Il mattino dopo 26 ottobre, passiamo l’intera giornata sotto l’ombrello nel corso delle visite ai monasteri di Goshavank ( XIII sec.), di Haghpat e Sahanin i primi in Armenia ad essere inseriti nel patrimonio dell’umanità dell’UNESCO poiché rappresentano l’apice dell’architettura religiosa armena.
Entrambi furono fondati nel X secolo e si somigliano molto, tanto che tra loro nacque una rivalità e se al primo fu dato il nome di “Mura solide” il secondo assunse quello di “Più antico dell’altro”.
Karine non teme il freddo e prosegue nella minuziosa descrizione delle chiese ( dal gavit, una sorta di sagrestia, alla chiesa principale, dal campanile ai capitelli con scolpite le foglie del melograno simbolo di fertilità e le spirali simbolo di vita eterna).
Un monaco canta qualche brano liturgico al nostro gruppo nella penombra della chiesa.
Lungo la strada del ritorno osserviamo una vecchia fabbrica di rame ormai in abbandono, qui apprendiamo che in epoca sovietica l’inquinamento era altissimo tanto che i fumi venefici delle fabbriche ristagnavano perennemente in questa valle inducendo la popolazione a costruire le abitazioni più a monte.
La serata passa ancora una volta in assenza di osservazioni astronomiche, ma le battute di Carlo e le barzellette sagaci di Maurilio tengono alto il morale della truppa, che si concede anche un torneo di ping pong a cui si aggiungono Karine ed altre ragazze armene.
Il mattino del 27 lasciamo Dilijan sotto un po’ di nevischio (la temperatura dal nostro arrivo in Armenia è calata di ben 20°) e pensare che ottobre stando alle statistiche meteo doveva essere il periodo migliore per visitare il paese. Ci alziamo nuovamente di quota e superato il passo Pambak (2153 m) percorriamo un bellissimo altopiano circondato dalle vette di alte montagne ed attraversiamo alcuni piccoli paesini di baracche tra cui Rya Taza in cui vive una minoranza curda (gli Yezidi) dedita alla pastorizia.
Anche qui le osservazioni notturne sarebbero state memorabili. Ci fermiamo poco dopo alla cittadina di Aparan e in un forno ci rifocilliamo con giganteschi pani georgiani chiamati Puri (ottimi!).
Poi una breve sosta al monumento dell’alfabeto armeno rappresentato da gigantesche lettere di tufo e di seguito la visita del monastero di Saghmossavank (1215) che si trova vicino ad un impressionante canyon sul fiume Kasakh. Qui Karine fatica a tenerci a bada dal compiere pericolose foto sul ciglio del canyon.
Poi un po’ di astronomia con la visita all’osservatorio astronomico di Byurakan situato tra le cittadine di Amberd e Ashtarak. Di epoca sovietica e fondato nel 1946 dall’astrofisico armeno Viktor Ambartsumian (1908-1996), è oggi condotto e gestito dall’accademia armena delle scienze.
Qui sono state fatte importanti ricerche su stelle a flare, supernovae di lontane galassie, oggetti Herbig-Haro. Ci fa da guida il radio astronomo Gabriel Ohanian che ci spiega che dopo il crollo dell’URSS i fondi sono stati ridotti e a farne le spese è stato il telescopio principale, che in via eccezionale ci mostra da vicino, un riflettore Cassegrain da 2,6 m, che avrebbe purtroppo bisogno di una nuova alluminatura.
Sono presenti anche uno Schmidt da 1m e svariati telescopi minori. Ma la sorpresa è grande quando all’interno della cupola principale, nella sala di controllo con apparecchiature simili a quelle di un film di fantascienza anni ’50, vediamo sulla parete due poster di Coelum!
Oggi ci dice, qui a Byurakan vengono fatti importanti simposi e convegni come di recente quello sul programma SETI per la ricerca di segnali radio intelligenti nell’universo.
Salutiamo Gabriel e riprendiamo il nostro intenso tour con la fortezza di Amberd, praticamente inghiottita dalla nebbia, a 2300 m, su un picco che domina la valle del fiume Amberd. Risale al VII secolo e si trovava su un importante tratto della via della seta, delimitata da mura, comprende la chiesa, edifici fortificati e le terme.
Quando ormai è buio, arriviamo alla chiesa di Karmravor, detta anche chiesetta rossa e qui alcune vecchiette ci vendono disegni della chiesa e copricapi di lana prima del definitivo ritorno a Yererevan nello stesso hotel della precedente permanenza.
Il 28 ottobre è l’ultimo giorno in Armenia ed iniziamo subito con la visita del monastero di Geghard ( IV sec), per metà scavato nella roccia in uno scenario spettacolare ancora una volta purtroppo parzialmente rovinato dalla nebbia e dalle nuvole.
E’ detto anche monastero della “lancia”in quanto vi era conservata la lancia appartenuta al soldato romano Longino,che trafisse il costato di Cristo. Oggi la lancia è stata spostata al Tesoro di Etchmiadzin. In realtà al mondo di presunte sacre lance ne esistono 3, oltre quella armena, ce n’è una conservata in Vaticano ed un’altra all’Hofburg di Vienna , la Heilige Lanz, che si narra rendesse invincibili e oggetto di venerazione dello stesso Hitler. Mi capiterà di vederla un mese dopo in occasione di un viaggio nella capitale austriaca.
Poi è la volta del tempio di Garni, unico esempio di cultura ellenistica in Armenia e unico tempio pagano risparmiato dopo la proclamazione del cristianesimo nel paese. Il tempio, a forma di Partenone, fu realizzato nel 77 d.C. dal re Tiridate I in basalto ed era dedicato al dio Mitra.
All’interno del tempio assistiamo ad un’esibizione con il duduk, lo strumento musicale nazionale, simile ad una voce umana, che diffonde struggenti melodie.
Visitiamo anche le adiacenti terme romane nei cui mosaici compaiono le firme di chi le realizzò con un eloquente messaggio ai posteri: “ senza ricevere nulla ci affannammo”.
Accanto all’edificio delle terme il terreno sprofonda in un largo burrone e sulle lontane pareti di basalto ci appaiono le canne d’organo della cosiddetta sinfonia delle pietre, formazione naturale a colonne vista anche recentemente in Namibia.
Poi andiamo a pranzo all’agriturismo da Serghey, con un caratteristico forno in cui alcune donne preparano il pane lavash che ci viene offerto ancora caldo e fumante e a seguire barbecue di maiale e “kamats matsun” (yogurt filtrato). Nel pomeriggio visitiamo il Museo Statale di storia armena, suddiviso in sezioni che illustrano la storia delpopolo armeno dal paleolitico all’epoca moderna attraverso una ricchissima collezione di ceramiche, gioielli, costumi, tappeti, ecc. Terminiamo infine il nostro viaggio con una cena con balli, canti popolari e brindisi con il tipico Koniak e Maurilio, Vanna e Isa si scatenano nelle danze.
E’ giunto quindi il momento di salutare la nostra Karine ringraziandola per averci mostrato le innumerevoli sfaccettature dell’Armenia, facendoci dimenticare l’assenza o quasi di osservazioni astronomiche. Promettiamo di tornare un giorno magari con un proseguimento in Nagorno Karabakh e in Georgia. E’ stato un viaggio che ci ha fatto scoprire un paese che vale veramente la pena di essere visitato, con bellezze naturali e architettoniche di altissimo livello e con un popolo gentile ed accogliente che ti fa sentire a casa.
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Indice dei contenuti
esploriamo l’universo
mostre e iniziative itineranti a carattere scientifico
I prossimi appuntamenti di ‘Coelum Viaggi’
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Informazioni sui viaggi:
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Modena – Tel 059/2133701 ctm.gruppi@robintur.it www.robintur.it
Informazioni astronomiche:
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The Lunar Society: Sig. Paolo Minafra 339/2929524