Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS

La mania dei selfie non ha invaso solo la Terra, ma anche lo spazio. E Marte non è da meno. L’immagine che vede qui sopra è un collage di foto scattate nel mese di gennaio dalla Mars Hand Lens Imager (MAHLI) camera montata sul braccio robotico del rover della NASA Curiosity, arrivato sul Pianeta rosso nell’agosto del 2012. Il veicolo a sei ruote attualmente si trova nel sito denominato “Mojave”, dove Curiosity ha “assaggiato” (per meglio dire analizzato) un campione di polvere marziana del Monte Sharp (vedi Media INAF) raccolto nel corso della sua seconda trivellazione.

Sullo sfondo è possibile notare l’affioramento collinare di “Pahrump Hills” e la parte superiore del Mount Sharp. Sulla destra potete vedere una porzione di terra più scura, mentre in basso a sinistra la superficie sabbiosa mossa dal vento marziano.

Eppure è un selfie inusuale, perché nell’immagine non si vede il braccio robotico su cui c’è la fotocamera. Il tutto è stato reso possibile da complessi movimenti delle “articolazioni” e rotazioni di MAHLI che hanno permesso di acquisire gli scatti che compongono il mosaico lasciando il braccio fuori dall’inquadratura o comunque in porzioni di immagini che non sono state utilizzate. Un procedimento che che era già stato utilizzato in precedenza dai “fotografi” della NASA nei siti “Rocknest”, “John Klein” e “Windjana”.

Kathryn Stack, del  Jet Propulsion Laboratory (California) della NASA, ha spiegato: «Rispetto agli altri selfie di Curiosity, questa volta abbiamo aggiunto delle immagini in più in modo da poter vedere pienamente i punti della campagna Pahrump Hills» e per capire i punti salienti della missione negli ultimi 5 mesi.

Nello specifico, gli scatti del rover sono stati presi durante il giorno marziano (sol) 868, cioè lo scorso 14 gennaio (oggi è il sol 908). Le altre immagini del terreno sono state aggiunte il 29 gennaio e quella dei fori di campionamento il 31 gennaio. Per comprendere meglio le dimensioni basti pensare che le ruote di Curiosity hanno un diametro di 50 centimetri e i fori praticati durante l’ultima trivellazione hanno un diametro di 1,6 centimetri.

La stessa immagine ma con annotazioni. Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS

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