Ecco nei minimi dettagli tutta l’asperità di Nightingale, il sito prescelto dalla NASA da cui la sonda OSIRIS-REx raccoglierà i campioni da riportare a Terra di Bennu, l’asteroide target della missione. L’immagine è un mosaico creato con le immagini raccolte dalla sonda lo scorso 3 marzo, durante il suo avvicinamento alla superficie per la ricognizione della zona.
345 immagini riprese dalla PolyCam, combinate assieme come in un puzzle, per produrre il mosaico che ci mostra il sito di campionamento con una risoluzione di 4 mm per pixel! Riusciamo cioè a vedere sassetti di 4 millimetri… L’area Nightingale è la zona che appare relativamente più chiara, appena sopra il cuore del cratere visibile al centro dell’immagine, mentre il grande masso scuro in alto a destra misura 13 metri nel suo asse più lungo.
Durante la ricognizione, la sonda si trovava a 250 metri dalla superficie dell’asteroide. Si è trattato del passaggio, il più vicino mai effettuato fino a quel momento, che ha dato modo al team di identificare la posizione migliore, all’interno dell’area scelta, per la raccolta del campione.
Ad aprile, infatti, per testare le manvore di avvicinamento e allontanamento e l’estensione del braccio robotico per la raccolta del campione, Osiris-Rex si è avvicinata fino a una distanza minima ancora più bassa, 75 metri, prima di scattare via e rientrare con successo nell’orbita di attesa. Qui a destra vedete il montaggio delle immagini riprese in quell’occasione, dal momento in cui si trovava a circa 125 metri (durante la manovra di checkpoint, la quota da cui iniziare la discesa verticale), al simulato touch-and-go (letteralmente “toccata e fuga”), in quel caso a una distanza di sicurezza di 75 metri.
Tutto è pronto per la fase principale della missione ma, per motivi di sicurezza dovuti all’epidemia di Covid-19, il momento del prelievo è stato rimandato di un paio di mesi, ed è previsto, al momento, per il 20 ottobre di quest’anno. Ad agosto, mese in cui si sarebbe dovuto effettuare, verrà invece eseguito un altro test di avvicinamento, questa volta alla quota di soli 40 metri.
La pianificazione di questa operazione è infatti delicata, difficoltosa e ad alto rischio, e richiede tutta la tranquillità e il tempo necessario per prevedere, studiare e mettere in sicurezza qualsiasi problema possa sorgere, in ogni passaggio. Una volta lanciata la sonda verso la sua toccata e fuga, non si potrà infatti intervenire in alcun modo. La NASA ha quindi deciso di dare al team tempo extra per svolgere al meglio questa delicata fase della missione.
Il problema principale è che Bennu si è dimostrato un ambiente più ostile di quanto ci si poteva immaginare. Oltre alla sua particolare asperità (non ipotizzabile dalle osservazioni a distanza), la superficie ha anche mostrato una caratteristica di Bennu del tutto inaspettata: getti di particelle e rocce sparati dalla sua superficie! Un asteroide quindi ancora attivo, anche se ancora non se ne è compresa la causa.
La sonda ha tre possibilità di tentare la raccolta di campioni, se già ad ottobre la raccolta verrà giudicata soddisfacente, è però già pronta a rientrare, e potrebbe riportare i campioni a Terra a settembre del 2023.
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Coelum Astronomia di Maggio 2020
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