Oggi pomeriggio alle 16.30 (ora italiana) l’attesissima conferenza congiunta, in simultanea dall’European Gravitational Observatory di Cascina (PI) e da Washington DC (USA), dei ricercatori degli esperimenti VIRGO e LIGO. Si farà il punto della ricerca sulle onde gravitazionali e si scoprirà finalmente se i rumors sull’effettiva osservazione diretta delle onde gravitazionali sono realtà.
In attesa di comunicarvi i risultati con un articolo di Daniele Gasparri qui su Coelum Astronomia (e con foto, interviste e approfondimenti nel prossimo numero di Coelum) rivediamo questo servizio di Marco Malaspina (Media INAF TV). In coda una serie di link suggeriti per l’approfondimento.
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La data da cerchiare è l’11 febbraio, dopo la nostra concezione del mondo potrebbe non essere più la stessa. Così promettono le indiscrezioni sull’imminente annuncio della prima rilevazione diretta d’onde gravitazionali, indiscrezioni che s’accavallano, in rete e sulle riviste più prestigiose, Science in testa. Fibrillazione comprensibile: è esattamente da un secolo, da quando Einstein formulò la sua teoria della relatività generale, che scienziati di tutto il mondo sognano di catturare queste impalpabili increspature nel tessuto dello spazio-tempo.
In realtà di onde gravitazionali ce ne sono in continuazione: ogni volta che una massa accelera o decelera, se ne produce una. Il problema è che sono increspature infinitesimali, del tutto impercettibili. Questo perché la gravità è una forza incredibilmente debole. Dunque per cogliere un’onda gravitazionale servono due condizioni.
La prima è che sia un’onda altissima, e dunque che le masse coinvolte siano enormi: un pianeta non basta, e forse nemmeno una normale stella. Occorrono pesi massimi e scenari apocalittici, come per esempio una coppia di stelle di neutroni in orbita vorticosa l’una attorno all’altra, o ancora meglio due buchi neri che si fondono l’uno nell’altro. Fenomeni estremi e relativamente rari, dunque, che i nostri radiotelescopi e telescopi, da terra e dallo spazio, studiano incessantemente.
La seconda condizione è disporre di strumenti straordinariamente sensibili. Parliamo di sensori in grado di rilevare una deformazione dello spazio pari a meno d’un millesimo del diametro d’un protone. Una sensibilità difficile anche solo da immaginare, eppure l’ingegno umano e la tecnologia laser interferometrica – a un secolo di distanza da Einstein – hanno fatto passi in avanti tali da rendere queste misure finalmente possibili. Strumenti come i chilometrici bracci ortogonali dei due rivelatori LIGO, negli Stati Uniti, e Virgo, gestito dal CNRS francese e dal nostro INFN nella campagna pisana. Bracci nei quali fasci di luce laser corrono nel vuoto più spinto, pronti a rilevare la benché minima variazione nella geometria dell’universo. Ed è proprio da questi sismografi dello spazio-tempo che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe finalmente essere stato captato un sussulto gravitazionale. La risposta giovedì prossimo.
Servizio di Marco Malaspina
Indice dei contenuti
Link sul progetto:
- LIGO Lab (Osservatori: Livingston | Hanford)
- Advanced Ligo
- LIGO Scientific Collaboration
- LIGO Esperimenti Partner e collaborazioni
- Ultime news
Articoli e riflessioni di interesse sui “rumors” e sull’argomento:
- • Le indiscrezioni sulle onde gravitazionali. C’è qualcosa di vero? di Daniele Gasparri
- • Onde gravitazionali fra rumors e “big dog” di Marco Malaspina (Media INAF)
- • Rumour e onde gravitazionali Una lettura propedeutica alla press conference di oggi, per comprendere l’importanza di questo fenomeno a cura di Scientificast
- • Onde gravitazionali, clamori transnazionali una riflessione di Marco Castellani su GruppoLocale.it
- • LIGO, speculazioni su una presunta scoperta una riflessione di Corrado Ruscica