Il telescopio spaziale Kepler, secondo quando comunicato dalla NASA,  è stato vittima di un’anomalia sulla cui natura si sta ancora indagando. Il computer di bordo avrebbe attivato in maniera autonoma la modalità di emergenza, una particolare configurazione di volo che prevede il minimo consumo di energia, ma che in compenso comporta l’utilizzo di grandi quantità di carburante. Il telescopio ha informato i controllori di volo dell’attivazione di tale modalità nella finestra radio del 7 aprile.

I dati diagnostici scaricati durante il contatto precedente, risalente al 4 aprile, indicavano che tutti i sistemi stavano operando come previsto.

A complicare ulteriormente i tentativi di recupero, il telescopio si trova a ben 118 milioni di chilometri dalla Terra, ovvero circa 6,57 minuti luce, ovvero sono necessari 13 minuti perché un segnale possa arrivare alla sonda e la risposta tornare indietro . Tuttavia, l’attivazione della modalità di emergenza ha fatto sì le comunicazioni tra Kepler e il Deep Space Network della NASA abbiano acquisito la priorità assoluta, mettendo tutte le altre sonde in giro per il Sistema Solare in secondo piano.

Le analisi preliminari dei pochi dati di telemetria scaricati finora indicano che l’anomalia è avvenuta poco prima di una manovra che avrebbe cambiato l’assetto del telescopio, puntandolo in direzione del cuore della Via Lattea per una nuova campagna osservativa nell’ambito della missione K2.


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