Le ultime misure effettuate dalla sonda automatica europea Venus Express indicherebbero che la velocità di rotazione sull’asse del pianeta Venere è di circa 6,5 minuti più “lenta” rispetto ai valori rilevati dalla sonda Magellan 16 anni fa.
I dati rilevati dai sensori infrarossi usati dalla Venus Express per penetrare la densa atmosfera del pianeta hanno infatti mostrato che le strutture superficiali di Venere non si trovano dove indicato dalle mappature molto accurate della Magellan… Dopo ripetute ricalibrazioni per trovare eventuali errori di allineamento strumentale, Nils Müller dell’Agenzia Spaziale tedesca ha concluso che i dati del VIRTIS mostrano discrepanze fino a 20 km rispetto ai dati della Magellan.
La missione precedente aveva ottenuto un dato pari a 243,0185 giorni terrestri per la rotazione sull’asse di Venere, mentre i dati della Venus Express indicano un periodo mediamente più lungo di 6,5 minuti. La velocità di rotazione di Venere, quindi, avrebbe subito un notevole rallentamento nel corso dell’ultimo ventennio, forse in seguito all’azione della sua spessa ed “invadente” atmosfera, che esercita una pressione 90 volte più intensa di quella terrestre.
Recenti simulazioni modellistiche delle dinamiche atmosferiche di Venere avrebbero mostrato variazioni nella velocità e direzione dei venti nel corso di cicli pluridecennali, con ripercussioni sull’assetto rotazionale del pianeta a causa dell’attrito con la superficie.
Sulla Terra, variazioni stagionali dell’intensità e direzione dei venti possono alterare di un millisecondo il periodo di rotazione, ma una variazione di 6,5 minuti in 16 anni è un valore enorme, anche ipotizzando grandissime escursioni climatiche su Venere.
Ricordando che le misurazioni radar, anche recenti, ottenute con radiotelescopi terrestri sembrano ancora in accordo con i dati ottenuti dalla Magellan, devono pertanto operare variazioni su scala più larga, incluso forse una variazione del momento angolare tra Venere e Terra al momento del massimo avvicinamento orbitale. Non è ancora del tutto chiaro, inoltre, se Venere possieda un nucleo solido o fluido: nel secondo caso il periodo rotazionale sarebbe più influenzato dalle forze d’attrito superficiali. Si spera che ulteriori dati forniti dalla Venus Express possano chiarire lo strano andamento rilevato.