C’è un gigantesco colosso nascosto nel nostro Universo. E come lui, potrebbero essercene molti altri: lo afferma uno studio pubblicato su Nature che rivela la presenza di un buco nero supermassiccio in una galassia non lontana dalla nostra, dove non ci si sarebbe aspettato di trovare oggetti così grandi.

La scoperta – che è stata possibile grazie alla combinazione dei dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble e dagli osservatori Geminialle Hawaii e McDonald in Texas – implica che i buchi neri potrebbero dunque essere molto più diffusi di quel che crediamo.

Ma facciamo un passo indietro. Un buco nero supermassiccio (o supermassivo) è il più grande tipo di buco nero conosciuto, con una massa milioni o miliardi di volte superiore a quella del Sole. Gli astronomi pensano che quasi tutte le galassie, compresa la nostra Via Lattea, ne contenga uno al centro.

Quello scoperto dal gruppo internazionale di astronomi è un buco nero da record, con una massa che contiene circa 17 miliardi di soli. Un vero gigante del cielo, che però non strappa ancora il primato al suo “fratello maggiore”: il buco nero nell’ammasso della Chioma, scoperto nel 2011, che con i suoi 21 miliardi di masse solari si è guadagnato un posto nel Guinness Book of World Records.

La new entry si distingue però per un altro motivo: la sua posizione. Il buco nero appena scoperto si trova infatti nella galassia NGC 1600, in una direzione del cielo opposta rispetto all’ammasso della Chioma, in quella che può essere considerata una zona di relativo deserto cosmico.

Immagine della galassia NGC 1600, e un ingrandimento ottenuto da Hubble del centro luminoso delle galassia, dove risiede il buco nero supermassiccio da 17 miliardi di masse solari. Crediti: ESA/Hubble, STScI.

E qui sta il fatto sorprendente: se trovare un buco nero supermassiccio in una zona dello spazio affollata è piuttosto prevedibile, decisamente meno comune è trovarlo nelle regioni più sgombre dell’Universo. Un po’ come immaginare le probabilità di trovare un grattacielo nel centro di Manhattan o in un piccolo paese di periferia.

“I gruppi più ricchi di galassie, come l’ammasso della Chioma – spiega  Chung-Pei Ma, dell’Università di Berkeley – sono molto, molto rari. Ma esistono alcune galassie delle dimensioni di NGC 1600 che risiedono all’interno di gruppi di media grandezza. Quindi adesso la domanda è: ‘si tratta solo della punta di un iceberg?’ Forse ci sono molti altri buchi neri mostro là fuori”.

È esattamente questo ciò che investigherà nei prossimi mesi la campagna osservativa MASSIVE, coordinata proprio da Chung-Pei Ma.

Iniziato nel 2014, il programma MASSIVE è stato finanziato dallaNational Science Foundation per ottenere stime di massa per le stelle, la materia oscura e i buchi neri centrali appartenenti a 100 galassie massicce e vicine. In particolare, studia le galassie più grandi di 300 miliardi di masse solari, e a una distanza inferiore a 350 milioni di anni luce dalla Terra.

L’ospite inatteso trovato nella galassia NGC 1600 è uno dei primi successi del progetto e dimostra il valore della ricerca sistematica del cielo notturno, contro quella focalizzata soltanto sulle regioni più dense dello spazio.