Le Costellazioni invernali del Quadrante Sud



Le Costellazioni invernali del Quadrante Sud

Le Costellazioni invernali del Quadrante Sud

Le tre stelle coi nomi evidenziati a colori, Procione (α Canis Minoris), Betelgeuse (la rossa α Orionis) e Sirio (alfa Canis Majoris), delineano il cosiddetto asterismo invernale, un triangolo pressoché equilatero il cui vertice inferiore è costituito da Sirio e che domina il quadrante Sud del cielo invernale.

In basso al centro, sulla linea dell’orizzonte, è parzialmente visibile la Costellazione della Colomba.
Si tratta di una costellazione di ridotte dimensioni, ma comunque abbastanza appariscente, di cui nella immagine è visibile solo la sua stella delta. È identificabile grazie alla sua stella principale, Phact (α Columbae), una gigante azzurra di magnitudine 2,65. Ad occhio risulta visibile anche la beta Columbae, detta Wazn o Wezn (da non confondere con Wezen, delta Canis Majoris) di magnitudo apparente di 3,12.
Sulla sua sinistra l’estesa Costellazione del Cane Maggiore di cui Sirio (α Canis Majoris) è la stella più importante nonché la più brillante di tutto il cielo con una magnitudine apparente di -1,46. Le principali altre stelle della costellazione sono Mirzam (β Canis Majoris), di magnitudine 2, il cui nome significa l’Araldo perché precede la luminosissima Sirio; Adhara (ε Canis Majoris) di magnitudine 1,5, il cui nome significa "le vergini” ed è una luminosissima supergigante blu; Wezen (δ Canis Majoris), una supergigante gialla di magnitudine 1,8 ed Aludra, una supergigante blu di magnitudine apparente 2,4.
Sopra Sirio campeggia la Costellazione Monoceros, detta anche dell’Unicorno, tra le cui stelle principali spicca beta Monocerotis. È un sistema a tre stelle la cui componente primaria, beta Mon, ha una magnitudine pari a 4,6 ed è ben visibile ad occhio nudo nelle sere invernali. Della costellazione, che si estende ad Est di Betelgeuse, poco sotto Procione, sono visibili in foto i principali astri.

Poco sopra delta Monocerotis la Costellazione del Cane Minore. È una delle più piccole costellazioni della volta celeste. Solo due le stelle principali, Alpha e Beta (Procione e Gomeisa) ma la prima è una stella luminosissima, la settima più brillante del nostro emisfero e rappresenta il vertice Est dell’asterismo del Triangolo invernale.

Sopra il Cane Minore è parzialmente visibile la Costellazione dei Gemelli con le due stelle Alhena ed Alzirr. Fuori campo le due sue stelle più luminose, Polluce e Castore. La prima è una stella di magnitudo 1,16 mentre la seconda in è in effetti un sistema multiplo costituito da ben 6 componenti con una magnitudo integrata pari a 1,59.

In alto sulla destra spicca la Costellazione del Toro facilmente riconoscibile per la sua stella più brillante, Aldebaran (α Tau), una gigante arancione di magnitudo 0,98 e che ne è anche stella principale collegata dal segmento più corto della costellazione alla bella Ain (èpsilon Tau) e da quello più esteso a zeta Tau, nota anche col nome proprio di Alheka.

Al centro della foto domina il cielo invernale la Costellazione di Orione. È una delle più facili da riconoscere e per la ricchezza degli astri di cui è formata e degli oggetti non stellari che contiene meriterebbe un capitolo a sé.
La sua forma ricorda quella di una clessidra coi vertici superiori costituiti da Betelgeuse e Bellatrix, la parte mediana da Alnitak, Alnilam e Mintaka, che formano la cosiddetta cintura di Orione la cui figura è bene impressa nell’immaginario collettivo, ed i vertici inferiori da Rigel e Saiph.
Nell’asterismo più completo la forma della clessidra assume la figura di un cacciatore col braccio sinistro alzato e armato di clava e con l’altro munito di uno scudo (o di una pelle di leone che lo rendeva immortale). Per tale motivo nella mitologia è spesso nominato il Cacciatore d’inverno. Le stelle più luminose della costellazione sono Rigel (β Orionis), una supergigante blu di magnitudo 0,2, Betelgeuse (α Orionis), una supergigante rossa di magnitudo 0,5 che lo scorso anno ci ha destato non poche perplessità perché pareva affievolirsi, oltre a Saiph e Bellatrix.

Immediatamente sotto Orione la Costellazione della Lepre.
È una costellazione poco appariscente ma la cui individuazione è facilitata dalla vicina Orione, pochi gradi più a Nord. Due le sue stelle più brillanti, Arneb (α Leporis) e Nihal (β Leporis), entrambe di seconda magnitudine e che costituirebbero secondo la mitologia il collo dell’animale. La testa della Lepre è delimitata dalle due stelle mi Lep ed epsilon Lep mentre le quattro più deboli stelline che la sovrastano ne formerebbero le orecchie. Il tronco della figura, più verso Oriente, è rappresentato da due stelle dagli esotici nomi arabi: Ars al Jauzah e Kursi al Jabbar.

A Sud Ovest di Orione e Colomba si incunea la Costellazione Eridano. Si tratta di una vasta costellazione non molto luminosa che si estende soprattutto in declinazione spingendosi a Sud fin oltre la linea dell’orizzonte del nostro emisfero dove splende la sua stella più luminosa Achenar, invisibile a Nord dei 30 gradi. Mitologicamente rappresenta un fiume (il Nilo per gli antichi egizi) che si snoda tra i due emisferi e la cui sorgente è rappresentata dalla stella Cursa (beta Eridani) facilmente osservabile poco a Nord Ovest di Rigel.
Scatto singolo Iphone, Iso 6400, foc. 24 mm, f/1,78 5s



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Data e Ora di acquisizione
3 Febbraio 2024 alle 21:57
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La sera dello scatto particolarmente terso pur essendo la zona interessata da un forte inquinamento luminoso data la vicinanza alla città di Napoli
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