Titano: un riflesso rivelatore
Titano: un riflesso rivelatore
Era da un po’ di anni che gli scienziati attendevano di scorgere il riflesso della luce solare sulla superficie di qualcuno dei laghi che punteggiano l’emisfero nord di Titano. Finora, però, la grande luna di Saturno era stata avvolta dall’oscurità invernale ed era necessario pazientare e attendere l’equinozio dello scorso agosto e l’inizio della stagione primaverile.

Un colpo di fortuna, però, ha voluto che si riuscisse a catturare il sospirato riflesso luminoso già all’inizio di luglio. Benché la spessa atmosfera di Titano bloccasse i riflessi solari a molte lunghezze d’onda, quello splendido lampo luminoso è riuscito a sfuggire ed è stato immortalato dallo spettrometro visuale e infrarosso della sonda Cassini. La sorprendente immagine è stata presentata al pubblico lo scorso dicembre in occasione del Meeting autunnale dell’American Geophysical Union tenutosi a San Francisco.

L’accurata analisi dell’immagine e il confronto con quelle radar e infrarosse raccolte dal 2006 al 2008 hanno permesso a un team dell’Università dell’Arizona di individuare il bacino responsabile di quello storico riflesso. Si tratterebbe del Mare di Kraken, così nominato a ricordo del gigantesco e leggendario mostro marino. Questa distesa di idrocarburi liquidi posta a 71 gradi di latitudine nord e 337 gradi di longitudine ovest si estende su Titano per circa 400 mila chilometri quadrati, dunque è più vasta del Mar Caspio.

Il confronto avrebbe inoltre confermato che le sponde del Mare di Kraken sono rimaste pressoché le stesse negli ultimi tre anni e che dunque Titano possiede un attivo ciclo idrologico in grado di condurre idrocarburi liquidi sulla superficie.

Entusiasti gli astronomi. “Questa immagine – ha commentato Bob Pappalardo, Cassini project scientist – ci racconta un’incredibile quantità di cose di Titano, della sua spessa atmosfera, dei suoi laghi e della sua stranezza. Possiamo davvero considerarla una delle immagini simbolo della Cassini.”
Come dargli torto?