Il 3 dicembre, due sonde giapponesi sfioreranno la Terra per effettuare una manovra di fionda gravitazionale. Le sonde Hayabusa 2 e Procyon, lanciate assieme esattamente un anno prima, passeranno a qualche milione di chilometri dalla superficie terrestre, sfruttando la gravità del nostro pianeta per accelerare e modificare le proprie orbite.
Concluso l’incontro con la Terra, Hayabusa sarà nuovamente impegnata nella lunga traversata del sistema solare che le farà raggiungere l’asteroide 1999 JU3 Ryugu a metà del 2018. Una volta raggiunto l’asteroide, la nave madre giapponese rilascerà una flotta di sonde secondarie, tra cui una sonda che si schianterà contro l’asteroide e tre rover e una piattaforma scientifica europea che ne esploreranno la superficie. Raccolti i campioni del suolo, la sonda farà rientro sulla Terra. Una simulazione in tempo reale della traiettoria di Hayabusa 2 è disponibile cliccando qui.
Lo stesso giorno, due milioni e mezzo di chilometri più in alto di Hayabusa 2 ci sarà un’altra sonda giapponese, il piccolo veicolo sperimentale Procyon, diretto verso l’asteroide binario 2000 DP107. Purtroppo, a causa di un guasto al propulsore a ioni, gli scienziati hanno dovuto rinunciare all’obiettivo primario della missione, ovvero quello di esplorare l’asteroide. Nonostante ciò, gli altri sistemi di bordo continuano a operare alla perfezione: recentemente, Procyon ha perfino effettuato delle osservazioni della lontana cometa di Rosetta.