contribuito al programma con una quota di circa il 25% del costo complessivo. In futuro ASI contribuirà ulteriormente allo sviluppo degli apparati di telecomunicazioni e per il controllo delle sonde interplanetarie.
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