5 Novembre 2010 – Ore 1200 UTC
Il meeting dei manager NASA di questa mattina ha valutato la situazione e finalmente è stato dato il GO per il caricamento dei propellenti nel serbatoio esterno. In rampa si stanno quindi pompando circa due milioni di litri di ossigeno ed idrogeno liquidi che andranno a riempire l’ET.
Per oggi il meteo è al 70% favorevole con un po’ di nubi intorno ai 1200 metri di quota e venti fra 30 e 50 km/h.
L’orario di lancio per stasera è fissato per le 20:04 italiane (1904 UTC – 15:04 della Florida)..
5 Novembre 2010 – Ore 1215 UTC.
E’ stata rilevata una leggera perdita di idrogeno gassoso da una giunzione del Ground Umbilical Carrier Plate, che sarebbe uno dei bracci di connessione del serbatoio esterno con la torre. Il GUCP si occupa di estrarre l’idrogeno gassoso e portarlo a distanza di sicurezza dove viene bruciato (è la fiamma che si vede vicino al pad 39A nei lanci notturni).
I tecnici sono al lavoro per capire come comportarsi, intanto il countdown prosegue.
5 Novembre 2010 – Ore 1248 UTC
La fuga di gas era troppo pericolosa, di conseguenza il lancio è stato nuovamente rinviato a causa della fuga di idrogeno.
Non si sa ancora quando si potrà lanciare dato che occorre tempo già solo per mettere in sicurezza tutta la zona: il caricamento dei criogenici era già a buon punto ed ora devono essere riportati nei serbatoi del pad, oltre che permettere ai tecnici di verificare la fonte del problema senza possibili pericoli di esplosioni. Si parla di almeno 48 ore.
Mi sa che il lancio passerà al mese prossimo: la prossima finestra di lancio si estende dal primo al 5 dicembre.
Questo problema si era già verificato su una delle scorse missioni (dovrebbe essere la STS-127), esattamente allo stesso connettore.
Dopo il blocco del conteggio alla rovescia di oggi, la direzione missione ha dato il via libera allo svuotamento del grande serbatoio esterno.
In un primo momento pareva possibile che il problema potesse venire risolto in tempi ragionevoli, intorno alle 48/72 ore e quindi è stato dato un nuovo possibile momento per il lancio, cioè lunedì sera.
Durante lo svuotamento però alcuni tecnici si sono accorti di una frattura nel rivestimento in schiuma del serbatoio esterno, in corrispondenza dell’intertank, cioè l’anello dell’external tank posto all’altezza del muso dell’orbiter che unisce i due serbatoi veri e propri che compongono l’ET. A questo punto sappiamo per certo che il lancio sarebbe stato abortito comunque, ma la complicazione è che non si sa se la riparazione potrà essere eseguita sul pad. Assumendo che si possa lavorare sul posto, il nuovo momento di lancio è stato fissato non prima del 30 novembre alle 10:05:46 italiane (0905:46 UTC). La finestra di lancio dura fino al 5-6 dicembre, dato che per metà mese dovrebbe raggiungere la Stazione la Soyuz che porta la Expedition con il nostro Nespoli.
Alla NASA non vogliono sentir parlare di sfortuna: gli orbiter hanno quasi trent’anni e come tutte le macchine possono guastarsi. Era diverso tempo che tutto filava liscio ed ora qualche grana viene fuori.
“Frustrante? Certo che è frustrante! Sarebbe molto meglio se fossimo già sulla Stazione Spaziale, è ovvio” ha detto Michael Leinbach, direttore di lancio.
Al momento dell’interruzione del countdown i sensori delle fughe di idrogeno segnavano una concentrazione del 6% rispetto ad un limite massimo ammissibile del 4%. Da considerare che il 6% è il fondoscala dei sensori, quindi la concentrazione era sicuramente maggiore.
Non ci resta che aspettare, stavolta un po’ di più degli altri rinvii…