Non la vediamo, ma è un preziosissimo ‘ombrello’, che ci protegge dagli effetti più pericolosi delle particelle energetiche che arrivano dal sole o da qualunque altra sorgente nella nostra galassia o addirittura oltre. È la nostra magnetosfera, sostenuta dal campo magnetico intrinseco di cui è dotata la Terra. Oltre a questa importante funzione, la magnetosfera gioca un ruolo determinante nel regalarci le spettacolari aurore polari che sono prodotte da fenomeni di riconnessione magnetica dovuti all’interazione del campo magnetico interplanetario con quello terrestre. Ci sono però pianeti nel sistema solare, tra questi Venere, che non possiedono un loro campo magnetico e quindi devono ‘accontentarsi’ di possedere una magnetosfera indotta. A generarla è l’urto con gli strati più esterni della sua atmosfera del vento solare e dei campi magnetici da esso trasportati, che vengono quindi deviati, seppure in maniera meno efficiente. E se visto che non c’è campo magnetico intrinseco, su Venere non dovrebbero verificarsi nemmeno fenomeni di riconnessione magnetica. Almeno questo era ciò che pensavano gli scienziati. Ora però a far ricredere gli astrofisici arrivano i sorprendenti risultati pubblicati online sul sito della rivistaScience, ottenuti grazie alle misure raccolte dalla sonda Venus Express dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Rianalizzando i dati del magnetometro e del sensore di plasma registrati nel maggio del 2006, poche settimane dopo l’immissione nell’orbita venusiana del veicolo spaziale, il team di ricercatori guidato da Tielong Zhang, della University of Science and Technology di Hefei, in Cina, hanno individuato un evento di riconnessione magnetica avvenuto a circa 10.000 km dalla superficie del pianeta.

“Grazie ai dati del magnetometro (MAG) e del sensore di plasma (ASPERA) a bordo di Venus Express, è stato per la prima volta possibile stabilire che le similitudini tra pianeti con campo magnetico e quelli senza come Venere e Marte vanno ben al di là di quanto supposto” commenta Alessandro Mura, ricercatore dell’INAF-IAPS di Roma e Co Investigator di ASPERA. “Sorprendentemente, non solo questi ultimi posseggono una magnetosfera indotta (e sono quindi parzialmente schermati dal mezzo interplanetario), ma mostrano anche quei fenomeni di parziale riconnessione che, sulla Terra, permettono il temporaneo legame tra campo magnetico interplanetario e planetario e il conseguente travaso di energia e materia. Le misure di MAG e ASPERA hanno individuato degli indubitabili segnali della riconnessione anche su Venere che, data l’assenza di un campo magnetico intrinseco, è stata finora considerata immune da tali meccanismi di scambio. Questa misura getta nuove e interessanti luci sugli studi di perdita di massa atmosferica per corpi come Venere e Marte”.