A coloro che sono “in prima linea” in questa emergenza da coronavirus, a medici, infermieri… ma anche commessi, operai, forze dell’ordine e tutti coloro che ci garantiscono i servizi essenziali, non sempre così visibili e scontati, a loro va tutta la nostra gratitudine.
La maggiorparte di noi, invece, sta vivendo un momento di stop forzato, alcuni con la fortuna di poter continuare a lavorare da casa, altri facendo grossi sacrifici, ma tutti confinati tra le mura domestiche. Stiamo a casa. In un periodo come questo, però, per quanto difficile, abbiamo anche la possibilità di riscoprire e riconquistare un po’ di quel tempo perduto che la frenetica vita di tutti i giorni ci ha tolto. E così possiamo tornare a riscoprire anche le stelle, con articoli e approfondimenti, nuovi spunti e… anche quello che inaspettatamente possono offrire i cieli di città.
Noi di Coelum Astronomia, insieme alla comunità di appassionati, astrofili, astronomi e professionisti del settore, vogliamo ricordarvi che l’astronomia e la gioia di osservare il cielo possono essere di conforto in questo difficile momento.
Seguiteci!Vi segnaleremo spunti e suggerimenti per passare dell’ottimo tempo con l’astronomia, comodamente seduti sul divano o affacciati al balcone. Vi terremo informati sulle molte occasioni di incontro virtuale, come eventi, lezioni o osservazioni, curate sia da professionisti che da gruppi astrofili.
Nel numero di aprile (già online e sempre in formato digitale e gratuito) trovate una piccola raccolta di spunti e attività, dalle più semplici alle più impegnative, e altre ne seguiranno: continuate a seguirci su tutti i nostri canali online: il nostro sito web coelum.com , la nostra pagina Facebook e il nostro profilo Twitter(@coelum_news), oppure partecipate alle discussioni sul nostro Forum Coelestis, ricco anch’esso di suggerimenti e utili guide.
Nel nostro “Cielo del mese” – all’interno del numero e nella sezione dedicata del sito – trovate come sempre suggerimenti e consigli per le osservazioni a occhio nudo e spunti originali per i più esperti.
Anche associazioni e operatori del settore forniscono nei loro siti numerosi spunti e contenuti, nonché utili consigli per scegliere (e acquistare online) la strumentazione più opportuna al costo migliore per ciascuno.
Insomma, è il momento giusto per imparare ad usare quel telescopio lasciato troppo tempo in garage, o per acquisire tutte le informazioni necessarie per comperare quello che avreste sempre voluto!
Per questo e per far scoprire anche a chi non guarda mai in su lo spettacolo che va in onda ogni notte serena sopra le nostre teste, abbiamo pensato a una campagna che riunisca tutte le realtà coinvolte, riviste, istituti ed enti, associazioni e aziende.
Unisciti a noi!
Io resto a casa a osservare le stelle
Poco dopo l’inizio della notte astronomica (ovvero poco dopo le 22:00), potremo notare le grandi costellazioni tipiche del periodo invernale, Orione e Toro su tutte, che stanno ormai declinando verso l’orizzonte occidentale: la primavera è iniziata e la stagione invernale ci sta salutando. Solo l’Auriga, con la splendente Capella, e i Gemelli, più alte in declinazione, terranno ancora testa alle incalzanti costellazioni primaverili. Tra queste, l’imponente figura trapezoidale del Leone dominerà il cielo in meridiano, seguito più a est dalla Vergine, con la brillante Spica, e dal Boote, con la rossa Arturo, facilmente rintracciabile in cielo.
Vicine alla Vergine scorgiamo le piccole ma inconfondibili sagome del Corvo e della Coppa. Sull’orizzonte di est-nordest, comincerà invece ad alzarsi la figura dell’Ercole, seguita a notte fonda dalla Lira e dal Cigno, le cui stelle principali, Vega e Deneb, tracciano (assieme ad Altair, nell’Aquila) il famoso “triangolo” che ci porta ad assaporare già, con la mente, il caldo periodo estivo. Lo zenit sarà invece dominato dal Grande Carro dell’Orsa Maggiore.
Venere continua a dominare il cielo della sera, e raggiungerà la sua massima luminosità per quest’anno proprio verso la fine del mese, ne godremo quindi ancora per parecchie settimane. Nei primi giorni del mese la vedremo avvicinarsi e poi superare l’ammasso aperto delle Pleiadi (M 45), in particolare attenzione alla notte tra il 3 e 4 aprile… in cui ci passerà praticamente in mezzo.
Tutti gli altri pianeti continuano a mostrarsi ai mattinieri, ma cominciano anche ad apparire a chi soffre di insonnia o si affaccerà al balcone nelle prime ore del mattino. Giove anticipa sempre più il suo sorgere, già alle 3 e mezza a inizio mese, seguito da Saturno e Marte che si è fatto superare dai due pianeti ed è sempre un po’ più lento… lo vedremo attorno alle 3 solo a fine mese. A metà mese verranno nuovamente raggiunti dalla Luna con cui formeranno belle configurazioni proprio come il mese scorso. Mercurio farà solo capolino a tratti dall’orizzonte, anche lui sempre all’alba.
Maggiori dettagli e informazioni anche sui più distanti Urano e Nettuno, non visibili a occhio nudo, su pianeti nani e asteroidi, li trovate sempre sul
Aprile ha anche lui il suo sciame meteorico:le Liridi. È un magro sciame meteorico quello delle Liridi che, nonostante susciti un grande fascino (come sempre fanno le stelle cadenti), non promette di stupire con i numeri di meteore che caratterizzano invece gli sciami delle Perseidi o delle Geminidi. Nonostante ciò, complice anche la Luna Nuova che ci darà qualche notte di cielo buio, per chi vorrà tentare l’osservazione, il picco massimo è previsto per la mattina del 22 aprile e potranno essere utili per l’osservazione sia la notte prima che quella dopo. Maggiori informazioni e la cartina con il quadrante su:
Per quanto riguarda le sottili falci di Luna e la ripresa della luce cinerea della Luna, l’appuntamento è alla sera del 19 e 20 aprile e, dopo il Novilunio, al mattino tra il 24 e 26 aprile.
Per maggiori dettagli su orari e formazioni lunari da osservare al terminatore sulle falci di Luna, anche con l’aiuto di uno strumento, potete consultare la sezione dedicata a cura di Francesco Badalotti.
Continua poi l’esplorazione delle formazioni lunari nell’arco del mese con
Questo mese anche una tenue speranza… riusciremo ad avere una cometa visibile a occhio nudo? Più probabile per maggio, anche se non si sa mai, ma già ora con un buon binocolo se ne può tentare l’osservazione. È la C/2019 Y4 ATLAS e al momento, a inizio mese, è tra l’ottava e la settima magnitudine. Teniamola d’occhio!
Hai compiuto un’osservazione? Condividi le tue impressioni, mandaci i tuoi report osservativi o un breve commento sui fenomeni osservati: puoi scriverci a segreteria@coelum.com. E se hai scattato qualche fotografia agli eventi segnalati, carica le tue foto inPhotoCoelum!
Ecco cos’è Scienza Contagiosa, il programma di lezioni virtuali a cura dei membri del Comitato Scientifico dell’associazione. Si tratta di un programma di lezioni multidisciplinari e interattive (della durata circa di 45/60 minuti) accessibili a studenti e studentesse di ogni ordine e grado. Grazie alla multidisciplinarietà dei componenti del Comitato, la programmazione delle “virtual classroom” spazierà dalla fisica delle particelle, alla rivoluzione industriale 4.0 e non poteva mancare un momento di approfondimento dedicato al virus che sta mettendo in ginocchio l’Italia e anche il resto del mondo, insieme ai partner dell’Istituto Superiore di Sanità e alla Dr.ssa Caterina Rizzo, medico epidemiologo dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Torniamo a visitare il cielo di sudest, alle 5:00 del mattino del 31 marzo: è lo stesso teatro che abbiamo ammirato durante i giorni dal 18 al 20 marzo(anche se ora ci troviamo nella costellazione del Capricorno) e potremo notare come il pianeta Marte (mag. +0,8) abbia percorso lo spazio che lo separava da Saturno. Superato il grande Giove, ora l’affascinante Pianeta Rosso si trova in compagnia del “Signore degli Anelli”, in una congiunzione piuttosto stretta (circa 55’).
Giove, distante poco meno di 6° dalla coppia, più verso sud-sudest, sembrerà formare il vertice di un’acuta freccia che punta proprio verso il Sagittario. Sarà un’altra bella occasione di scattare delle fotografie.
Indice dei contenuti
Le effemeridi di Luna e Pianeti le trovi nel Cielo di Marzo 2020 su coelum.com
L’Unione Astrofili Italiani (UAI), al fine di supportare la comunità in questo momento difficile e di proseguire nell’opera di diffusione della cultura scientifica, lancia l’iniziativa “Pillole di Astronomia”, un ricco programma di incontri virtuali rivolti al grande pubblico, a cura delle delegazioni dell’UAI.
Tramite gli incontri, realizzati grazie all’uso piattaforme social e di web conference, i partecipanti potranno scoprire le meraviglie dell’Universo comodamente da casa – davanti al proprio computer, tablet o cellulare – e interagire con gli esperti dell’UAI per soddisfare tutte le proprie curiosità.
Questi i prossimi appuntamenti, alcuni eventi sono su prenotazione si consiglia quindi di verificare per tempo al link indicato:
31 marzo, ore 21:00 –BepiColombo: alla scoperta di Mercurio a cura dell’Associazione Tuscolana di Astronomia (ATA), con i ricercatori Valeria Mangano, Cristina Re, Carmelo Magnafico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e Fabrizio De Marchi dell’Università di Roma Sapienza.
1 aprile,ore21:00 – Distanze Cosmichea cura dell’Istituto Spezzino Ricerche Astronomiche. La lezione sarà disponibile anche sul canale You Tube dell’Associazione il 2 aprile
3 aprile, ore 21:00 –Giove: il gigante del Sistema Solare conferenza e sessione osservativa con telescopio remoto, a cura dell’Associazione Tuscolana di Astronomia. A relazionare sul tema della serata sarà la ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) Francesca Altieri.
8 aprile, ore 21:00 – Spettroscopiaa cura dell’Istituto Spezzino Ricerche Astronomiche. Si capirà come si analizza uno spettro e il metodo di classificazione spettrale Harvard e quello di Yerkes; si parlerà del Diagramma di Hertzsprung-Russell e delle informazioni che ci arrivano dalle osservazioni. La lezione sarà disponibile anche sul canale You Tube dell’Associazione il 9 aprile
17 aprile, ore 21:00 –Lo Zoo delle costellazionidedicata ai bambini, a cura dell’Associazione Tuscolana di Astronomia.
24 aprile, ore 21:00 –I corpi minori del Sistema Solareconferenza e sessione osservativa con telescopio remoto, a cura dell’Associazione Tuscolana di Astronomia.
Indice dei contenuti
Partecipano all’iniziativa e sono già disponibili online:
Mezz’ora di scienza al tempo del coronavirusuna serie di interventi con astronomi ed esperti, a cura dell’Associazione Pontina di Astronomia (APA), per sostenere una raccolta fondi in favore dell’ospedale “S. M. Goretti” di Latina. Per fare una donazione collegarsi al link: gf.me/u/xrrdr6
#Astrofiliacasa : Intervista al Dott. Giovanni Isopi Astrofilo – Astrofisico Otticatelescopio.com in un momento particolare per l’italia organizza serate d’intrattenimento astronomico, intervistando astrofili ed esperti che collaborano a questo progetto chiamato #Astrofiliacasa per divulgare oltre l’astronomia ma a sensibilizzare #iorestoacasa per bloccare questo diffondersi del contagio.
I convegni e le iniziative UAI 30 marzo – 5 aprile Maestra Luna
Gli studenti osservano la Luna ad occhio nudo e con il telescopio, misurano le sue dimensioni, la sua distanza, la posizione fra le stelle e come si muove intorno alla Terra scoprendo tante curiosità che non sempre si trovano sui libri scolastici. http://www.uai.it/sito/didattica-e-formazione/
In Europa e nel mondo ci siamo abituati a un modo diverso di vivere nelle ultime settimane. Giovedì 26 marzo, l’ESA e Asteroid Day, partnere da tempo dell’ESA, ospiteranno #SpaceConnectsUs – un’opportunità per connettersi oltre i confini e ascoltare esploratori dello spazio, artisti e scienziati su come gestire noi stessi e il nostro ambiente mentre le nostre comunità combattono una pandemia globale.
#SpaceConnectsUs è un evento online che si svolge dalle 16: 00-21: 00 (CET) su ESA WebTV e ESA YouTube per aiutare tutti coloro che devono affrontare il distanziamento sociale godendosi la scienza, il nostro pianeta natale e il nostro sogni del cielo sopra di noi.
Il programma prevede connessioni remote con astronauti e ospiti provenienti da tutto il mondo, che parleranno a bambini, giovani adulti e alle loro famiglie e amici, della loro esperienza, delle tecniche utilizzate per vivere in luoghi confinati, utilizzando le conoscenze che hanno a loro disposizione: racconti di vita durante l’esplorazione spaziale, la fiducia nella scienza e le loro fonti di ispirazione.
Il programma si svolge in cinque parti, ognuna dedicata a una diversa lingua: a partire dalle 16:00 in olandese, seguito da tedesco (17:00 CET), italiano (18:00 CET), francese (19:00 CET) e inglese (20:00 CET, 19: 00 GMT).
Gli astronauti ESA saranno al centro di questa iniziativa, e saranno presenti Tim Peak, Alexander Gerst, Samantha Cristoforetti, Mattihia Maurer, Thomas Reiter, Frank de Winne e André Kuipers. Tra le celebrità invitate, troviamo invece Brian Cox, Ranga Yogeshwar and Bruce Benamran. Tra gli artisti anche Mayim Bialik (la Amy di Big Bang Theory, che ha anche un dottorato in neuroscienze), Olivia Newton-John, che non ha bisogno di presentazioni e Paulina Chávez (dalla webcomedy americana The Expanding Universe of Ashley Garcia).
Per essere coinvolti
L’evento è a partecipazione gratuita, già dal 24 marzo si possono fare domande con l’hashtag #SpaceConnectsUs sui canali social (Twitter, Facebook, o Instagram). Si potranno poi seguire le trasmissioni su ESA WebTV e ESA YouTube (qui sotto).
Per maggiori informazioni sul programma e aggiornamenti:
Una TV via web sulle attività dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. La visione e l’utilizzo di Astrochannel sono gratuiti e consentiti a tutti (se però siete interessati solo a singoli video, suggeriamo d’iscriversi). Suggeriamo di seguito i seminari in lingua italiana, ma il programma è decisamente più ampio e può essere consultato qui: http://www.media.inaf.it/inaftv/seminari/#3151
Attenzione: l’elenco che segue potrebbe essere non aggiornato. Per maggiori informazioni e aggiornamenti in tempo reale sui singoli seminari, vi invitiamo a fare riferimento ai siti web delle singole sedi. OA Napoli, 01/04/2020 @ 11:15
Rossella Ragusa (Università di Napoli), “Studio delle sovradensità di strutture intorno a quasar ad altissimo redshift, 4.67” OA Napoli, 08/04/2020 @ 11:15
Italo Testa (Università di Napoli), “Relazione tra metacognizione e conoscenza disciplinare in astronomia” IASF Milano, 29/04/2020 @ 14:00
Marco Malaspina & Marco Galliani (Inaf), “Media Inaf e Ufficio stampa Inaf: a chi servono, come funzionano”
Per seguire i seminari, installare il software (http://www.media.inaf.it/inaftv/) o cercare il video sul canale YouTube INAF-TV.
Astrochannel è un software di Marco Malaspina – Copyleft INAF Ufficio Comunicazione – 2007-2015
Hai mai partecipato a un esperimento scientifico direttamente da casa tua?
Primo Flash-mob italiano di citizen science sull’inquinamento luminoso. Appuntamento alle 21.00 sul balcone da lunedì 23 a mercoledì 25 marzo. Per partecipare, sempre lunedì 23 alle 19.00, tutti connessi su Facebook e Youtube per la diretta con i ricercatori
In questi giorni di emergenza e di isolamento, ci siamo dati più volte appuntamento alla finestra o sui balconi per realizzare insieme semplici azioni che ci facessero sentire meno soli. Durante una di queste, tanti hanno provato a illuminare il cielo notturno con il cellulare così da essere fotografati dal satellite. In realtà la luminosità della luce flash di uno smartphone non può essere rilevata da un satellite, ma questo insolito flash mob ha fatto nascere un’idea nella mente di due scienziati che si occupano di luce e di cielo: il ricercatore Alessandro Farini del Cnr-Ino e l’astrofisico e divulgatore scientifico Luca Perri. Perché non dare nuovamente appuntamento a tutti gli italiani alla finestra o sul balcone di casa per misurare con lo smartphone la luminosità del cielo sopra la propria abitazione?
Si tratta di un esperimento di scienza partecipata, a cui tutta la popolazione può dare il proprio contributo direttamente da casa, aiutando così i ricercatori a mappare la situazione dell’inquinamento luminoso lungo tutta la penisola italiana e le isole.
Negli ultimi decenni, nel nostro Paese si è registrato un costante incremento della luce presente nell’ambiente notturno dovuto all’eccessiva illuminazione artificiale notturna delle città: una vera e propria forma di inquinamento, “inquinamento luminoso”, che non solo compromette la nostra visione dell’universo, ma rappresenta anche un problema ambientale, economico, di sicurezza e di salute pubblica. Secondo lo studio condotto nel 2019 da CieloBuio – Coordinamento per la protezione del cielo notturno con l’Osservatorio Conti Pubblici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, diretto da Carlo Cottarelli, il ricorso all’illuminazione pubblica in Italia è eccessivo. Ordinando le province europee per quantità di illuminazione pubblica sprecata pro capite, dalla più virtuosa alla meno virtuosa, in Italia solo tre province rientrano nella prima metà della classifica mentre ben 58 su 110 (il 53%) si trovano nell’ultimo 20%.
In linea con il paradigma della citizen science – che prevede il coinvolgimento di un pubblico o di scienziati non professionisti all’interno di veri e propri progetti di ricerca scientifica – il Cnr rivolge quindi alla popolazione un triplice invito:
1) dare un piccolo contributo concreto per rendere possibile una vasta raccolta di dati altrimenti irrealizzabile;
2) approfittare di questo momento in cui si è in casa per fare qualcosa di utile e significativo per la comunità scientifica e la collettività partecipando ad un progetto scientifico di alto impatto sociale;
3) contribuire a costruire quel ponte tra scienza e società, necessario per rendere i cittadini sempre più parte integrante del processo scientifico e del cambiamento sociale che non può prescindere dalle conoscenze sviluppate in ambito scientifico.
Gli appuntamenti sul balcone saranno tre: lunedì 23, martedì 24 e mercoledì 25 marzo prossimi. Per partecipare è sufficiente seguire le istruzioni cliccando i due pulsanti in giallo che trovi nella pagina dedicata all’iniziativa, scaricare e installare l’App suggerita, sporgerti alla finestra o uscire sul balcone alle 21, puntare verso l’alto lo schermo del tuo cellulare e avviare l’applicazione che misura la luce ambientale.
Se hai tempo, il modo migliore per partecipare è effettuare la misurazione tutte e tre le sere, prendere nota di ciascuna misura e segnarle sull’apposito form tutte insieme entro giovedì 26 marzo. In questo modo ci aiuterai a raccogliere dati ancora più accurati. Oltre alle misurazioni ti chiederemo anche di indicarci il tuo CAP e il comune in cui ti trovi. I dati inseriti rimarranno anonimi. La mappa alla tua sinistra si popolerà con le misurazioni che verranno fatte in tutta Italia.
Quindi, segnati queste date:
lunedì 23 marzo, ore 21.00
martedì 24 marzo, ore 21.00
mercoledì 25 marzo, ore 21.00
E vai al sito dell’iniziativa per scaricare l’app corretta per il tuo smartphone!
Gruppo di lavoro:
Silvia Mattoni, Luca Balletti e Cecilia Tria, Unità Comunicazione e Relazioni con il Pubblico
Alessandro Farini e Elisabetta Baldanzi, Istituto nazionale di ottica del Cnr
Luca Perri, astrofisico e divulgatore scientifico
Grafica a cura di Daniela Gaggero (Unità Comunicazione e Relazioni con il Pubblico) Seguili sui social: Comunicazione.cnr su Facebook e YouTube – CieloBuio su Facebook – Luca Perri su Instagram
Stelle, stelle doppie, stelle in evoluzione e… comete!
Quando l’astronomia amatoriale incontra quella professionale.
Coelum Astronomia di Marzo 2020
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Una TV via web sulle attività dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. La visione e l’utilizzo di Astrochannel sono gratuiti e consentiti a tutti (se però siete interessati solo a singoli video, suggeriamo d’iscriversi). Suggeriamo di seguito i seminari in lingua italiana, ma il programma è decisamente più ampio e può essere consultato qui: http://www.media.inaf.it/inaftv/seminari/#3151
Attenzione: l’elenco che segue potrebbe essere non aggiornato. Per maggiori informazioni e aggiornamenti in tempo reale sui singoli seminari, vi invitiamo a fare riferimento ai siti web delle singole sedi.
Clementina Sasso (INAF Napoli), “La missione spaziale Solar Orbiter e la partecipazione italiana”
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Houston, Texas March 18, 2020 – It is with great sadness that the family of Colonel Al Worden, (USAF Ret.) CMP Apollo 15 share the news that “Al” died in his sleep last night. The family thank you all for your kindness, thoughts, and prayers. pic.twitter.com/K82iUyVbjm
Il 18 marzo, con un messaggio via Twitter, la famiglia Worden ha annunciato la scomparsa dell’astronauta NASA Alfred Merrill “Al” Worden, avvenuta ieri 17 marzo 2020.
Worden era nato il 7 febbraio 1932 a Jackson, Michigan, e ha avuto una carriera relativamente breve. Fu uno dei 19 astronauti selezionati da NASA nell’aprile del 1966; è stato un membro dell’equipaggio di supporto per la missione Apollo 9 e pilota del modulo di comando di riserva per Apollo 12.
Venne poi assegnato al ruolo di pilota del modulo di comando di Apollo 15 nel luglio del 1971, senza partecipare ad altre missioni. Nel corso di Apollo 15 fu protagonista della prima EVA mai condotta nello spazio profondo, quando dovette uscire dalla navicella spaziale Endeavour per recuperare alcuni nastri da uno strumento scientifico montato esternamente.
Dopo aver rassegnato le dimissioni dalla NASA nel 1975 cercò senza successo di farsi eleggere al Congresso, e si costruì una carriera come consulente di aziende aerospaziali.
I ricercatori del Max Planck Institute for Gravitational Physics (Albert Einstein Institute, Aei) di Hannover, insieme a un gruppo internazionale di colleghi, hanno pubblicato il loro secondo catalogo open di onde gravitazionali (Open Gravitational-wave Catalo, 2-Ogc). Per compilarlo, hanno usato raffinati metodi di ricerca che hanno permesso di scavare più a fondo nei dati pubblici relativi ai primi due run osservativi di Ligo e Virgo. Oltre a confermare le dieci note fusioni di buchi neri binari e una fusione di un sistema binario di stelle di neutroni, hanno identificato quattro nuovi promettenti candidati per altrettante fusioni di buchi neri binari, che non sono stati rilevati dalla prima analisi di Ligo/Virgo. Questi risultati dimostrano il valore delle ricerche effettuate sui dati pubblici di Ligo/Virgo da parte di gruppi di ricerca indipendenti. Il team di ricerca ha messo a disposizione il suo catalogo completo, insieme all’analisi dettagliata di oltre una dozzina di possibili fusioni di buchi neri binari. I risultati sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal.
«Utilizzando metodi all’avanguardia», spiega Alexander Nitz, scienziato dello staff del Max Planck Institute for Gravitational Physics di Hannover, che ha guidato il gruppo di ricerca internazionale «siamo riusciti a scoprire fusioni di buchi neri binari più deboli: i quattro segnali aggiuntivi dimostrano che il nostro metodo funziona!».
Il gruppo di ricerca internazionale ha analizzato i dati pubblici sulle onde gravitazionali ottenuti dai rilevatori Advanced Ligo e Advanced Virgo nel loro primo (O1: settembre 2015 – gennaio 2016) e secondo (O2: novembre 2016 – agosto 2017) run osservativo. Questi dati erano stati precedentemente analizzati dalla collaborazione Ligo e Virgo ed erano state trovate dieci fusioni di buchi neri binari e una fusione di un sistema binario di stelle di neutroni. Un’altra analisi indipendente aveva precedentemente trovato altre fusioni di buchi neri.
Il lavoro guidato da Nitz conferma quattordici di questi eventi e trova un’altra possibile fusione di un sistema binario di buchi neri, non trovata dalle precedenti analisi. Se confermato, l’evento Gw 151205 è stato generato da una fusione piuttosto distante di due enormi buchi neri di circa 70 e 40 volte la massa del Sole, rispettivamente.
Il trucco adottato dal team non ha riguardato solo il modo di classificare i potenziali segnali delle onde gravitazionali, ma anche come vengono individuate le proprietà che ci si aspetta dai buchi neri binari. «Abbiamo un’idea di quale sia la massa tipica di un buco nero binario dai segnali che erano già stati rilevati», spiega Collin Capano, ricercatore dell’Aei di Hannover e coautore della pubblicazione. «Utilizzando queste informazioni per ottimizzare la nostra ricerca, finalizzata a trovare i segnali più probabili, la nostra sensibilità ai buchi neri binari è migliorata dal 50 al 60 per cento».
Il team non ha trovato nuovi candidati relativi a fusioni di stelle di neutroni binarie nei dati di Ligo/Virgo, nei due periodi O1 e O2. Poiché solo due fusioni di stelle di neutroni binarie sono state identificate dalle loro onde gravitazionali e la popolazione sottostante non è ben nota, non è ancora possibile effettuare una ricerca mirata.
I quindici segnali riportati sono solo una piccola parte di un catalogo online molto più grande. Il gruppo di ricerca ha pubblicato il suo catalogo completo di eventi, compresi i candidati statisticamente meno significativi e i risultati dettagliati della loro analisi. «Speriamo che questi dati consentano ad altri ricercatori di condurre ricerche approfondite in futuro, fornendo una migliore comprensione della popolazione di buchi neri binari, nonché del rumore di fondo», conclude Sumit Kumar, ricercatore presso l’Aei di Hannover e coautore dell’articolo.
«Si potrebbe dire che su questo pianeta piove tutte le sere, peccato che piova ferro», spiega David Ehrenreich, professore all’Università di Ginevra in Svizzera. Ha condotto uno studio, pubblicato oggi dalla rivista Nature, di questo esopianeta esotico. Conosciuto come WASP-76b, si trova a circa 640 anni luce di distanza nella costellazione dei Pesci.
Questo strano fenomeno si verifica perché il pianeta della “pioggia di ferro” mostra sempre e solo una faccia, il lato diurno, alla sua stella madre, mente il lato notturno più freddo rimane nell’oscurità perpetua. Come la Luna sulla sua orbita intorno alla Terra, WASP-76b è inrotazione sincrona: impiega tanto tempo a ruotare attorno al proprio asse quanto a girare attorno alla stella.
Nella zona diurna riceve migliaia di volte più radiazioni dalla sua stella madre rispetto alla Terra dal Sole. Fa così caldo che le molecole si separano in atomi e metalli come il ferro evaporano nell’atmosfera. L’estrema differenza di temperatura tra il lato diurno e quello notturno provoca venti vigorosi che portano il vapore di ferro dal lato-giorno ultra-caldo al lato-notte più freddo, dove le temperature diminuiscono a circa 1500 gradi Celsius.
WASP-76b non solo ha temperature diurne e notturne diverse, ma secondo il nuovo studio ha anche una chimica diurna e notturna distinta. Usando il nuovo strumento ESPRESSO sul VLT dell’ESO nel deserto cileno di Atacama, gli astronomi hanno identificato per la prima volta le variazioni chimiche su un pianeta gigante gassoso ultra-caldo. Hanno rilevato una forte evidenza di vapore di ferro al confine serale che separa il lato-giorno del pianeta dal lato-notte. «Sorprendentemente, tuttavia, non vediamo il vapore di ferro al mattino», afferma Ehrenreich. La ragione, dice, è che «sta piovendo ferro sul lato notturno di questo esopianeta estremo».
«Le osservazioni mostrano che il vapore di ferro è abbondante nell’atmosfera del lato caldo del WASP-76b», aggiunge María Rosa Zapatero Osorio, astrofisica del Center for Astrobiology di Madrid, in Spagna, e presidente del team scientifico ESPRESSO. «Una frazione di questo ferro viene iniettata nel lato notte a causa della rotazione del pianeta e dei venti atmosferici. Lì, il ferro incontra ambienti molto più freddi, condensa e piove».
Questo risultato è stato ottenuto dalle prime osservazioni scientifiche fatte con ESPRESSO, nel settembre 2018, dal consorzio scientifico che ha costruito lo strumento: un’equipe proveniente da Portogallo, Italia, Svizzera, Spagna ed ESO.
ESPRESSO – lo spettrografo Echelle per esopianeti rocciosi e osservazioni spettroscopiche stabili (Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanets and Stable Spectroscopic Observations) – è stato originariamente progettato per cercare pianeti simili alla Terra intorno a stelle simili al Sole. Tuttavia, ha dimostrato di essere molto più versatile. «Ben presto ci siamo resi conto che il notevole potere di raccolta del VLT e l’estrema stabilità di ESPRESSO ne hanno fatto una macchina privilegiata per lo studio delle atmosfere di esopianeti», afferma Pedro Figueira, scienziato responsabile dello strumento ESPRESSO all’ESO in Cile.
«Quello che abbiamo ora è un modo completamente nuovo di tracciare il clima degli esopianeti più estremi», conclude Ehrenreich.
Indice dei contenuti
Note
Una versione precedente di questo comunicato stampa aveva erroneamente indicato la distanza di WASP-76b in 390 anni luce, basata su uno studio del 2016. Dati più recenti indicato che l’esopianeta si trova invece a 640 anni luce da noi.
Stelle, stelle doppie, stelle in evoluzione e… comete!
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9 marzo: inizia il corso di Astronomia a Vicovaro (RM) “Stelle e Lettere”
Corsi di Astronomia a Roma
Il 2020 si apre con due corsi della nostra Scuola di Astronomia, uno il lunedì, l’altro il giovedì, che dureranno fin dopo la metà di marzo presso la nostra sede all’EUR, di fronte alla metro Laurentina ai quali è possibile iscriversi anche dopo l’inizio a prezzo ridotto.
Corso Base di Astronomia Generale
Un meraviglioso viaggio alla scoperta dell’Universo e di tutti gli oggetti incredibili che lo popolano. Pulsar, quasar, buchi neri… Un corso completo delle fasi lunari al Big Bang
Corso completo di Astrofotografia
Lezioni teoriche e pratiche per imparare e sperimentare tutte le competenze che servono per fare spettacolari fotografie del cielo con qualsiasi strumento, dalla semplice reflex al telescopio ed elaborarle.
Tre giorni di conferenze, dibattiti, workshop, laboratori e spettacoli dedicati al piacere delle scoperte nei più vari campi del sapere. Tema scelto per questa edizione Il Tempo, inteso come dimensione in cui si colloca ogni evento che accade. Ad affrontarlo, tra scienze e letteratura, filosofia e religione, arte, teatro e musica, ci saranno oltre 100 ospiti, per 120 appuntamenti dislocati in 20 luoghi diversi. Informazioni – Il programma
Una TV via web sulle attività dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. La visione e l’utilizzo di Astrochannel sono gratuiti e consentiti a tutti (se però siete interessati solo a singoli video, suggeriamo d’iscriversi). Suggeriamo di seguito i seminari in lingua italiana, ma il programma è decisamente più ampio e può essere consultato qui: http://www.media.inaf.it/inaftv/seminari/#3151
Attenzione: l’elenco che segue potrebbe essere non aggiornato. Per maggiori informazioni e aggiornamenti in tempo reale sui singoli seminari, vi invitiamo a fare riferimento ai siti web delle singole sedi.
Clementina Sasso (INAF Napoli), “La missione spaziale Solar Orbiter e la partecipazione italiana”
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Osservatorio e Planetario di Marana, Via Pasquali Marana, 36070 Marana di Crespadoro (VI).
15.03, ore 15:00: From Earth to Universe. Dalla Terra all’infinito. Galileo all’Hubble Space Telescope 15.03, ore 17:00: From Earth to Universe + Telescopio dalla Terra all’Infinito 27.03, ore 21:00: Evento: Do light mythic – Escursioni notturne nelle dolomiti di Antonio Riva Barban. Evento tramesso in streaming
Nelle giornate comprese tra il 18 e il 20 marzo avremo modo di seguire l’evoluzione di un incontro celeste che vedrà coinvolti ben tre pianeti luminosi e la Luna.
Il teatro celeste che ospiterà questo balletto astrale sarà quello della bella costellazione del Sagittario e gli attori saranno i pianeti Giove (mag. –2,1), Saturno (mag. +0,7) e Marte (mag. +0,9). Per osservare questa particolare congiunzione multipla dovremo rivolgere il nostro sguardo verso sudest, la mattina verso le 5:00: sarà facile individuare questi pianeti, che appariranno come stelle luminose e ben staccate dal fondo cielo, che formeranno già il 18 marzo un bell’allineamento celeste, proprio a sinistra del famoso asterismo a “teiera” che segna una parte del Sagittario.
Il 18 marzo vedremo Marte e Giove in posizione molto ravvicinata, con una separazione di circa 1° 24’: Marte si troverà praticamente alla stessa altezza di Giove, circa 13° di altezza. A poca distanza, circa 2° 22’ più verso sud, la Luna (fase del 32%) si avvicinerà a Marte. Più distante, verso est-sudest, ci sarà anche Saturno, a poco più di 7° da Giove.
Passiamo ora al 19 marzo, sempre alle 5:00 del mattino circa: la situazione sarà già notevolmente mutata, con la Luna che avrà compiuto uno spostamento cospicuo di circa 12° e mezzo verso l’orizzonte di sudest: alta 7° e mezzo (fase del 23%) si troverà esattamente a sud di Saturno. Nel frattempo, anche Marte e Giove si saranno stretti ulteriormente nel loro abbraccio, raggiungendo una separazione di circa 52’.
Il giorno successivo ancora, il 20 marzo, si verificherà il momento di massimo avvicinamento tra i due pianeti, in una congiunzione di appena 45’ circa: sarà una splendida occasione per immortalare il momento in una fotografia di paesaggio oppure per effettuare una bella osservazione al binocolo o al telescopio. Sarà inoltre possibile confrontare il diverso colore dei due pianeti, con Giove che splende di un bel colore bianco un po’ tendente al paglierino e Marte che, come sappiamo, ci apparirà rossastro.
Consigliamo di seguire questo balletto celeste anche nei giorni precedenti e successivi, anche senza Luna, e perché no… tentare di catturare il moto relativo di questi pianeti in un’unica fotografia che abbracci tutte le configurazioni appena descritte. Attendiamo i vostri scatti in PhotoCoelum!
All’inizio doveva essere nel 2018. Poi è slittato all’estate del 2020. E il 12 marzo è arrivato l’annuncio ufficiale, da parte dell’Agenzia spaziale europea e della Roscosmos Space Corporation russa, che il lancio di ExoMars è ulteriormente rinviato, questa volta al 2022, fra agosto e ottobre. Un annuncio già nell’aria da tempo, perlomeno da quando sono emerse criticità nei test sui paracadute ai quali spetta il compito di portare sano e salvo a destinazione il rover Rosalind sulla superficie marziana. Criticità probabilmente ancora non risolte con il livello di affidabilità necessario, considerando che i test finali sui paracadute – come anticipato a Media Inaf la settimana scorsa dal direttore delle Attività di scienza dell’Esa, Günther Hasinger – sono in calendario per fine marzo.
Ma non si tratta solo dei paracadute. Ciò su cui Jan Wörner e Dmitry Rogozin, i direttori generali dell’Esa e di Roscosmos, si sono trovati d’accordo è la necessità di compiere ulteriori test sull’hardware e sul software definitivi del modulo di discesa e del rover. Senza contare, come entrambi hanno dovuto riconoscere, che la fase finale delle attività di ExoMars è compromessa dall’esacerbarsi, nei paesi europei, della situazione epidemiologica sorta a seguito della diffusione del coronavirus. Una situazione, ha detto Rogozin, «che ha praticamente precluso ai nostri esperti la possibilità di viaggiare verso le industrie partner».
«Vogliamo essere sicuri al cento per cento che sia una missione di successo. Non possiamo permetterci alcun margine di errore», ha dichiarato Wörner. «Ulteriori attività di verifica garantiranno un viaggio sicuro e i migliori risultati scientifici su Marte». Prudenza più che comprensibile, soprattutto dopo aver sperimentato – con lo schianto di Schiaparelli del 2016 – quanto sia ardua la sfida di atterrare su Marte. E anche gli scienziati, che da anni attendono di poter vedere i loro strumenti in azione sul Pianeta rosso, approvano rassegnati questo ulteriore posticipo di due anni abbondanti, come prevedono i rigidi slot imposti dalla meccanica celeste per le missioni dirette verso Marte: finestre di lancio relativamente brevi – 10 giorni ciascuna – che si presentano ogni 780 giorni – ovvero circa due anni e due mesi, corrispondenti al periodo sinodico di Marte rispetto alla Terra.
«Sebbene non felici di un rinvio», dice Maria Cristina De Sanctis, ricercatrice dell’Istituto nazionale di astrofisica e responsabile scientifico dello strumento Ma_Miss (Mars Multispectral Imager for Subsurface Studies), uno spettrometro miniaturizzato – integrato nel trapano di ExoMars – che permetterà di caratterizzare la composizione del suolo marziano fino alla profondità di due metri, «riteniamo che sia saggio posporre il lancio se questo “garantisce” una missione con i rischi sostanzialmente nulli. Il nostro strumento Ma_Miss, che è stato il primo a essere consegnato e quindi integrato con il trapano ed il resto del veicolo spaziale, ha superato tutti i test previsti. Siamo fiduciosi che il rinvio non porterà a nessun “degrado” delle prestazioni del nostro strumento. Continueremo a lavorare per Ma_Miss effettuando ulteriori test nei nostri laboratori, e anzi ne approfitteremo per affinare le tecniche osservative ottimizzando la raccolta dati. Inoltre, analizzeremo campioni rappresentativi del sito di atterraggio con i “Ma_Miss di laboratorio” per essere pronti all’interpretazione dei dati che arriveranno, per la prima volta, del sottosuolo di Marte».
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Per approfondire
Speciale Marte. Un insieme di articoli sullo stato dell’esplorazione di Marte, pubblicati in occasione dell’arrivo di TGO su Marte e del mancato atterraggio di Schiaparelli, lo stato della ricerca fino a quel momento e una panoramica della missione.
Le Finestre di lancio. Ovvero come mai non possiamo (ancora) partire per un pianeta quando vogliamo.
Stelle, stelle doppie, stelle in evoluzione e… comete!
Quando l’astronomia amatoriale incontra quella professionale.
Coelum Astronomia di Marzo 2020
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Una cometa luminosa è in arrivo sui nostri cieli e la lunga attesa di un “astro chiomato” che sia in grado di attirare realmente l’attenzione è forse finita.
Non smeteremo però mai di ricordare che le previsioni sono solo indicative, spesso infatti non sono in linea con l’andamento reale di questi fantastici ma soprattutto imprevedibili e volubili oggetti celesti, e pertanto la prudenza è d’obbligo.
Secondo alcune stime, le più ottimistiche, la cometa potrebbe raggiungere addirittura la prima magnitudine. Altre riducono la luminosità ma ad ogni modo sono concordi con l’affermare che la soglia di visibilità a occhio nudo dovrebbe essere raggiunta.
Qui a destra vedete il grafico preso da aerith.net, a cura del giapponese Seiichi Yoshida, uno dei principali siti amatoriali in cui controllare l’andamento e le previsioni di luminosità delle comete, basate su dati ufficiali del Minor Planet Center e sulle osservazioni dirette di una comunità di astrofili da tutto il mondo. Un altro sito, sempre a livello internazionale, su cui informarsi e seguire l’andamento della visibilità della cometa, sempre amatoriale e dedicato agli appassionati di astri chiomati, è quello a cura del Crni Vrh Observatory: il Comet Observer’s Database (COBS).
Hello C/2019 Y4 march 8 UT 20.15 bright moonlight 8″/2.0 CCD filter green 55x65sec CS Michael Jäger pic.twitter.com/UNimei5F9C
Una cometa luminosa è in arrivo sui nostri cieli, e la lunga attesa di un “astro chiomato”che sia in grado di attirare realmente l’attenzione è, forse, finita.
La nuova arrivata è la C/2019 Y4 ATLAS, scoperta il 28 dicembre 2019 dal sistema automatizzato per la ricerca di asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra ATLAS (Asteroid Terrestrial-Impact Last Alert System). L’aumento di cinque magnitudini a gennaio (partiva da una magnitudine di +19,6 alla scoperta) l’ha portata sotto la lente di ingrandimento degli esperti e l’attesa per maggio, mese del suo passaggio più ravvicinato al Sole e quindi del picco luminoso, è già cominciata.
Ma già ad aprile la ATLAS raggiungerà una luminosità elevata diventando una cometa binoculare, osservabile al tramonto per l’emisfero nord.
Osservatorio Astronomico Provinciale di Montarrenti, SS. 73 Ponente, Sovicille (SI). L’OAPM apre gratuitamente al pubblico per l’osservazione del cielo notturno il 2° e 4° venerdì del mese
13.03 e 27.03, ore 21:30: Il cielo al castello di Montarrenti
L’Osservatorio Astronomico di Montarrenti (SI) sarà aperto al pubblico per delle serate osservative con particolare alla Luna calante il giorno 13, mentre il 27 sarà la volta dei vari oggetti del profondo cielo, come le numerose galassie che sono visibili nel periodo primaverile. Prenotazione obbligatoria sul sito www.astrofilisenesi.it o inviando un messaggio WhatsApp a Patrizio (3472874176) o un sms a Giorgio (3482650891). In caso di tempo incerto telefonare per conferma.
Osservatorio e Planetario di Marana, Via Pasquali Marana, 36070 Marana di Crespadoro (VI).
13.03, ore 21:00: Two small pieces of glass. Da Galileo all’Hubble Space Telescope 15.03, ore 15:00: From Earth to Universe. Dalla Terra all’infinito. Galileo all’Hubble Space Telescope 15.03, ore 17:00: From Earth to Universe + Telescopio dalla Terra all’Infinito 27.03, ore 21:00: Evento: Do light mythic – Escursioni notturne nelle dolomiti di Antonio Riva Barban. Evento tramesso in streaming
Ogni settimana il Teatro Colosseo, l’Aula magna della Cavallerizza Reale dell’Università di Torino, l’Aula magna “Giovanni Agnelli” del Politecnico di Torino e l’Auditorium della Città metropolitana di Torino, si trasformano in un grande laboratorio scientifico.
Da novembre a marzo non solo conferenze ma dimostrazioni, esperimenti di laboratorio, spettacoli teatrali e filmati per portare il sapore della ricerca al grande pubblico.
La prima congiunzione che segnaliamo per il mese di marzo vede protagonisti due pianeti molto differenti tra loro, non solo fisicamente, ma anche e soprattutto per il loro modo di presentarsi ai nostri occhi.
Parliamo di Venere e di Urano: se il primo sarà impossibile da non riconoscere in cielo, alto poco meno di 30° sull’orizzonte ovest, per via della sua eccezionale lucentezza (mag. –4,4), lo stesso non si può dire per il gigante Urano, pianeta la cui magnitudine si attesta su una ben più modesta +5,9, risultando invisibile a occhio nudo.
Il teatro di questo incontro (circa 2° 30’, con Venere situato a nord di Urano) avverrà tra le stelle dell’Ariete. La congiunzione del 9 marzo costituisce il momento clou di un inseguimento da parte del brillante pianeta che dura da settimane: consigliamo di seguire questa particolare congiunzione anche nei giorni precedenti e successivi per valutare il moto relativo dei due pianeti.
Il campo di un buon binocolo 10×50 accoglierà bene i due astri e ci permetterà di osservare l’avvicinamento (ovviamente prospettico) di Venere al remoto pianeta, anche se la grande differenza di luminosità non sarà semplice da gestire per gustare l’immagine.
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Le effemeridi di Luna e Pianeti le trovi nel Cielo di Marzo 2020 su coelum.com
Una TV via web sulle attività dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. La visione e l’utilizzo di Astrochannel sono gratuiti e consentiti a tutti (se però siete interessati solo a singoli video, suggeriamo d’iscriversi). Suggeriamo di seguito i seminari in lingua italiana, ma il programma è decisamente più ampio e può essere consultato qui: http://www.media.inaf.it/inaftv/seminari/#3151
Attenzione: l’elenco che segue potrebbe essere non aggiornato. Per maggiori informazioni e aggiornamenti in tempo reale sui singoli seminari, vi invitiamo a fare riferimento ai siti web delle singole sedi.
Clementina Sasso (INAF Napoli), “La missione spaziale Solar Orbiter e la partecipazione italiana”
Per seguire i seminari, installare il software (http://www.media.inaf.it/inaftv/) o cercare il video sul canale YouTube INAF-TV. Astrochannel è un software di Marco Malaspina – Copyleft INAF Ufficio Comunicazione – 2007-2015
Incredibile vero? E questa è la versione a 650 milioni di pixel. Qui trovate scaricabili tutte le immagini, ma attenzione alle dimensioni dei file! Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS
Curiosity ogni tanto ci ricorda che lui è sempre lì, a studiare passo dopo passo, giorno dopo giorno dal 6 agosto del 2012, la superficie marziana, la sua composizione, i suoi tanti diversi aspetti… e ci manda panorami a 360° per permetterci di immergerci nelle vastità del pianeta rosso come se fossimo lì con lui. Ma questa volta si è superato, mostrandoci il panorama marziano a maggior risoluzione mai realizzato finora.
Tra fine novembre e i primi di dicembre, durante la Festa del Ringraziamento, il grande rover della NASA si trovava sui fianchi del Monte Sharp, nel cratere Gale con davanti la “Glen Torridon”, una regione particolarmente ricca di argille di cui il rover ha studiato a fondo il terreno. Proprio questa sua caratteristica ne ha fatto una regione di grande interesse per studiare quello che potrebbe essere risultato di azione di sedimentazione del grande lago che sarebbe stato un tempo il cratere Gale.
Durante quei giorni, il team della missione era in “ferie” per la più sentita fetività americana, e ha lasciato il grande rover per qualche giorno fermo, con poche attività da svolgere, in attesa di altre istruzioni. Un’opportunità per programmarlo a… guardarsi attorno con più attenzione del solito, e scattare così moltissime immagini ad altissima risoluzione del panorama che lo circondava.
«Mentre molti del team erano a casa a godersi il tacchino, Curiosity ha prodotto questa gioia per glio occhi» spiega Ashwin Vasavada, project scientist alla guida della missione Curiosity. «È la prima volta nell’arco della missione che abbiamo dedicato le nostre operazioni a un panorama stereo a 360°».
Qui sotto il video navigabile a 360°, attendete che si carichi l’immagine e poi… guardatevi attorno!
Sono quasi 1200 immagini, 6 ore e mezza di scatti totali, presi in quattro diversi giorni (tra il 24 novembre e il 1 dicembre) dal teleobiettivo della MastCam, ottenendo immagini ad altissima risoluzione e, contemporaneamente, dal suo obiettivo ad angolo medio per un panorama a più bassa risoluzione.
Nelle immagini ad alta risoluzione, che hanno dato vita a un panorama di ben 1,8 miliardi di pixel, la camera non aveva modo di riprendere anche il corpo del rover, mentre nel secondo panorama a più bassa risoluzione – si tratta comunque di una immagine di quasi 650 milioni di pixel! – è stato possibile includere anche quello, come nei suoi migliori e ormai famosi “selfie”.
L’immagine di apertura (qui nelle due versioni a maggiore e minore risoluzione) può essere ingrandita utilizzando i comandi o la rotellina del mouse, e ingrandendo in profondità possiamo osservare le rime del cratere Gale. Spostando lo sguardo verso il lato sinistro dell’immagine, vediamo una imponente struttura: il cratere Slangpos. Un cratere di quasi 5 chilometri di larghezza all’interno di Gale. Un’immagine che ci ricorda che siamo in un pianeta diverso dalla Terra per quanto simile possa sembrare questo panorama a un deserto terrestre…
Se invece ci spostiamo sul lato destro vediamo la striscia nera della Vera Rubin Ridge, zona alla quale il rover ha dedicato oltre un anno di analisi, per la sua particolarietà, il profilo simile a una scogliera della Central Butte (letteralmente collinetta centrale), per arrivare al Greenheugh Pediment, una cresta sulla cima della collina che si deve essere formato dopo che il lago è evaporato e la zona ha preso la forma che vediamo oggi.
Tutto questo viene raccontato anche nel video qui di seguito, in inglese, che mostra nel dettaglio i particolari ripresi.
Scegliete il modo migliore per guardarvi attorno e… buona visione!
Gli astronomi, ma anche il mondo amatoriale, si sono recentemente posti il problema che l’impatto delle megacostellazioni satellitari hanno sulla ricerca scientifica e in generale sull’osservazione del cielo. Abbiamo visto immagini di decine di satelliti in fila che minacciano di rovinare intere sessioni osservative, per svago ma soprattutto nella ricerca astronomica effettuata dai grandi telescopi a Terra. Sappiamo infatti quanto si sta investendo ancora su questo fronte, che nonostante glo Osservatori spaziali, resta di enorme importanza.
Per meglio comprendere l’effetto che queste costellazioni potrebbero avere sulle osservazioni astronomiche, l’ESO ha commissionato uno studio scientifico concentrandosi sulle osservazioni di telescopi dell’ESO nel visibile e nell’infrarosso, non senza tenere in conto anche altri Osservatori. Lo studio, che considera un totale di 18 costellazioni satellitari, in fase di sviluppo da parte di SpaceX, Amazon, OneWeb e altri, per un totale di oltre 26 mila satelliti – numero medio preventivato al momento, ma che potrebbe essere molto più alto – è stato ora accettato per la pubblicazione dalla rivista Astronomy & Astrophysics.
Lo studio rivela che i grandi telescopi come il VLT (Very Large Telescope) e il prossimo ELT (Extremely Large Telescope) dell’ESO saranno solo “moderatamente influenzati” dalle costellazioni satellitari. L’effetto sarà invece più pronunciato per le lunghe esposizioni (sopra i 1000 s), arrivando a rovinarne fino al 3% durante il crepuscolo, mentre per le esposizioni più brevi arriverebbe a meno dello 0,5%. Anche le osservazioni condotte durante la notte sarebbero le meno colpite, poiché i satelliti passano nell’ombra della Terra e non vengono quindi illuminati dal Sole. A seconda quindi della situazione, dal punto di vista scientifico, l’impatto potrebbe essere mitigato apportando modifiche ai programmi operativi dei telescopi.
Tali cambiamenti potrebbero però avere un costo: si passa dal calcolare la posizione dei satelliti per evitare di osservare in un dato momento la zona interessata dai passaggi, a chiudere l’otturatore del telescopio nel momento preciso in cui un satellite attraversa il campo di vista, fino a limitare le osservazioni ad aree di cielo nell’ombra della Terra, dove i satelliti non sono illuminati dal Sole. Metodi non applicabili a tutti gli scopo scientifici dell’osservazione.
Dalla parte delle industrie, invece, un passo efficace per mitigare l’impatto sarebbe quello di rendere scuri, non riflettenti, i satelliti.
Il maggiore danno graverebbe sulle survey a grande campo, in particolare quelle effettuate con grandi telescopi. Per fare un esempio, sarebbero “gravemente colpite”, secondo lo studio, fino al 30% delle esposizioni nella prima e ultima parte della notte e fino al 50% delle esposizioni al crepuscolo, dell’Osservatorio statunitense Vera C. Rubin della National Science Foundation (non una struttura dell’ESO).
Le tecniche di mitigazione applicabili ai telescopi dell’ESO non funzionerebbero per il telescopio americano, ma verranno esplorate attivamente altre strategie. Sono necessari quindi ulteriori studi per comprendere appieno le implicazioni scientifiche della perdita di dati osservativi. Si tratta infatti di dati di grande valore, i telescopi per survey a largo campo come l’Osservatorio Vera Rubin possono scansionare rapidamente grandi regioni di cielo e sono perciò cruciali per individuare fenomeni di breve durata, come le supernove o asteroidi potenzialmente pericolosi. Grazie alla loro capacità unica di generare insiemi di dati molto grandi, e di trovare obiettivi di interesse per molti altri Osservatori, le comunità astronomiche e le agenzie di finanziamento hanno classificato i telescopi per survey a largo campo una priorità assoluta per gli sviluppi futuri dell’astronomia.
Come dicevamo, anche il mondo amatoriale, non solo quello professionale, è preoccupato per l’effetto che queste mega-costellazioni satellitari potrebbero avere sulle osservazioni del cielo notturno. Lo studio mostra che ben 1600 satelitti si troverebbero sopra l’orizzonte di un Osservatorio alle medie latitudini, la maggiorparte dei quali si troverebbe sotto i 30° ma fino a 250 potrebbero trovarsi al di sopra, in quella zona del cielo in cui si svolgono la maggior parte delle osservazioni astronomiche – per minimizzare la turbolenza atomosferica.
Per quanto riguarda l’orario delle osservazioni, ma anche l’osservazione del cielo a occhio nudo, mentre al tramonto e all’alba sarebbero tutti illuminati dal Sole, in realtà via via che ci si inoltra nella notte sempre più satelliti entrano nell’ombra della Terra. Dallo studio si rileva che fino a circa 100 satelliti potrebbero essere abbastanza luminosi da essere visibili a occhio nudo durante le ore del crepuscolo, circa 10 dei quali sarebbero più alti di 30 gradi di elevazione, ma diminuirebbero velocemente a mano a mano che la notte diventa più scura.
Cosa significa in termini pratici per noi amanti del cielo? Complessivamente, queste nuove costellazioni satellitari arriverebbero a raddoppiare il numero di satelliti visibili a occhio nudo nel cielo notturno sopra i 30 gradi.
E i treni di decine di satelliti che abbiamo visto nelle immagini qualche tempo fa? Lo studio non ha preso in considerazione questo effetto, anche se spettacolare e molto luminoso, perché si tratta di un evento visibile solo in un periodo limitato dopo il lancio, e per lo più al crepuscolo; in orario notturno sarebbe visibile solo da aree molto limitate della Terra, impattando quindi in modo trascurabile nella globalità delle osservazioni possibili.
Lo studio dell’ESO utilizza semplificazioni e ipotesi per ottenere una stima degli effetti, che in realtà potrebbero essere più piccoli di quanto calcolato nell’articolo. Saranno comunque necessari modelli più sofisticati per quantificarli con maggiore precisione.
Le costellazioni satellitari avranno anche un impatto sugli Osservatori radio, millimetrici e submillimetrici, tra cui ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) e lAPEX (Atacama Pathfinder Experiment), impatto che sarà preso in considerazione nei prossimi studi.
L’ESO, insieme con altri Osservatori, l’Unione Astronomica Internazionale (IAU), l’American Astronomical Society (AAS), la UK Royal Astronomical Society (RAS) e altre società scientifiche, sta adottando misure per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema in sedi internazionali come il Comitato delle Nazioni Unite per gli Usi Pacifici dello Spazio Esterno (COPUOS) e il Comitato europeo per le frequenze della radioastronomia (CRAF).
Allo stesso tempo, con le compagnie spaziali, si esplorano soluzioni pratiche in grado di salvaguardare gli investimenti su larga scala effettuati nelle strutture astronomiche da terra all’avanguardia, sostenendo lo sviluppo di quadri normativi che, in definitiva, garantiscano l’armoniosa coesistenza del progresso tecnologico in orbita bassa (purché promettente negli effetti) in condizioni che consentano all’umanità di continuare l’osservazione e lo studio dell’Universo.
Insomma… è il caso di dire che non tutto il male vien per nuocere? Diventeranno nel tempo uno di quegli eventi da immortalare, e attendere con impazienza, nelle nostre riprese del cielo come lo sono stati i satelliti Iridium o come è tutt’ora il passaggio della stazione spaziale internazionale? Intanto stiamo in allerta e seguiamo l’evoluzione di questo fenomeno.
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Osservatorio e Planetario di Marana, Via Pasquali Marana, 36070 Marana di Crespadoro (VI).
08.03: ore 10:00 – 15.30: apriamo per la festa dei planetari. 13.03, ore 21:00: Two small pieces of glass. Da Galileo all’Hubble Space Telescope 15.03, ore 15:00: From Earth to Universe. Dalla Terra all’infinito. Galileo all’Hubble Space Telescope 15.03, ore 17:00: From Earth to Universe + Telescopio dalla Terra all’Infinito 27.03, ore 21:00: Evento: Do light mythic – Escursioni notturne nelle dolomiti di Antonio Riva Barban. Evento tramesso in streaming
I convegni e le iniziative UAI 7 e 8 marzo 2° Convegno Nazionale di divulgazione inclusiva
A Chianciano (SI), il secondo Convegno Nazionale di Divulgazione Inclusiva dell’Astronomia, a cura dell’omonimo Programma Nazionale di Attività della commissione Divulgazione. Le “Stelle per tutti”, per la divulgazione dell’astronomia e della scienza in favore delle persone svantaggiate http://www.uai.it/sito/stellepertutti/
28 e 29 marzo Workshop radioastronomia sullo studio delle PULSAR
Organizzato dal Programma Nazionale di Ricerca Radioastronomia UAI e da IARA presso l’Osservatorio e Planetario di San Giovanni in Persiceto (BO). http://www.uai.it/sito/ricerca-e-studi/
30 marzo – 5 aprile Maestra Luna
Gli studenti osservano la Luna ad occhio nudo e con il telescopio, misurano le sue dimensioni, la sua distanza, la posizione fra le stelle e come si muove intorno alla Terra scoprendo tante curiosità che non sempre si trovano sui libri scolastici. http://www.uai.it/sito/didattica-e-formazione/
Osservatorio Astronomico Provinciale di Montarrenti, SS. 73 Ponente, Sovicille (SI). L’OAPM apre gratuitamente al pubblico per l’osservazione del cielo notturno il 2° e 4° venerdì del mese
07.03, ore 21:30: Il cielo di marzo.
Ritrovo presso Porta Laterina a Siena da dove raggiungeremo a piedi la Specola “Palmiero Capannoli”. Osserveremo la Luna, prossima alla fase di piena, e prenderemo conoscenza con le costellazioni primaverili che stanno apparendo sempre prima in cielo (Cancro, Leone, Vergine…). Prenotazione obbligatoria sul sito www.astrofilisenesi.it o tramite Davide Scutumella (3388861549). In caso di tempo incerto telefonare per conferma.
13.03 e 27.03, ore 21:30: Il cielo al castello di Montarrenti
L’Osservatorio Astronomico di Montarrenti (SI) sarà aperto al pubblico per delle serate osservative con particolare alla Luna calante il giorno 13, mentre il 27 sarà la volta dei vari oggetti del profondo cielo, come le numerose galassie che sono visibili nel periodo primaverile. Prenotazione obbligatoria sul sito www.astrofilisenesi.it o inviando un messaggio WhatsApp a Patrizio (3472874176) o un sms a Giorgio (3482650891). In caso di tempo incerto telefonare per conferma.
9 marzo: inizia il corso di Astronomia a Vicovaro (RM) “Stelle e Lettere”
Corsi di Astronomia a Roma
Il 2020 si apre con due corsi della nostra Scuola di Astronomia, uno il lunedì, l’altro il giovedì, che dureranno fin dopo la metà di marzo presso la nostra sede all’EUR, di fronte alla metro Laurentina ai quali è possibile iscriversi anche dopo l’inizio a prezzo ridotto.
Corso Base di Astronomia Generale
Un meraviglioso viaggio alla scoperta dell’Universo e di tutti gli oggetti incredibili che lo popolano. Pulsar, quasar, buchi neri… Un corso completo delle fasi lunari al Big Bang
Corso completo di Astrofotografia
Lezioni teoriche e pratiche per imparare e sperimentare tutte le competenze che servono per fare spettacolari fotografie del cielo con qualsiasi strumento, dalla semplice reflex al telescopio ed elaborarle.
Èla più grande esplosione che sia mai avvenuta nell’universo dopo il Big Bang – per quanto ne sappiamo. E a scoprirla è stato un team di astronomi guidato da Simona Giacintucci, un’astrofisica italiana – laurea e dottorato a Bologna – oggi a Washington, negli Stati Uniti, in forze al Naval Research Laboratory. L’esplosione ha avuto origine da un buco nero supermassiccio al centro di una galassia a centinaia di milioni di anni luce di distanza, e ha rilasciato cinque volte più energia rispetto al precedente detentore del record.
Il botto da Guinness è stato rilevato nell’ammasso di Ofiuco, un enorme conglomerato cosmico a circa 390 milioni di anni luce da noi, formato da migliaia di galassie, gas caldo e materia oscura tenuti insieme dalla gravità. Al centro dell’ammasso c’è una grande galassia, contenente a sua volta un buco nero supermassiccio: i ricercatori pensano che la fonte dell’eruzione sia proprio questo buco nero, che si nutre attivamente del gas circostante, espellendo occasionalmente grandi quantità di materia ed energia a velocità relativistiche.
La scoperta è avvenuta analizzando i dati in banda X raccolti con i telescopi spaziali Chandra della Nasa e Xmm-Newton dell’Esa, e i dati radio del Murchison Widefield Array (Mwa), in Australia, e del Giant Metrewave Radio Telescope (Gmrt), in India.
Già osservazioni di Chandra del 2016, condotte da Norbert Werner e colleghi, avevano rivelato, per la prima volta, un indizio di questa immensa esplosione: un insolito “bordo curvo” nell’immagine X dell’ammasso. Presero in considerazione la possibilità che potesse trattarsi di una cavità nel gas caldo circostante, scavata dai getti provenienti dal buco nero supermassiccio. Ma alla fine abbandonarono l’ipotesi, anche perché sarebbe stata necessaria una quantità di energia enorme per dare luogo a una cavità così grande.
E invece, a quanto pare, era proprio così: un’esplosione talmente devastante da scavare una cavità nel plasma dell’ammasso – il gas incandescente che circonda il buco nero. Una dinamica simile a quella dell’eruzione del monte Sant’Elena del 1980, che strappò via la cima della montagna, dice Giacintucci. «La differenza è che, nel cratere prodotto da questa eruzione nel gas caldo dell’ammasso, ci si potrebbero far stare 15 galassie grandi come la Via Lattea una accanto all’altra».
Lo studio, in uscita su The Astrophysical Journal, riporta che il bordo curvo della cavità osservata in precedenza da Chandra è in seguito stato rilevato anche da Xmm-Newton, confermando così l’osservazione. Cruciali sono stati inoltre i nuovi dati radio del radiotelescopio Mwa, e quelli di archivio di Gmrt, per dimostrare che il bordo curvo, circondando una regione densa d’emissione radio, fa effettivamente parte della parete di una cavità. Emissione radio, spiegano gli autori, che proviene da elettroni accelerati – probabilmente dal buco nero supermassiccio – quasi alla velocità della luce.
23ª edizione dell’annuale Mostra di Astronomia e Astronautica organizzata dal Gruppo Astrofili Salese.
La splendida cornice di Villa Farsetti a Santa Maria di Sala ospita questo immancabile appuntamento per tutti gli appassionati di astronomia e gli amanti dell’osservazione delle stelle.
L’edizione 2020 è dedicata alle DONNE NELLA SCIENZA, e in particolar modo alle figure femminili che con le loro scoperte ed intuizioni hanno segnato importanti traguardi nella storia dell’astronomia.
A quasi due mesi dalla caduta del bolide del 1° gennaio 2020 che ha portato al ritrovamento della meteorite Cavezzo (Modena), questa mattina migliaia di persone in tutta Italia hanno potuto assistere a un fenomeno molto raro: un bolide diurno. Ecco una prima ricostruzione del fenomeno in base ai dati raccolti dal progetto Prisma.
Erano le 09:30:34 ora di Greenwich (le 10:30:34 dei nostri orologi), quando un brillante bolide di colore bianco ha solcato i cieli italiani seguendo una traiettoria approssimativamente da sud-ovest verso nord-est. Il bolide era molto luminoso, perfettamente visibile anche in pieno dì, nonostante la luce del Sole.
Immediatamente il form per la segnalazione dei bolidi del progetto PRISMA, coordinato dall’Inaf, è stato preso d’assalto e in breve tempo sono giunte decine di segnalazioni visuali, mentre sui social comparivano immagini e video del bolide ripresi sia dall’Italia sia dalla vicina Croazia.
Purtroppo, durante il giorno le camere all-sky della rete Prisma non sono in modalità presa dati, perché con la luce solare ci sarebbero tantissimi falsi positivi. Tuttavia è possibile ricavare a grandi linee la traiettoria che il bolide ha percorso sulla superficie terrestre triangolando direttamente le testimonianze visuali.
Ed è quello che è stato fatto in queste ore dal team di Prisma. Il risultato – preliminare – è nell’immagine qui sotto. Il bolide ha percorso una traiettoria moderatamente inclinata sulla superficie terrestre, circa 50°. I testimoni visuali lo hanno visto percorrere le coste dell’ex Jugoslavia, approssimativamente da sud-est verso nord-ovest. Nella parte finale della traiettoria il bolide ha subito due esplosioni, effetti della frammentazione del meteoroide originario, e nel cielo, per un paio d’ore, è rimasta visibile una piccola nube di colore biancastro.
Il bolide è stato anche rilevato dallo spazio. Infatti i satelliti militari statunitensi hanno rilevato un’esplosione in atmosfera alle 09:30:34 Ut, alle coordinate 45,7° N, 11,5° E ossia circa sulla verticale di Thiene. Da questi dati satellitari, la quota dell’esplosione del bolide risulta di circa 34,5 km con una velocità del meteoroide, al momento dell’esplosione, di 21,5 km/s. L’energia sviluppata risulta di circa 0,34 kt (1/50 della bomba atomica di Hiroscima), compatibile con un meteoroide roccioso di circa 1,5 metri di diametro.
Viste le dimensioni è molto probabile che qualche frammento sia arrivato al suolo, ma con le sole testimonianze visuali non è possibile individuare l’esatto punto di caduta. Se vogliamo il fenomeno di stamattina è, in scala minore, simile al bolide di Cheliabinsk, caduto in Russia il 15 febbraio 2013. In quest’ultimo caso, però, si trattava di un piccolo asteroide di circa 10 metri di diametro e gli effetti sono stati ben maggiori.
Aggiornamento del 29.02.2020: avvalendoci dei dati resi disponibili dai satelliti militari statunitensi e includendo anche osservazioni visuali dall’ex Jugoslavia, abbiamo affinato l’orario dell’evento (inizialmente avevamo riportato 09:35:25 UT) e l’immagine con la traiettoria del bolide. Fonte: progetto Prisma
Space Adventure racconta ai visitatori di tutto il mondo una epopea straordinaria con i reperti originali – le navicelle, i satelliti, i razzi e i modelli in scala che tracciano l’arduo sentiero esplorato da astronauti, tecnici e scienziati.
Copenaghen, Tel Aviv, Johannesburg, Varsavia, Bucarest e ora a Torino: lo spazio e le sue meraviglie sono raccontate con gli oggetti e le istruzioni per l’uso degli enti che hanno scritto la storia dello spazio: NASA, ESA, ASI e ROSCosmos – l’Agenzia Spaziale Russa.
Da Torino, dal Parco del Valentino, partiremo di nuovo con l’astronave “Space Adventure”: con le immagini, i simulatori interattivi e la nostra mente percorreremo milioni di chilometri in un angolo del Sistema Solare, quello più vicino alla nostra Terra, per incontrare due pianeti affascinanti, Mercurio e Marte, qualche cometa e il satellite che da sempre accompagna le notti e i sogni dell’uomo, la Luna.
www.space-adventure.it
Attenzione! SPACE ADVENTURE resterà chiusa al pubblico fino a sabato 29 febbraio compreso
Dall’1 al 15 marzo 2020, presso la Sala della Gran Guardia, in piazza dei Signori a Padova.
L’arte come linguaggio comune a ogni processo creativo, per costruire un ponte tra la comunità scientifica e la scuola, e avvicinare i ragazzi e il pubblico alla scienza.
Assieme ad alcune opere della collezione artistica del CERN Art@CMS realizzate da artisti provenienti da diverse parti del mondo, saranno esposti anche i lavori artistici degli studenti di alcune scuole superiori che hanno partecipato al progetto Art&Science Across Italy, a cura dell’INFN.
Nell’ambito della mostra, è prevista una conferenza presso Sala Paladin, relatore il prof. Giulio Peruzzi, Docente di Storia della Fisica all’Università di Padova, con successivo trasferimento alla Gran Guardia per visitare la mostra.
L’iniziativa Padovana è realizzata con dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, la collaborazione del Dipartimento di Fisica e Astronomia e del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova.
Ad annunciare la nuova stagione è come sempre il Leone che, con il suo caratteristico profilo segnato dalla stella Regolo, dominerà già il cielo a sud, circondato da costellazioni molto meno appariscenti come il Leone Minore, il Sestante e la Chioma di Berenice.
Niente a che vedere con l’impressionante lucentezza delle costellazioni invernali, ma c’è da tener conto del fatto che, in primavera, la porzione di cielo che si offre ai nostri occhi è quello che sta al di fuori del piano della Via Lattea, dove le stelle sono molto più rare.
Potremo però dedicarci all’osservazione dei molti oggetti che si trovano al di fuori della Via Lattea, come numerose e affascinanti galassie percepibili però soltanto al telescopio o al binocolo. Più a est, le costellazioni della Vergine, con la bella stella Spica, del Boote, con l’arancione Arturo, e di Ercole, in successione, saranno già in viaggio verso il meridiano, annunciando con quest’ultima addirittura un sapore di estate.
Venere continua a dominare il cielo della sera, sempre più brillante e alto, praticamente da solo. Tutti gli altri pianeti infatti continuano a mostrarsi ai mattinieri. Marte rifnorza la sua presenza mostrandosi già qualche ora prima dell’alba, accompagnato da Giove e Saturno, che lo seguono in sequenza e daranno vita a una serie di congiunzioni sempre con la complicità della falce di Luna.
Maggiori dettagli e informazioni anche sui più distanti Urano e Nettuno, non visibili a occhio nudo, su pianeti nani e asteroidi, li trovate sempre sul
Hai tentato la maratona? Raccontacelo scrivendo a segreteria@coelum.com
Come ogni anno, marzo è il periodo ottimale per tentare la Maratona Messier, ossia la sfida che prevede di osservare tutti gli oggetti del celebre Catalogo Messier in una sola notte.
Nel 2020 la Luna Nuova si verificherà il 24 marzo. L’assenza della Luna in cielo è un fattore fondamentale per riuscire a osservare anche i più elusivi oggetti deep-sky del catalogo, per questo chi attende il fine settimana per raggiungere cieli bui da cui effettuare l’osservazione avrà due opportunità per tentare la Maratona: la prima sarà il weekend del 21-22 marzo e la seconda, il 28-29 marzo 2020.
Hai compiuto un’osservazione? Condividi le tue impressioni, mandaci i tuoi report osservativi o un breve commento sui fenomeni osservati: puoi scriverci a segreteria@coelum.com. E se hai scattato qualche fotografia agli eventi segnalati, carica le tue foto inPhotoCoelum!
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