Tra fine novembre e inizio dicembre 2015, la sonda americana MAVEN in orbita attorno a Marte ha effettuato una serie di passaggi ravvicinati accanto a Phobos, calandosi fino a una distanza di soli 500 chilometri dalla luna del Pianeta Rosso. La sonda americana ha puntato quasi tutti i suoi sensori in direzione dell’enigmatica luna, nel tentativo di far luce sulla sua misteriosa origine. La fotocamera IUVS, in particolare, è riuscita a spiare la superficie di Phobos nell’ultravioletto, raccogliendo preziose informazioni sulla sua composizione.
Le immagini mostrano la luce solare riflessa dalla superficie di Phobos nel medio ultravioletto, reso in arancione. Sullo sfondo, il colore blu rivela la luce ultravioletta emessa a 121.6 nanometri di lunghezza d’onda, corrispondente alle radiazioni elettromagnetiche disperse dall’idrogeno che popola gli strati esterni dell’atmosfera marziana.
Confrontando le analisi spettrali della superficie di Phobos con quelle di asteroidi e meteoriti, gli scienziati potranno confermare o meno la sospetta origine asteroidale della luna: non è ancora chiaro, infatti, se Phobos sia un asteroide catturato dalla gravità di Marte oppure se si sia formato già in orbita attorno al Pianeta Rosso. Secondo gli scienziati, i dati raccolti da MAVEN nell’ultravioletto saranno anche in grado di smascherare eventuali molecole organiche sulla superficie, la cui presenza è stata suggerita dai dati raccolti dalla sonda europea Mars Express.
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