Si è da poco conclusa a conferenza stampa di aggiornamento: l’emozione si poteva quasi toccare nel momento in cui sono state presentate le sequenze riprese dalle 4 telecamere che hanno immortalato l’apertura del paracadute, il distacco dello scudo termico e infine l’avvicinamento progressivo alla superficie da parte del modulo di discesa, che ha deposto il rover e poi è volato via.
Come mostra lo schema qui a destra, una delle telecamere era montata sul “backshell”, accanto all’alloggiamento del paracadute, un’altra sul modulo di discesa (o “sky-crane”) riprendeva Perseverance dall’alto e le rimanenti due erano montate sul rover, una verso l’alto e l’altra in basso.
Nello schema seguente, la sequenza temporale con la durata e il frame rate di ciascuna telecamera.
Il filmato (in fondo a questo post) inizia a 11 chilometri sopra la superficie, 230 secondi dopo l’entrata in atmosfera mentre Perseverance viaggia a 20.100 km / h., con l’obiettivo della fotocamera ancora coperto. Mostra il dispiegamento del paracadute (il più grande mai inviato su Marte) che avviene in meno di un secondo e termina con l’atterraggio del rover nel cratere. Una visuale in prima fila sui famosi sette minuti di terrore.
In tutto, sono state registrati circa 23000 fotogrammi per un volume di 4 GB, tutti stivati nella memoria del rover e trasmessi successivamente a Terra.
Di seguito, la sequenza di apertura del paracadute ripresa dalla prima telecamera PUC, con cadenza di ben 75 fotogrammi al secondo. Si noti, nell’ultimo fotogramma più grande, la presenza di nubi in controluce!
Qui a destra invece lo scudo termico, un attimo dopo il distacco, ripreso dalla telecamera RDC montata sotto la pancia del rover. Si notano (evidenziati dalle frecce verdi) piccoli pezzi di ghiaccio, formatosi sul guscio esterno e che volano lontano. Durante la conferenza stampa, è stato anche evidenziato come una delle 8 molle sul bordo dello Heat Shield è mancante (freccia rossa) ma questo non ha impedito la corretta separazione.
Oltre due minuti dopo, quando anche il guscio superiore e il paracadute si erano separati e il modulo di discesa si era ormai assestato a soli 20 metri dal suolo, i cavi che trattenevano il rover sono stati allungati e un attimo dopo le due fotocamere DDC e RUC si sono fotografate reciprocamente a distanza ravvicinata; le vediamo in questa immagine, evidenziate da frecce rosse.
Ed ecco una bella immagine ripresa sempre dalla telecamera sul rover diretta in alto. Si vede il modulo di discesa che sta calando il rover con 4 cavi e c’è anche una sorta di “ombelico” chiaro che trasporta i dati dallo SkyCrane a Perseverance, anche le immagini del video sono passate da lì. Curiosamente, anche se i razzi del modulo di discesa sono accesi, non si nota alcun getto incandescente uscire da essi ma questa è una caratteristica normale per il combustibile idrazina.
Siamo al momento cruciale del touchdown, ripreso dal modulo di discesa. Il rover è immerso nella polvere sollevata dal getto dei razzi ma si nota che il cordone ombelicale è stato appena reciso perché si stanno riavvolgendo. In precedenza era stata già mostrata una immagine scattata qualche secondo prima, con il rover a pochi metri dal suolo.
Un attimo dopo, il modulo di discesa è volato via in direzione Nord-Ovest per poi schiantarsi a 700 metri dal rover, da notare la propaggine in basso che contiene i radar-altimetri grazie ai quali la manovra è stata eseguita perfettamente:
Anche la sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha immortalato la scena il giorno stesso del touchdown. L’immagine mostra la posizione del rover e i punti in cui si sono schiantati il modulo di discesa, il backshell e lo scudo termico, quest’ultimo a 1,5 km da Perseverance. Qui invece, l’ingrandimento a colori del backshell con paracadute annesso, adagiato sul terreno che porta anche i segni evidenti dell’impatto (raggiere di polvere chiara), a 1,2 km dal rover.
Un panorama ripreso il 20 febbraio con la Navigation Camera, mostra il cratere Jezero a 360°.
Nella conferenza stampa sono state mostrate anche molte immagini riprese dalle fotocamere sulla mastcam, innalzata durante il weekend.
Ci sono anche i primi suoni registrati sulla superficie ma non quelli durante la discesa, purtroppo! Quella colonna sonora sarebbe stata la ciliegina sulla torta ma non ci possiamo certo lamentare…
In circa 10 secondi su 60 di registrazione, catturata il 20 febbraio, sono udibili una leggera brezza marziana ed i suoni meccanici del rover.
In questa seconda clip sono stati rimossi i ronzii meccanici.
«Per coloro che si chiedono come si atterra su Marte o perché è così difficile, o quanto sarebbe bello farlo, non è necessario cercare oltre“, ha detto l’amministratore della NASA Steve Jurczyk. “Perseverance è solo all’inizio e ha già fornito alcune delle immagini più iconiche nella storia dell’esplorazione spaziale».
Perseverance è atterrato su Marte il 18 febbraio 2020 e poco dopo, ha iniziato ad inviare a Terra le prime immagini.
Sul aliveuniverse.today, un log dedicato monitorerà costantemente i progressi della missione.
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