I radioastronomi hanno scoperto l’impronta chimica dell’atomo di Carbonio, l’elemento di base per la costruzione delle molecole organiche e biologiche, anche nelle stelle della più remota radiogalassia conosciuta: TN J0924-2201, un oggetto con red-shift z = 5,19, che risalirebbe al primo miliardo di anni dopo il Big Bang.
I ricercatori dell’Università di Tokyo hanno identificato le righe di assorbimento del carbonio, nello spettro emesso dalla debole galassia, usando lo spettrografo FOCAS del Telescopio SUBARU, determinandone la presenza di quantità significative.
Si tratta di una scoperta importante, perché retrodata in maniera decisa l’epoca della sintesi di elementi pesanti scaturiti dalla nucleosintesi stellare, aprendo nuove ipotesi sulla tempistica necessaria per l’instaurarsi dei processi chimici basilari per la sintesi delle prime molecole biorganiche.
La scelta della più lontana radiogalassia conosciuta non è stata casuale: una precedente survey condotta dallo stesso gruppo di ricerca aveva infatti rilevato che l’indice di “metallicità” presente nelle galassie (gli astronomi intendono come “metallo” qualsiasi elemento più pesante di idrogeno ed elio) ha conosciuto il più rapido arricchimento proprio nelle galassie più remore nello spazio-tempo.
Se l’Universo uscito dal Big Bang conteneva, secondo il modello standard, soltanto idrogeno, elio e tracce di litio, la presenza di carbonio ed altri elementi più pesanti fin dal primo miliardo di anni suggerisce che i processi di nucleosintesi stellare si sono verificati molto più rapidamente di quanto previsto, e apre la possibilità che molecole organiche si siano poi potute evolvere in tempi sufficientemente lunghi per poter raggiungere un alto grado di complessità.