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C/2022 E3 (ZTF) la nuova cometa che potrebbe raggiungere mag. +6 a febbraio 2023
La conferma è giunta lunedì 21 marzo. Grazie al contributo degli osservatori E. Guido, M. Rocchetto, E. Bryssinck, G. Milani, G. Savini, A. Valvasori e a Telescope Live
che ha concesso gratuitamente l’uso del telescopio remoto in Cile.
Il corpo celeste, inizialmente classificato come oggetto apparentemente asteroidale (di magnitudine ~17), è stato individuato su immagini CCD scattate il 2 marzo con un telescopio Schmidt da 1,2 mf/2,4 a Palomar in corso dell’indagine “Zwicky Transient Facility” (ZTF) [indagine astronomica osservativa del cielo ad ampio campo – ndr] con codice MPC I41.
Successivamente, è stato osservato che l’oggetto mostrava un aspetto cometario grazie anche al contributo di ulteriori astrometristi CCD.
La nuova cometa è stata quindi designata con il nome C/2022 E3 (ZTF).
Alcuni dati
Lo stacking di 12 esposizioni non filtrate di 120 secondi ciascuna, ottenute in remoto tramite un astrografo da 0,61 mf/6,5 + CCD, mostra che questo oggetto è una cometa con una chioma compatta di circa 9″ secondo d’arco di diametro.
Dal Minor Planet Center, ovvero l’organizzazione incaricata dall’Unione Astronomica Internazionale di raccogliere e conservare i dati osservativi sui corpi minori del Sistema solare, calcolarne l’orbita e pubblicare tali informazioni, l’oggetto è stato classificato con il codice MPEC 2022-F13 e vengono indicati i seguenti dati:
Il Central Bureau for Astronomical Telegrams, ovvero l’ufficio centrale per i telegrammi astronomici (CBAT), centro ufficiale di raccolta e diffusione delle scoperte di tutti i tipi di osservazioni astronomiche, ha annunciato nel bollettino n. CBET 5111 che:
“Gli elementi preliminari indicano che la cometa passerà a 0,28 UA dalla Terra all’inizio di febbraio 2023, quando potrebbe essere quasi di magnitudine visiva totale 6. I dati suggeriscono anche che la cometa sia passata a circa 1,18 UA da Saturno nel maggio 2020 e a circa 3,07 UA da Giove nell’aprile 2021″.
Di seguito un grafico generato utilizzando il software Orbitas che mostra la magnitudine prevista (in rosso) rispetto alla sua elongazione. Come sempre, per le comete è difficile con così tanti mesi di anticipo avere dati precisi e quindi le magnitudini future qui riportate sono solo stime indicative.
Complimenti agli osservatori per questa scoperta! In attesa di nuovi aggiornamenti, restate sintonizzati!
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