Immagine ripresa dalla TAGCAMS (NavCam 1), con una esposizione di 1,4 millisecondi. Cliccare sull’immagine per  ingrandire i dettagli. Crediti: NASA/Goddard/University of Arizona/Lockheed Martin

Nel nuovo numero di Coelum astronomia di febbraio, trovate news estese e report per le principali missioni in corso (in particolare non perdete i report sui risultati della News Horizons ai confini del sistema solare e della cinese Chang’e 4, sul lato nascosto della Luna). Ma l’Osiris-Rex a che punto era?

La missione NASA ha compiuto il suo primo mese a distanza ravvicinata attorno a Bennu, l’asteroide prescelto per questo primo tentativo dell’agenzia spaziale americana di avvicinarsi alla superficie di un asteroide apollo, raccogliere del materiale e riportarlo a Terra. Gli asteroidi apollo sono asteroidi cosidetti near earth (NEA), vicini alla Terra, potenzialmente pericolosi perché con un orbita esterna alla nostra, ma che li porta molto vicini all’orbita terrestre nel suo punto più vicino al Sole (un perielio inferiore a 1,017 UA).

In questo momento la missione si trova nella fase Orbital A, dedicata a fare esperienza sulla navigazione ravvicinata in prossimità di un corpo così piccolo come Bennu, un asteroide NEA. Per questo motivo al momento la suite scientifica non è necessaria ed è spenta. Crediti: University of Arizona

Per festeggiare questo suo primo mese di test di guida ravvicinata all’asteroide, ci invia due straordinarie immagini della sua superficie, che si è rivelata estremamente frastagliata, forse anche più di quanto accaduto alla simile missione giapponese Hayabusa 2, pronta a scendere per raccogliere il suo primo campione dall’asteroide Ryugu. Trovandosi in una fase di “test di guida”, la camera della suite scientifica (OCAMS) non è al lavoro, ma la camera dedicata alla navigazione (NavCam 1) non si è arrestata un attimo, e continua a inviare a terra immagini sempre più dettagliate di questo piccolo mondo.

Un dettaglio dell’immagine di sinistra, sopra, che mostra il masso di circa 50 metri, la più grossa struttura di questo settore dell’asteroide. Crediti: NASA/Goddard/University of Arizona/Lockheed Martin

Qui vediamo l’emisfero sud dell’asteroide ripreso a una distanza di soli 1,6 km, e la struttura più grande che si riesce a individuare (al centro nell’immagine di sinistra e proprio sul terminatore tra ombra e luce in quella di destra), è un masso della dimensione di circa 50 metri.

Le immagini sono state riprese il 17 gennaio, e il contrasto è stato enfatizzato per mettere in evidenza proprio le strutture della frastagliata superficie.

Questo tipo di immagini, di navigazione appunto, servono e sono servite alla missione per il controllo dell’avvicinamento e dell’inserimento in orbita, e nell’ultimo mese hanno monitorato questa fase di orbita stretta, di soli 1,75 km di media dal centro (!) dell’asteoride. Volare a distanza ravvicinata attorno a un corpo così piccolo come Bennu è infatti più difficoltoso e imprevedibile di come sia invece entrare in orbita attorno a un pianeta, ma è probabilmente il futuro delle missioni di esplorazione del nostro Sistema solare, anche per quello che potrebbe interessare un programma di sfruttamento delle risorse asteroidali o di controllo di asteroidi pericolosi.

La sonda, dal nome più che esaustivo “Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security-Regolith Explorer” (OSIRIS-REx) della NASA è arrivata a destinazione il 3 novembre scorso, mentre è entrata nella sua orbita stretta, il 31 dicembre, poco più di un mese fa appunto.

Impiegherà quasi un anno a esaminare l’asteroide con cinque strumenti scientifici, con l’obiettivo di selezionare un luogo che sia sicuro e scientificamente interessante per raccogliere il campione di materiale superficiale. Se tutto va come previsto, OSIRIS-REx recapiterà il campione alla Terra nel settembre 2023.

Per tenere d’occhio la posizione della sonda in ogni momento: Where is OSIRIS-REx?


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Coelum Astronomia di Febbraio 2019
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