Una grafica dello studio che mostra la differenza di "colore" nelle zone osservate. ESA/ATG medialab; Data: ESA/Rosetta/VIRTIS/INAF-IAPS/OBS DE PARIS-LESIA/DLR; G. Filacchione et al (2016)

67P ha cambiato colore davanti agli occhi di Rosetta durante la fase di avvicinamento al Sole. Questo è quanto osservato dallo spettrometro italiano  VIRTIS che ha analizzato le regioni a nord e all’equatore della cometa subito dopo il rendez-vous della sonda nell’agosto del 2014.

Il risultato delle osservazioni è stato pubblicato sulla rivista Icarus e riguarda il periodo che va da agosto  fino a novembre 2014 quando Rosetta ha sorvolato 67P da una distanza variabile dai 100 fino a 10 chilometri dal nucleo, mentre la cometa compiva il suo avvicinamento al Sole passando da 542 a 438 milioni di chilometri di distanza.

È la prima volta che una sonda osserva la dinamica di una cometa nel suo moto attorno al Sole: «è una delle peculiarità di Rosetta – ha riferito Mario Salatti, responsabile ASI per la missione –  lo spettrometro ha così avuto modo di registrare il cambiamento della composizione della superficie della cometa nella sua fase di avvicinamento alla stella e conseguentemente del suo colore».

VIRTIS ha quindi  monitorato i cambiamenti di luce riflessa dalla superficie in un ampio intervallo di lunghezze d’onda del visibile e dell’infrarosso, utilizzandoli come indicatori dei cambiamenti nella composizione dello strato più esterno della cometa.

«Sembra che ci sia un’abbondanza di acqua-ghiaccio negli strati superficiali della cometa – ha commentato Gianrico Filacchionedell’INAF, autore principale dello studio – e ciò si traduce in una modifica delle firme spettrali osservate. È come se 67P stesse cambiando di colore davanti ai nostri occhi».

La cometa ripresa il 19 settembre 2014 da una distanza di 28,6 chilometri dalla superficie – NavCam

Al suo arrivo sulla cometa Rosetta, ha trovato davanti a sé un corpo celeste estremamente scuro che rifletteva solo il 6% della luce su di esso. La maggior parte della superficie, infatti, era ricoperta da uno strato di polvere scura e asciutta composta da una miscela di minerali e sostanze organiche.

Nel complesso 67P ha un colore rossastro grazie alla presenza di materiale organico mentre le zone più ricche di ghiaccio dacqua appaiono blu. Già nell’agosto 2014 i ghiacci nascosti sotto la superficie della cometa stavano iniziando ad essere riscaldati dalla luce solare in modo graduale, per poi sublimare in gas sollevando polveri che avrebbero contribuito alla formazione della coda di 67P.

Un mosaico di sei immagini provenienti dalla camera OSIRIS di Imhotep, la zona in cui VIRTIS ha confermato per la prima volta la presenza di ghiaccio d'acqua esposto dall'attività della cometa. ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA

VIRTIS ha ha infatti mostrato che il nuovo strato di materiale esposto era più riflettente del precedente, un fenomeno che ha reso la cometa più luminosa e ricca di ghiaccio: per questo motivo l’astro appariva più blu.

La luminosità della cometa è variata del 34% con punte che oscillano dal 6,4% al 9,7% in tre mesi di osservazione nella regione di Imhotep.

Altri inediti meccanismi verranno svelati quando sarà conclusa l’analisi dei dati raccolti da VIRTIS nella fase di allontanamento del Sole.


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