Pareidolia. È quel fenomeno istintivo che ci fa scorgere in qualcosa di confuso forme familiari e riconoscibili, come un drago in una nuvola (chi di voi non ha mai fatto questo gioco?) o un viso in una macchia di umidità su di un muro. E per l’astronomia possiamo dire che questo meccanismo (che in realtà serve al nostro cervello proprio per riconoscere visi e forme) sia stato fondamentale… nel dare il nome alle costellazioni, ad esempio, e a quegli straordinari e sfuggenti oggetti del profondo cielo che sono le nebulose.
E in tema Halloween il telescopio Hubble non poteva che rilasciare una nuova immagine, un ingrandimento in primo piano, del “fantasma” di Cassiopea.
Le stelle più luminose incastonate nelle nebulose in tutta la nostra galassia riversano un torrente di radiazioni che interagisce con le nuvole di idrogeno, la materia prima per costruire nuove stelle. E l’energia delle nuove stelle può scolpire la nube di polveri trasformandole in veli e forme dagli aspetti più vari. Un esempio inquietante viene proprio dalla nebulosa IC 63, situata a 550 anni luce di distanza nella costellazione di Cassiopea, la Regina.
In questa nebulosa, sia di emissione che a riflessione, è facile vedere la forma di un fantasma, di uno spettro degno della parapsicologia dell’inizio del secolo scorso… come gli ectoplasmi di medium e spiritisti.
A dare questa impressione è infatti l’effetto incrociato di due diversi meccanismi.
L’incandescenza eterea della nebulosa viene dall’idrogeno di cui è costituita che viene bombardato dalle radiazioni ultraviolette della vicina stella blu-gigante Gamma Cassiopeiae, che lo fa risplendere di luce rossa, e che definisce la nebulosa come “ad emissione”, mentre il colore blu deriva dalla luce della stella riflessa dalla polvere della nebulosa.
Se però riprendiamo la nebulosa nell’infrarosso, ecco che le polveri più fredde, e oscure, che nascondevano il campo stellare sullo sfondo svaniscono… proprio come un fantasma! In realtà è il calore delle stelle nascoste dalle polveri che riesce ad attraversare le polveri e rendersi visibile ai nostri… sensori. E il risultato lo vedete qui sotto.
La nebulosa IC 63 non è l’unico oggetto sotto l’influenza della accecante stella, che sprigiona l’energia di 34.000 soli, ma fa parte di una regione nebulosa molto più ampia che circonda Gamma Cassiopea, con una estensione di circa due gradi nel cielo quattro volte più ampia della Luna piena.
La costellazione di Cassiopea è visibile ogni notte dalle latitudini settentrionali e superiori. Il suo caratteristico asterismo a “W”, che forma il trono della regina, è visibile alto nel cielo nelle sere autunnali e invernali.
Gamma Cassiopeiae, la stella centrale nella W, è visibile a occhio nudo, ma per vedere IC 63 è necessario un grande telescopio.
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