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Bentornati su Marte!

In questo 28esimo appuntamento della rubrica continuiamo a seguire le esplorazioni di Perseverance nel cratere Jezero con tantissime immagini e vari dettagli tecnici. C’è anche qualche nuova fotografia scattata a Ingenuity e uno sviluppo sulla missione dell’elicotterino. Si parte!

Riprendiamo il filo

A fine marzo abbiamo lasciato Perseverance nei pressi della roccia Bunsen Peak da cui aveva estratto pochi giorni prima il carotaggio denominato Comet Geyser, il suo 21esimo campione roccioso nonché 24esimo in totale. Altre due fiale sono state riempite di regolite nell’ottobre 2022 (vedi News da Marte #6) e una contiene dell’atmosfera marziana.
Anche il nome Comet Geyser deriva da un’attrazione del Parco di Yellowstone così come Bunsen Peak fa riferimento all’omonima montagna di 2610 metri all’interno del parco.

News da Marte #28: Perseverance Ingenuity
Bunsen Peak ripresa dalla Left NavCam, Sol 1088. NASA/JPL-Caltech

Gli scienziati guardano con molto interesse a questa roccia. Le analisi svolte sembrano infatti suggerire che il campione Comet Geyser sia composto principalmente da due minerali: carbonato e silice. Entrambi sono materiali con ottime potenzialità per la conservazione delle biosignature, antichi segni di vita batterica, e preservano inoltre le tracce delle condizioni ambientali in cui si sono formati. La scoperta di carbonato in Bunsen Peak offre preziose indicazioni sul passato del cratere Jezero. Questo composto, insieme alla presenza di silice, suggerisce un ambiente in cui acqua, biossido di carbonio e altri elementi chimici hanno reagito con le rocce circostanti, formando questi minerali. L’analisi di tali composti può fornire importanti informazioni sul clima passato e sulla possibilità di vita antica su Marte.

La conservazione di biosignature in carbonato e silice è un fenomeno noto anche sulla Terra, dove queste rocce possono preservare tracce di vita per milioni, se non miliardi, di anni. Alcune delle prove più antiche di vita sulla Terra provengono proprio da rocce contenenti frammenti di cellule microbiche, fossilizzate nel corso del tempo grazie all’azione della silice. Di conseguenza, le rocce contenenti questi minerali sono considerate di vitale importanza per comprendere se Marte abbia mai ospitato vita batterica.

Il rover torna in marcia

Otto giorni dopo le ultime osservazioni su Bunsen Peak Perseverance ha ripreso a muoversi verso ovest senza attraversare l’antico canale sabbioso denominato Neretva Vallis bensì costeggiandolo da sud.

Il Sol 1110 di missione (4 aprile) Perseverance scatta una serie di foto rivolto verso nord con le sue camere zoom.

News da Marte #28: Perseverance Ingenuity
Posizione di Perseverance nel Sol 1110. NASA/JPL-Caltech

Nell’ampia panoramica di 24 immagini inquadra ancora il suo compagno, l’elicottero Ingenuity, svelando nuovi dettagli sul problema fatale occorso a quest’ultimo il 18 gennaio.

News da Marte #28: Perseverance Ingenuity
Panoramica acquisita da Perseverance nel Sol 1110. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras
News da Marte #28: Perseverance Ingenuity
Zoom del panorama. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

Grazie allo spostamento verso ovest, Perseverance è ora in grado di scorgere il versante nascosto della duna di Valinor Hills (nome dato al luogo dove Ingenuity è atterrato al termine del suo 72esimo e ultimo volo) e nella sabbia scorgiamo le tracce lasciate dall’atterraggio violento dell’elicottero.

Nuovi dettagli svelati dalle foto del Sol 1110. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

Grazie all’interpolazione dell’immagine e un potente zoom, sul versante ovest della duna (ovvero a sinistra della foto) si scorgono nitidamente altri segni lasciati da Ingenuity come conseguenza del primo contatto con il terreno.

In qualche modo l’elicottero potrebbe poi essere “rimbalzato” sull’altro versante (le gambe di atterraggio sono connesse al corpo tramite delle lamelle di metallo che fungono da ammortizzatori) toccando nuovamente la sabbia e scivolando leggermente verso est come documentato in altre foto più dettagliate degli scorsi mesi. Vale infine la pena evidenziare che il pezzo dell’elica, quello scagliato a 15 metri di distanza dall’elicottero, ha cambiato posizione rispetto alla foto del 24 febbraio.

Sopra: immagine di Ingenuity scattata il 24 febbraio con il RMI SuperCam, NASA/JPL-Caltech/LANL/CNES/CNRS. Sotto: nuova foto del 4 aprile, NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

Nonostante i venti su Marte siano solo delle leggerissime brezze a causa dell’atmosfera rarefatta, questo non dovrebbe sorprenderci del tutto in quanto l’elica pesa solo 18 grammi ed è pur sempre una superficie alare, studiata per reagire in modo efficace ai flussi d’aria.

Verso ovest

Successivamente al prelievo da Bunsen Peak Perseverance ha marciato verso ovest percorrendo in tutto circa 1285 metri in poco più di 50 Sol. Tutto il tragitto è mostrato nelle mappe elaborate dalla NASA e messe a disposizione della community di appassionati. Il marker rosso a destra indica la posizione in cui è stato eseguito il prelievo mentre la posizione di Perseverance (aggiornata al 18 maggio, Sol 1153) è il marker blu a sinistra.

1285 metri in circa 50 Sol non è una gran velocità per il rover, che ci ha abituati a spostamenti giornalieri di svariate centinaia di metri eseguiti grazie alle eccellenti abilità del suo sistema di navigazione autonoma.

Perseverance ha un computer specializzato nell’elaborazione in tempo reale delle immagini acquisite da vari dispositivi fotografici: ci sono le note NavCam, ospitate nella “testa” e quindi in posizione molto rialzata, ma anche le Hazard Avoidance Cameras montate nella parte bassa del rover (quattro anteriori e due posteriori) che osservano il terreno davanti e dietro. Questi input sono analizzati costantemente per mezzo di ricostruzioni stereo così da rilevare eventuali ostacoli e stimarne la pericolosità. Lo scopo finale è elaborare autonomamente il percorso per giungere nella destinazione programmata schivando grandi rocce o trappole di sabbia.

Questo software ha dimostrato nel tempo di lavorare incredibilmente bene ma la sua efficienza dipende dalle asperità del terreno affrontato, e andando a indagare nel dettaglio del percorso fedelmente riportato nella mappa scopriamo alcune occasioni in cui Perseverance sembra aver rinunciato ad andare avanti in attesa di istruzioni specifiche da parte dei tecnici.

Sono situazioni in cui appare che il rover abbia iniziato a girare in tondo, sia tornato indietro, abbia sterzato completamente per cercare una strada differente oppure, più semplicemente, si sia mosso di soli pochi metri. Lo vediamo qui in alcuni esempi che sono delle ottime scuse per ammirare paesaggi marziani mozzafiato: a causa di queste tappe forzate c’è stato il tempo per acquisire numerosi mosaici fotografici.

Sol 1106

Questo Sol il rover si è trovato di fronte a un’area disseminata di rocce che è stata probabilmente giudicata troppo pericolosa da attraversare. L’intervento dei piloti da Terra ha risolto l’impasse programmando una leggera deviazione verso destra per poi proseguire in direzione ovest.

Posizione nel Sol 1106
Sol 1106. NASA/JPL-Caltech/Piras
Sol 1107. NASA/JPL-Caltech/Piras

Sol 1108

In questo giorno Perseverance tenta alcune volte di avanzare, torna indietro e infine si arrende. Vediamo questa lotta nelle tracce lasciate sulla sabbia.

Posizione nel Sol 1108
NavCam, Sol 1108. NASA/JPL-Caltech/Piras
Visuale posteriore delle Rear HazCam, Sol 1108. NASA/JPL-Caltech/Piras
Mosaico della Right MastCamZ, Sol 1110. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras
Mosaico della Left MastCamZ, Sol 1115. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras
Mosaico della Right MastCamZ, Sol 1118. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras
Mosaico della Left MastCamZ, Sol 1119. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

Sol 1122

Parecchie difficoltà per il rover che nell’arco di 10 Sol deve fare delle acrobazie per uscire da un terreno che presenta la doppia insidia di sabbia e rocce appuntite.

Tre marker point indicano le posizioni nei Sol 1122, 1129 e 1131
NavCam, Sol 1123. NASA/JPL-Caltech/Piras
NavCam, Sol 1124. NASA/JPL-Caltech/Piras
NavCam, Sol 1124. NASA/JPL-Caltech/Piras
NavCam, Sol 1129. NASA/JPL-Caltech/Piras
NavCam, Sol 1131. NASA/JPL-Caltech/Piras

Sol 1138

Un’altra piccola complicazione per Perseverance che si trova di fronte ad altre rocce insidiose e non sa come procedere. Da questo punto il rover gode di una incredibile visuale verso nord della sabbiosa Neretva Vallis, il letto prosciugato del fiume che scorreva qui miliardi di anni fa.

Posizione nel Sol 1138
Left NavCam rivolta a nord, Sol 1138. NASA/JPL-Caltech/Piras
Mosaico della Right MastCam-Z puntata verso sud, Sol 1139. La differente tonalità delle rocce in alto è dovuta a differenze di esposizione nelle foto originali. NASA/JPL-Caltech/MSSS/Piras

Da questa posizione c’è anche una piccola sorpresa fotografica. Il 3 maggio i tecnici programmano il rover per puntare ancora una volta il piccolo telescopio della RMI SuperCam in direzione di Ingenuity, distante da qui circa 510 metri.

Ingenuity fotografato di nuovo dalla SuperCam, Sol 1139. Immagine bilanciata e interpolata. NASA/JPL-Caltech/ LANL/CNES/CNRS/Piras

Cambia ancora una volta la prospettiva dalla quale il rover può osservare l’elicottero che inizia ora a essere nascosto dalla duna. Ben evidenti le quattro impronte delle gambe di atterraggio e più in basso si scorge anche l’elica danneggiata.

Ritaglio dell’immagine. NASA/JPL-Caltech/ LANL/CNES/CNRS/Piras

Inoltre è possibile che, durante i giorni in cui ha costeggiato Neretva Vallis, Perseverance sia comparso dentro il campo inquadrato della camera RTE a colori di Ingenuity, che potrebbe così averlo immortalato a sua volta. Infatti questa regione risulta nell’angolo superiore destro della visuale dell’elicottero.

Uno degli ultimi scatti a colori ricevuti da Ingenuity, eseguito nel Sol 1065 (18 febbraio). NASA/JPL-Caltech/Piras
Ritaglio dell’immagine

Ma questo vuol dire che Ingenuity è ancora in funzione? Ve lo racconto dopo…

Tornando al lungo spostamento del rover, un’immagine del Sol 1145 (e così nel frattempo siamo arrivati al 10 maggio) trasmette efficacemente l’idea delle condizioni in cui Perseverance sta operando, e la marcata inclinazione dell’orizzonte ci ricorda che il terreno qui è in discesa verso la valle a nord.

Left NavCam, Sol 1145. NASA/JPL-Caltech/Piras

Dopo il lungo viaggio, qualcosa sotto i denti

È il Sol 1150 (15 maggio) quando Perseverance raggiunge la posizione finale mostrata nella mappa all’inizio di queste cronache. Davanti a lui le NavCam mostrano una piana sabbiosa costellata di piccole rocce affioranti.

Sol 1050, dopo tanti giorni il rover è di nuovo impegnato in scienza di contatto. Left NavCam. NASA/JPL-Caltech/Piras

La piccola roccia che spunta di poco dal centro dell’area sabbiosa di fronte al rover è quella che, per ragioni ancora non chiarite dei canali di divulgazione NASA, ha attirato le attenzioni dei geologi. Il flusso di azioni si attiva rapidamente, e già all’indomani del suo arrivo Perseverance è in azione.

Si parte con le osservazioni ravvicinate tramite la camera WATSON condotte alle ore 13:15 locali.

Osservazione con la camera WATSON, Sol 1051. NASA/JPL-Caltech
Il braccio robotico è fotografato dal basso mentre indaga la roccia con la camera macro WATSON. Sol 1051. NASA/JPL-Caltech/Piras

Pochi minuti dopo, alle 13:24, Perseverance è già pronto a intaccare la roccia. Sul trapano è installata una delle note frese e nell’arco di 18 minuti l’operazione viene portata a termine, documentata nel video realizzato con una delle HazCam frontali.

Avvio dell’operazione di fresatura catturato dalla Front Left HazCam, Sol 1051. NASA/JPL-Caltech/Piras

Le successive osservazioni con WATSON vengono eseguite immediatamente per evitare che della polvere, soffiata dal vento, vada a coprire l’area appena raschiata compromettendo parzialmente la qualità dei rilievi. Un’immagine aggiuntiva viene poi acquisita dopo il tramonto del Sole, in luce artificiale, impiegando i led UV della camera per evidenziare potenziali effetti di fluorescenza da parte dei minerali inclusi nella roccia.

NASA/JPL-Caltech
NASA/JPL-Caltech
Osservazione notturna con illuminazione artificiale. NASA/JPL-Caltech

Staremo a vedere se i risultati delle osservazioni saranno rilevanti e se spingeranno i tecnici NASA a prelevare un nuovo campione, o se questa sosta era solo una rapida tappa intermedia per valutare cambiamenti geologici lungo il percorso. Il rover è attualmente diretto verso il confine ovest dell’Unità Marginale, in una località denominata Bright Angel. Questa regione è ritenuta di grande interesse scientifico e rappresenterà il primo contatto con le rocce molto antiche che costituiscono il bordo del cratere Jezero.

Un aggiornamento sulla camera SHERLOC-ACI

Vi ricordate dei problemi con il tappo della camera SHERLOC? Ne abbiamo parlato qui e qui.

Una breve novità riguarda il fatto che i tecnici potrebbero aver fatto un importante passo avanti, almeno da quello che si può vedere nelle immagini grezze. Infatti nel Sol 1047 è stato eseguito un test inquadrando uno dei target di calibrazione della camera. Nel corso del test è stata fatta variare la distanza di messa a fuoco. 23 immagini individuali hanno scandito questa verifica, durata complessivamente 50 minuti, e ce le possiamo gustare in sequenza in questo video.

 

L’ultimo incarico di Ingenuity

Il 16 aprile il Deep Space Network della NASA ha ricevuto l’ultima comunicazione da parte di Ingenuity, ma questo non significa che l’elicottero sarà spento per sempre. Il giorno precedente era stato caricato un aggiornamento software ed è iniziata per lui una lunga seconda vita come stazione permanente marziana.

Da adesso Ingenuity si risveglierà una volta al giorno. Attiverà i computer di volo, rileverà informazioni sulla carica delle batterie, acquisirà le temperature da sensori dislocati in vari punti del suo hardware e scatterà anche una foto a colori. Tutto questo ogni singolo giorno marziano, finché sarà nelle condizioni di farlo.
Scienziati e ingegneri del JPL ritengono che questo tipo di raccolta dati gioverà ai progettisti di velivoli e veicoli del futuro, e darà un’inedita prospettiva di lungo termine allo studio del meteo e dei movimenti della sabbia marziana. Con l’attuale spazio di memoria disponibile, si stima che Ingenuity potrà raccogliere informazioni potenzialmente per 20 anni.

E se la sua elettronica dovesse smettere di funzionare o i pannelli non produrranno più abbastanza energia, i dati non andranno persi ma resteranno al sicuro. In futuro, quando magari Valinor Hills sarà visitata di nuovo da un rover, un velivolo o persino degli astronauti, il testamento scientifico di Ingenuity sarà recuperato. Anche con un’ala rotta, questo incredibile elicottero continuerà a studiare Marte per noi.

Sorrisi, commozione e anche qualche lacrima: è la festa di saluto a Ingenuity in occasione della ricezione della sua trasmissione finale. NASA/JPL-Caltech

Anche per questo aggiornamento da Marte è tutto, alla prossima!