Una schermata dell’interfaccia ESASky. I poligoni colorati sono i “footprints”, le aree di cielo coperte dalle osservazioni. Crediti: ESAC

Tre ingegneri, due scienziati e una sola consegna: «avete un mese di tempo per tirare fuori un’idea innovativa», gli avevano detto. Sembra Google, Mountain View. Invece accadeva qualche anno fa a ESAC, Madrid. Sede dello European Space Astronomy Centre: il centro per i dati astronomici dell’ESA, l’Agenzia spaziale europea. Quell’idea innovativa, quel prototipo, venne poi presa in mano da un team di softwaristi e astronomi. E ora, dopo quasi due anni di lavoro, è diventata ESASky: un tool interattivo accessibile via browser in modo che più immediato non si potrebbe, senza registrazioni né altri passaggi. Ma, soprattutto, un tool pensato veramente per chiunque: curiosi e appassionati, certo, ma anche astrofili e scienziati. Tutti i dati che stano dietro all’universo virtuale di ESASky provengono direttamente dalle basi dati delle missioni spaziali ESA: le stesse usate ogni giorno nel mondo dagli astrofisici di professione.

«La prima cosa che si vede sono le mappe, tutte realizzate con dati astronomici veri. Mappe scientifiche e validate. Organizzate per le diverse lunghezze d’onda, così da coprire l’intero spettro elettromagnetico», spiega a Media INAF Fabrizio Giordano, una vita precedente trascorsa facendo ogni giorno su e giù da Anguillara Sabazia a Frascati – un’ora a scendere e una a salire quando andava bene, e in mezzo Roma tutt’intera. Circa due anni fa la svolta. «La qualità della vita era pessima. Io e mia moglie avevamo avuto da poco un bambino, all’epoca aveva un anno. E ci siamo detti che no, non poteva andare», racconta a Media INAF. Così hanno iniziato a guardarsi attorno, c’era quella call dell’Agenzia spaziale europea, Giordano ha mandato il curriculum. «Già era passata la deadline, pensavo che non mi avessero scelto, e invece…».

E invece ora è alla guida dell’intero team di sviluppo, la squadra che in due anni ha estratto e costruito – da quel bozzolo d’idea innovativa di cui parlavamo all’inizio – l’ESASky completo e funzionante che vediamo oggi in rete.

Alcuni volti di ESASky. Da sinistra: Bruno Merín, responsabile scientifico del progetto, Maria Henar Sarmiento, ingegnere del software, e Fabrizio Giordano, responsabile tecnico del progetto

«Con ESASKy volevamo realizzare un tool fruibile anche da persone normali, come me del resto, che non sono uno scienziato», sottolinea Giordano. «Un tool che però permettesse, con pochi clic, di accedere anche ai dati astronomici. Una persona che visita il sito semplicemente per curiosità andrà così a cercare le galassie, a vedere le immagini. Aprendo il pannello dei dati si può però accedere a un altro livello d’informazioni, che può essere d’interesse anche per gli astrofili per esempio, dove si possono vedere i dettagli delle osservazioni e i cosiddetti footprints, i poligoni che mostrano le aree di cielo osservate dalle missioni spaziali. Ancora un altro clic e si ha accesso diretto ai file dei dati astronomici, i cosiddetti file FITS, rivolti principalmente agli scienziati».

Un’interfaccia alla portata di tutti e che guarda al futuro. Già ora le sue mappe si nutrono dei dati raccolti dai telescopi spaziali dell’ESA e non solo: INTEGRAL, XMM-Newton, SUZAKU, HST, Hipparcos, ISO, Herschel e Planck – qui l’elenco completo, diviso per bande dello spettro elettromagnetico. Mano a mano che si aggiungeranno nuove osservazioni e nuove missioni, ESASky verrà aggiornato. E presto comprenderà anche dati di tipo diverso di grande interesse per gli astronomi, come quelli spettroscopici, previsti per la prossima release in arrivo entro fine anno. Insomma, non vi resta che provarlo.


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