“Sono 129 piedi (39 metri) più vicino a Marte, racchiuso nella parte superiore del razzo che mi manderà lì. Questo è un grande passo per me e il mio team. Siamo arrivati qui insieme, e arriveremo su Marte allo stesso modo”.

Con queste parole, in un tweet del 9 luglio scorso, il team di Perseverance, il rover della Nasa che andrà a caccia di segni di vita microbica nel passato di Marte, annuncia l’avvenuto posizionamento dello stadio finale del razzo Atlas V, contenente al suo interno il veicolo spaziale, in cima alla Vertical Integration Facility del complesso di lancio 41 di Cape Canaveral, in Florida, e la realizzazione dei cablaggi con il razzo Atlas V per gli ultimi test di rito, superati i quali tutto sarà pronto per l’epocale lancio.

Tutto è cominciato martedì 7 luglio, quando il rover della missione Mars 2020 Perseverance, insieme a Ingenuity, l’elicottero che dimostrerà il volo a motore nell’atmosfera marziana, e il resto dei moduli della missione – l’aeroshell, lo stadio di crociera e lo stadio di discesa – sono stati inseriti all’interno del payload fairing: la struttura a forma di cono che costituisce l’ultimo stadio del razzo Atlas V che porterà Perseverance nello spazio, una sorta di bagagliaio entro cui sono custoditi e protetti durante il lancio i veicoli da portare in orbita.

Dalla Payload Hazardous Servicing Facility del Kennedy Space Center, l’ogiva – come è anche chiamata genericamente questa parte di un razzo – è stata quindi trasportata fino alla Vertical Integration Facility del complesso di lancio 41 della Cape Canaveral Air Force Station, dove un paranco da 60 tonnellate, in giallo nelle immagini, l’ha sollevata, posizionandola a un’altezza di quasi 40 metri dal suolo, equivalente a quella di un palazzo di 15 piani.

L’ogiva, contenente al suo interno il rover della Nasa Perseverance, mentre viene issata a 39 metri di altezza nella Vertical Integration Facility , pronta per essere posizionata in cima al razzo Atlas V. L’immagine è stata scattata il 7 luglio 2020. Crediti: Nasa/Ksc

Qui gli ingegneri della Nasa hanno effettuato tutti i cablaggi tra questo stadio del razzo e il resto dell’Atlas V – già dal 30 maggio alla in posizione verticale presso il sito. Collegamenti con la parte iniziale del razzo che resteranno attivi fino a circa 50-60 minuti dopo il lancio, quando il payload fairing se ne libererà consentendo a Perseverance di continuare il suo viaggio verso Marte spinto da questo stadio ancora per un altro po’ di tempo, prima di separarsi da esso e iniziare il suo viaggio verso Marte all’interno del modulo di crociera.

Una volta completata l’operazione di cablaggio, fa sapere la Nasa, avranno inizio gli ultimi test degli stadi, sia separatamente che come unica struttura. E se tutto andrà come previsto, due giorni prima dell’apertura della finestra di lancio – tra il 30 luglio e il 15 agosto –  il razzo lascerà definitivamente questo sito, percorrendo su rotaia i 550 metri che lo separano dalla piattaforma di lancio. Da lì, probabilmente il 30 luglio stesso, alle ore 13 e 50 ora italiana, per Perseverance inizierà un viaggio lungo 467 milioni di chilometri, che il rover a sei ruote percorrerà in circa sette mesi, prima di arrivare su Marte.

La Nasa e la United Launch Alliance – la  joint venture che costruisce i razzi Atlas V – hanno recentemente aggiornato la finestra di lancio della missione, che, come già anticipato, è stata fissata dal 30 luglio al 15 agosto prossimi. Un periodo di lancio modificato rispetto al precedente (dal 17 al 30 luglio) per problemi, ora risolti, alla linea di sensori per l’ossigeno liquido del razzo rilevati durante il Wet Dress Rehearsal test (Wdr), uno dei test cui vengono sottoposti i sistemi di lancio prima del decollo.

Quale che sia il giorno del lancio all’interno di questa finestra, il team farà in modo che Peseverance atterri sul cratere Jezero il 18 febbraio 2021. La scelta di una data, e anche dell’ora, di un atterraggio, aiuta infatti il team a prevedere meglio quali condizioni ambientali (luce e temperatura) troverà Perseverance nel sito, nonché la posizione dei satelliti in orbita su Marte, ai quali toccherà registrare e trasmettere i dati del veicolo spaziale durante le fasi di discesa e d’atterraggio.

Nel corso della sua permanenza su Marte, Perseverance non solo cercherà segni di vita microbica nel passato del pianeta, ma raccoglierà anche campioni di roccia e suolo dalla superficie da riportare qui sulla Terra. Non ci resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti dal Perseverance Rover team della Nasa.

• Leggi anche Perseverance. Conosciamo il nuovo rover in partenza per Marte di Elisabetta Bonora.



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