Il test effettuato il 6 maggio nella base di White Sands Missile Range, nel New Mexico, è costato 220 milioni di dollari ed è riuscito alla perfezione.
Si trattava del collaudo della torre di fuga d’emergenza per la nuova capsula Orion (il LAS, Launch Abort System) ed è stato effettuato partendo da terra.
Il simulacro della capsula agganciato al LAS è partito alle 1300 UTC ed è schizzato verso l’alto con un’accelerazione bruciante. Pensate che in due secondi e mezzo era già a circa 700 km/h imprimendo un’accelerazione di circa 16g. Per salvaguardare l’incolumità di un possibile equipaggio, i parametri di spinta verranno rivisti per evitare di superare un’accelerazione di 10 g. I motori del torrino sono a propellente solido e generano una spinta di 225 tonnellate. Il motivo di un allontanamento così rapido è dato dal fatto che il LAS deve intervenire in caso di guasto al vettore o, peggio, in caso di esplosione dello stesso. Un’accelerazione di questo tipo garantisce una via di fuga sicura.
La spinta è durata solo sei secondi al termine della quale il simulacro si trovava già a 1200 metri di quota. La sua parabola lo ha portato fino a 1800 metri, dopodiché Orion si è separato dal LAS (che ha altri piccoli motori per allontanarsi) ed ha iniziato la discesa con l’apertura dei paracadute pilota ed infine dei tre paracadute principali del diametro di 35 metri ciascuno, che hanno depositato dolcemente la capsula al suolo.
Il simulacro è stato costruito appositamente per questo test e non verrà più utilizzato.
Resta importantissimo questo test in quanto il tipo di sistema di fuga collaudato può essere utilizzato per qualsiasi capsula, quindi anche altri modelli o Orion stesso montato su un altro vettore diverso da Ares I ormai cancellato.