Una bella ripresa della SN2017dfc realizzata da Adriano Valvasori con un Celestron 9,25 e CCD ATIK 4000LE Tempi di posa somma Luminanza 12x120sec. + filtri RGB 3x120sec.

Inizialmente, quando nella notte del 9 aprile il satellite Gaia ha individuato una debole nuova stella di mag. +19 nella bella galassia M 63, abbiamo pensato subito di essere davanti alla prima supernova del 2017 esplosa in una galassia Messier e che quindi sarebbe diventata nel giro di poco tempo molto luminosa.

Alcuni giorni dopo la scoperta il transiente invece, la sua luminosità era aumentata di poco, portandosi intorno alla mag. +18. C’era qualcosa di strano e anomalo!

M 63
M63 in una immagine di archivio, senza supernova, realizzata da Marco Burali con Takahashi RC 300 f7.8 + CCD FLI 1001E per Luminanza tempi di posa 420 minuti e per H-alfa 6nm 300 minuti, per il colore Takahashi TOA 150 f 5.8 + CCD G2 4000 filtri RGB 100+100+100 minuti.

La galassia a spirale M 63, detta “galassia girasole”, scoperta da Pierre Mechain nel 1779, è situata nella costellazione dei Cani da Caccia a una distanza di circa 25 milioni di anni luce da noi.

Una supernova di tipo Ia, per esempio, avrebbe pertanto dovuto raggiungere una luminosità intorno alla mag. +11 – cosa già accaduta in passato con l’unica supernova conosciuta esplosa in questa galassia, la SN1971I che nel maggio del 1971 raggiunse appunto la notevole luminosità pari alla mag. +11,5.

Perché allora l’oggetto scoperto dal satellite Gaia rimaneva così debole? Era forse un supernova impostore o cos’altro?

Una ripresa in negativo (per rendere più visibili i singoli oggetti rispetto alla visione di insieme della galassia, cliccare per ingrandire) della SN2017dfc realizzata da Paolo Campaner con un riflettore 400mm F/5,5 Tempo di posa somma 39x75sec.

Finalmente, nella notte del 21 aprile, dal Lick Observatory in California con lo Shane Telescope da 3 metri viene ripreso lo spettro di conferma. La SN2017dfc, così la sigla assegnata al transiente, è una supernova di tipo Ia, ma non è esplosa fra i bracci di M 63 bensì in una galassia più lontana, situata prospetticamente dietro M 63 che con i suoi bracci attenua ancor di più la luce di questa singolare supernova.

Si tratta perciò di un falso allarme e dobbiamo ancora attendere per vedere quando esploderà la prima supernova in una galassia Messier in questo 2017…

➜ Leggi la rubrica dedicata alle ultime supernovae scoperte su Coelum astronomia 211 di maggio

➜ Per saperne di più sulle esplosive supernovae, cosa sono, come nascono e come si scoprono (soprattutto a livello amatoriale, con le esperienze dei protagonisti) leggi lo speciale su COELUM Astronomia di febbraio 2017