Prima di Spirit ed Opportunity, prima di Curiosity e perfino anche molto prima di Sojourner ci fu il Lunokhod 1, prototipo di rover mobile automatico, spedito dai sovietici in giro per la Luna dal novembre del 1970 al settembre del 1971.
Proposto all’epoca come – l’improponibile – risposta dell’URSS della guerra fredda agli allunaggi americani con astronauti sul suolo lunare, il Lunokhod può essere a tutti gli effetti considerato l’archetipo dei rover automatici, inviati in seguito ad esplorare il suolo di Marte e destinati, almeno secondo i progetti dei principali enti spaziali internazionali, anche a più ambiziose missioni verso asteroidi e satelliti dei pianeti esterni del Sistema Solare.
Operativo per oltre 300 giorni – quattro volte di più del previsto – tra le regoliti del Mare Imbrium, il Lunokhod 1 percorse in tutto 10540 metri, effettuando circa 500 campionamenti del suolo lunare, oltre a trasmettere 20000 immagini a Terra.
Il rover, che pesava 5600 Kg e come aspetto sembrava uscito da un racconto di Jules Verne o da un flm di Karel Zeman (ricordava una grossa pentola a pressione, sormontata su otto ruote simili a quelle dei range-rover usati dai colleghi americani degli Apollo, da cui spuntavano sensori, antenne e braccia meccaniche per i campionamenti) fu lanciato dall’URSS il 10 novembre 1970 assieme al lander Luna 17, raggiungendo la Luna 5 giorni dopo: entrò in operatività dopo il dispiegamento dei pannelli solari, realizzando molti esperimenti grazie al telescopio ed allo spettrometro a raggi X che trasportava, uniti ad un laser ed un rilevatore di raggi cosmici.
Il rover sovietico ebbe un solo successore – il Lunokhod 2, allunato il 15 gennaio 1973 sul fondale del cratere Le Monnier, nel bacino Serenitatis; rimase operativo fino al 4 giugno 1973, quando i suoi pannelli si surriscaldarono, a causa di un urto contro il bordo di un cratere nella Fossa Recta, accusato qualche giorno prima, che provocò una “pioggia” di polvere di regolite addosso al rover.
Percorse in tutto 37 Km sui basalti del Mare Serenitatis: era stato progettato in funzione del rilevamento di siti di allunaggio per missioni con cosmonauti a bordo, ma il ritardo ormai incolmabile accusato dai russi nei confronti della NASA, giunta per prima sul suolo lunare con dure ripercussioni sul prestigio dell’URSS, costrinse l’ente spaziale sovietico a cancellare il programma lunare deviando sullo sviluppo della stazione orbitale Salyut.
Nonostante la mancata prosecuzione per decisione politica – in effetti altri modelli di rover Lunokhod erano stati costruiti in URSS per altre missioni, ma non furono mai inviati sulla Luna – il progetto Lunokhod segnò un innegabile successo della tecnologia spaziale sovietica, capace di progettare e costruire un robot che avrebbe detenuto, per oltre 40 anni dopo la cessazione dell’attività di ricerca, il record di longevità sul suolo di un altro mondo, fino ai tempi dei Mars Exploration Rover.
Le immagini ad alta risoluzione sono state ottenute dalla telecamera del Lunar Reconnaissance Orbiter da una quota di 33 Km, nel quadro della survey dedicata a studi di posizione e geofisica lunare triangolando i siti lunari visitati da missioni storiche.
Trova i rover sovietici Lunokhod e le loro tracce nelle proiezioni cartografiche ad alta risoluzione ottenute dalle immagini LROC NAC: Lunokhod 1 e Lunokohd 2.